02 Maggio 2024 - 05:21

Delega fiscale. Giochi e proposte degli esperti del Ministero

dell’Avv. Generoso Bloise

22 Settembre 2023

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L’incarico dato dal Viceministro del MEF dr. Leo agli esperti in materia di delega fiscale ci costringe a tornare sull’argomento della delega fiscale, questa volta entrando nel merito del modo di procedere relativo ai decreti delegati.

Come già detto su queste pagine – scrive l’avvocato Generoso Bloise sull’edizione di PressGiochi MAG attualmente in distribuzione -, la legge di delega ha sostanzialmente incaricato il Governo, nel rispetto dei principi dettati dalla legge, di procedere alla revisione/riformulazione di molte disposizioni di legge vigente in materia fiscale, anche in materia di gioco pubblico, mediante l’emanazione di decreti legislativi (c.d. decreti delegati).

La portata della delega è tale da investire l’intera fiscalità generale, oltre a quella di taluni settori specifici, e ciò ha spinto il Governo ed in particolare il MEF a coinvolgere numerosi esperti delle diverse materie per l’elaborazione dei decreti delegati.

In questo ambito assume rilievo la comunicazione del Viceministro al MEF Maurizio Leo del 30 agosto u.s. che indica ai coordinatori delle diverse Commissioni di esperti la data del 20 settembre 2023 come data – non prorogabile – per la formulazione delle proposte.

L’indicazione di un termine così breve ha scosso gli animi del settore del gioco, che è consapevole che dalla regolazione in fase di approvazione dipende il futuro delle imprese e degli addetti.

Rispetto alla scadenza è necessario sottolineare che, sebbene non prorogabile, il termine del 20 settembre non è stato stabilito per la redazione della formulazione dei testi dei decreti delegati, ciò potrebbe avvenire in alcuni ristretti ambiti e per materie definite; il termine dettato con fermezza dal MEF è piuttosto quello della indicazione di massima di quelli che sono gli interventi attuativi percorribili nell’immediato (per i quali è probabile che iniziano a circolare testi scritti), quelli che permettono di ottenere entrate (e di quali entità stimabile) e infine quelli che necessitano di coperture.

Questi elementi permetteranno al MEF nell’ottica di predisposizione della NADEF e della prossima legge di bilancio come programmare gli interventi in ordine di tempo e di grandezza.

Il Mef vuole in poche parole avere, entro termini molto brevi, una idea precisa e valutata dagli esperti messi in campo, sulle tempistiche e sugli effetti finanziari per l’Erario delle riforme previste dalla legge di delega fiscale.

Chiarito ciò, con riferimento alla materia del gioco pubblico è ragionevole immaginare che gli interventi che vedranno la luce entro il mese di settembre 2023 non potranno andare molto oltre ad una proposta generale, essendo possibili interventi normativi immediati solo in ambiti molto ristretti.

In particolare per gli apparecchi è evidente che qualsivoglia intervento normativo passa necessariamente per una preliminare intesa con gli enti locali, passaggio che necessita di tempi tecnici incompatibili con la scadenza del 20 settembre; stesso discorso può essere fatto per l’intera materia del gioco fisico.

Per le concessioni degli apparecchi è quindi logico immaginare che tra i provvedimenti che saranno suggeriti sarà presente una ipotesi di ulteriore proroga della durata.

Resta a questo punto possibile immaginare solo qualche intervento a breve solo sul gioco online; ovvero le concessioni di gioco che, come quasi tutte le altre concessioni in materia di gioco, continuano la loro attività in regime di prorogatio, sulle quali sarebbe possibile intervenire senza la mediazione con gli enti locali.

In pratica l’unico intervento tecnicamente compatibile con la tempistica dettata, sembrerebbe, a parere di chi scrive, percorribile solo con riferimento al bando per le concessioni online.

Si tratterebbe comunque di un provvedimento molto atteso, rispetto al quale l’attenzione degli operatori è altissima, anche tenuto conto del fatto che il futuro dell’offerta passa proprio dall’online, per non dire che l’offerta di giochi è destinata a trasformarsi in via quasi esclusiva in tale modalità.

Tuttavia non parliamo di un intervento agevole o semplice; infatti sebbene la materia potrebbe essere oggetto di interventi più rapidi rispetto ad altre tipologie di offerta, ciò non significa affatto che il lavoro sia più semplice.

Anche per l’online ci sono molti nodi da sciogliere e scelte da compiere: basti pensare alla necessità di dettare una disciplina organica per i PVR e conciliare, ad esempio, la definizione della prestazione di servizi del ‘promotore’ con i concetti di ‘raccolta di gioco’ e di ‘intermediazione’ attualmente linea di demarcazione della liceità dell’offerta nei locali autorizzati. Sul punto c’è poi da chiedersi se tali punti di servizio saranno destinatari di titoli autorizzatori e di quale tipo, argomento per il quale il rischio di impattare sulle norme locali potrebbe rientrare clamorosamente di attualità.

Si comprende quindi come intervenire anche solo sull’online non sia privo di implicazioni.

In realtà, pur tenendo ben presenti le esigenze di bilancio e di adempimento degli obblighi comunitari che spingono a dover procedere ai bandi delle concessioni il prima possibile, ancora una volta sembra di dover notare che quello che manca al gioco pubblico italiano sia una riflessione profonda circa il modello di distribuzione e di offerta che, con riferimento ad ogni tipologia di gioco, lo Stato deve scegliere.

Questa potrebbe essere una occasione storica per sciogliere i nodi… una volta per tutte.

 

Avv. Generoso Bloise – PressGiochi MAG

Fonte immagine: https://it.depositphotos.com