15 Maggio 2024 - 14:19

Calabria. Bova (Mdp): “Con l’approvazione della nuova legge, fuori il gioco dal centro urbano”

Dopo la conclusione dell’accordo per il riordino dei giochi in Conferenza Unificata, la Regione Calabria continua a portare avanti i lavori del progetto di legge sulla criminalità organizzata e legalità

24 Ottobre 2017

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Dopo la conclusione dell’accordo per il riordino dei giochi in Conferenza Unificata, la Regione Calabria continua a portare avanti i lavori del progetto di legge sulla criminalità organizzata e legalità al cui interno è stato inserito il pdl recante Norme per la prevenzione ed il trattamento del Gioco D’azzardo Patologico.

All’art. 19 del progetto di legge compaiono interventi e divieti in materia di giochi e apparecchi a 360 gradi. Non mancano le distanze che oscillano dai 300 ai 500 metri in base alla grandezza dei comuni. Tra i luoghi sensibili inseriti: istituti scolastici di ogni ordine e grado, centri di formazione, luoghi di culto, impianti sportivi, ospedali e strutture sanitarie, ludoteche, oratori, luoghi di aggregazione e strutture ricettive per categorie protette, istituti di credito e sportelli bancomat, esercizi per la vendita di preziosi e compro oro, stazioni ferroviarie.

Insomma, detta in parole povere chi più ne ha più ne metta. Alla faccia dell’intesa siglata all’unanimità da tutte le Regioni – vogliamo sottolinearlo – e alla richiesta esplicita del Governo di evitare centri nei quali il gioco sia vietato tout court e dall’altro la creazione di quartieri a ‘luci rosse’.

A dirlo chiaramente è lo stesso consigliere democratico Arturo Bova, presidente della Commissione regionale contro la ‘Ndrangheta e firmatario della proposta di legge che spiega chiaramente come i giochi e le slot machine nello specifico, debbano sparire dal centro urbano. “Abbiamo inserito – spiega Bova a PressGiochi – delle delimitazione spaziali di 300 metri per i comuni con meno di 5mila abitanti e di 500 metri per i comuni sopra a 5mila abitanti da numerosi luoghi sensibili. Questo criterio di fatto esclude il gioco d’azzardo nei centri urbani. I gestori potranno aprire fuori dai centri, fare anche delle grandi strutture ma avranno 12 mesi di tempo per adeguarsi alle nuove disposizioni. I divieti inoltre sono assistiti da sanzioni che vanno da 2mila a 6mila euro per ogni apparecchio nonché dalla chiusura del locale.

Avrei preferito aprire un casinò per ogni Regione,- ammette il consigliere – perché non sono proibizionista per natura. L’approvazione della legge è prevista entro gennaio, dopo l’approvazione del Bilancio, dopo di che, entro 90 giorni sarà varato il Piano integrato per il contrasto alla prevenzione e riduzione da Gap. Si prevede il marchio no slot, con benefici e vantaggi fiscali per gli esercenti che toglieranno le macchine a differenza di coloro che invece continueranno a detenerle e che non potranno chiedere patrocini della regione Calabria e avere finanziamenti regionali. Anzi, coloro che hanno attualmente finanziamenti in essere, se li vedranno revocati, proprio per sensibilizzare maggiormente sulla questione.

Si vieteranno le pubblicità delle nuove sale sul territorio regionale- ricorda Bova-, le sanzioni erogate rimarranno per l’80% ai comuni e per il 20% alla Regione che li utilizzerà per finanziare corsi di formazione agli  esercenti in collaborazione con la Camera di Commercio”.

 

E l’accordo Stato Regioni? E’ necessario che la Regione continui a portare avanti questo progetto sul gioco?

“Abbiamo tutti salutato con soddisfazione l’accordo Stato Regioni, – spiega Bova – ma al mio Parlamento oggi dico che  è ora di finirla di fare interventi normativi e fiscali incoerenti: si discute di aumentare l’Iva sui beni primari e poi si accetta una tassazione del gioco online ai minimi livelli. E’ un affronto alla dignità umana.

In Conferenza unificata – inoltre – la questione dei limiti orari al gioco ci ha lasciato un po’ di amaro in bocca in quanto ha introdotto limiti orari di sole sei ore. La ritengo una presa in giro, a mio avviso, perché chiudendo nelle ore notturne le sale possono tranquillamente evitare questo limite”.

 

 

La domanda che a noi ovviamente nasce spontanea è come verranno allora tutelati gli investimenti esistenti attuati negli anni dagli imprenditori del gioco; punti vendita, negozi scommesse, sale Bingo, centri che le Regioni si sono impegnati a tutelare con lo scopo di garantire quell’equilibrata “distribuzione nel territorio allo scopo di evitare il formarsi di ampie aree nelle quali l’offerta di gioco pubblico sia o totalmente assente o eccessivamente concentrata”.

 

Non c’è preoccupazione per l’apparato imprenditoriale che potrebbe avere negative ripercussioni da una normativa così estrema e proibizionista?

“Mettiamo in primo piano la tutela della salute delle persone,- ci risponde il consigliere – tuttavia ci facciamo carico anche del mondo di quelle aziende che subiranno ripercussioni negative da questa norma, lo facciamo con varie agevolazioni e fondi di solidarietà. L’anno di tempo previsto per l’attuazione della legge servirà proprio a questo scopo, trovare soluzioni ad eventuali difformità della norma. E’ chiaro che una volta approvata, la legge potrà essere modificata e adeguata alla realtà, per migliorarla. Questa legge è un testo unico sulla legalità che parte dalla cultura, passa per l’usura per arrivare alla tutela dei minori.  Serviranno provvedimenti migliorativi ma intanto diamo un segnale e mettiamo un argine al fenomeno.

Voglio infine invitare – conclude – le associazioni di carattere nazionale sul gioco a darci i giusti consigli per portare avanti in meglio questa legge, dopo 54 audizioni siamo aperti anche in corso d’opera ad incontrare gli imprenditori per avere suggerimenti migliorativi. Dobbiamo trovare delle vie di mezzo che ci permettano di superare questo problema eccessivamente diffuso oggi”.

 

 

Il caso Calabria dovrebbe far riflettere il Governo nazionale su come verrà poi nella pratica applicato  l’accordo di riordino del settore. Probabilmente le preoccupazioni di molti operatori, anche tra i big, non sono del tutto infondate. Ok che l’offerta di apparecchi sia ormai definita ma sulla loro distribuzione la partita è tutta aperta. Lo si faccia oggi, con il decreto attuativo ancora in corso d’opera, affinché il riordino non finisca solo per essere una riforma (malriuscita) da sbandierare da parte del Pd in vista delle nuove elezioni.

 

 

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Cristina Doganini – PressGiochi