02 Maggio 2024 - 01:59

Bianca (Sapar): “Storia di un annunciato fallimento”

Nevola (La Sentinella): “Nel decreto di attuazione dell’intesa, più linearità possibile tra le regioni e le province autonome” Dopo la comunicazione del presidente di Sapar, Raffaele Curcio, anche il segretario

08 Settembre 2017

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Nevola (La Sentinella): “Nel decreto di attuazione dell’intesa, più linearità possibile tra le regioni e le province autonome”

Dopo la comunicazione del presidente di Sapar, Raffaele Curcio, anche il segretario Nazionale Corrado Luca Bianca, commenta con preoccupazione l’accordo raggiunto ieri in Conferenza Unificata sui giochi.

“Il 2016 si chiudeva con una gran bella notizia! Matteo Renzi perde il referendum!

Ricordate il famoso slogan elettorale “toglieremo le slot da Bar e tabacchi”?

Ammetto che in quei giorni mi illusi che le sorti del settore potevano cambiare.

Illusione svanita dal Presidente della Repubblica che ha dato vita ad un nuovo Governo non eletto dal Popolo.

Scrivemmo subito al nuovo Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, per richiedere l’avvio di un tavolo di confronto sul gioco pubblico e sul relativo riordino, ribadendo la volontà di collaborare con il Governo e con tutti i protagonisti del settore alla definizione di un quadro organico; ribadimmo che la strada da percorrere non era il proibizionismo.

Già ad inizio anno denunciammo al Presidente Gentiloni che un semplice taglio lineare del numero delle new slot, la definizione di distanze minime dai cosiddetti luoghi sensibili e la limitazione degli orari di gioco rischiavano di rivelarsi un’arma spuntata nel contrasto al GAP.

L’unico effetto di queste iniziative sarebbe stato quello di far arretrare l’offerta di gioco legale, a tutto vantaggio dell’offerta illegale non controllata e disinteressata a qualsiasi principio di tutela del giocatore.

“Il settore non va annullato ma gestito, altrimenti si riconsegna in mano alla criminalità” a dire queste parole è stato il Generale della Guardia di Finanza del comando provinciale di Bari.

Questi sono stati i chiari e semplici concetti ribaditi dalla SAPAR nelle molteplici audizioni alla quale ha preso parte.

 

Sono stati più di 100 gli appuntamenti avuti dall’ Associazione, manifestazioni/riunioni con i soci/ audizioni; insomma l’attività associativa è stata molto intesa.

In quasi tutte le riunioni avute con gli operatori ho riscontrato un unico filo conduttore ed un unico sentire comune ovvero la rabbia, l’amarezza, la delusione che vivono in questo periodo la quasi totalità delle aziende di gestione.

Abbiamo assistito anche a trasmissioni di prima serata che scelgono di occuparsi di gioco in modo teatrale per imbonirsi l’opinione pubblica; purtroppo le slot sono ormai diventate un capro espiatorio. Ci sono offerte di gioco come le Videolottery, i Gratta & Vinci e il Lotto che non vengono mai citate o presi in considerazione.

 

Nel mese di marzo c’è stata ENADA PRIMAVERA, che si è confermata la fiera di riferimento del Sud Europa per tutta la filiera del gioco legale e delle imprese connesse ai luoghi del divertimento, con focus sulla formazione professionale di chi lavora nel mondo del gaming e dell’amusement, un sistema che in Italia vanta 6.000 imprese e 300.000 addetti.

In occasione di questa edizione di Enada Primavera abbiamo rivolto una particolare attenzione all’amusement, un settore importante non solo dal punto di vista dello sviluppo economico e occupazionale, ma anche sotto il profilo della socialità e dell’incontro.

 

Sugli apparecchi Comma 7 confidiamo nel lavoro della Commissione Europea.

Abbiamo presentato un esposto in cui si denuncia l’incompatibilità dell’ordinamento italiano con il diritto dell’Unione Europea in materia di libera circolazione delle merci e dei servizi, con particolare riferimento alle transazioni commerciali per gli apparecchi senza vincita in denaro; passo fondamentale per il rilancio del settore che passa anche attraverso lo sviluppo di nuovi prodotti e la libera circolazione degli apparecchi nel mercato comunitario.

Al riordino normativo deve aggiungersi anche una vera e propria strategia di rilancio dell’amusement, da definire insieme agli interlocutori istituzionali, articolata su incentivi alla produzione, allo sviluppo e all’installazione di nuove tipologie di prodotto. L’obiettivo è la ripresa degli scambi industriali, della commercializzazione dei prodotti ludici e l’importazione di apparecchi di nuova generazione. Solo così riusciremo a dare nuovo slancio ad un segmento di mercato che, oltre a rappresentare una fonte di sviluppo economico e occupazionale, presenta aspetti di grande importanza sotto il profilo dell’incontro e della socializzazione.

Grande ed intenso è stato anche il lavoro fatto a Genova

Il presidente Toti ha posticipato l’entrata in vigore della legge regionale che avrebbe avuto conseguenze pesanti per aziende e lavoratori del settore, con effetti estremamente negativi in termini occupazionali. Senza dimenticare il colpo che sarebbe stato inflitto al gioco legale, a tutto vantaggio dell’offerta illegale; continueremo ad avere rapporti con l’amministrazione per cercare di addivenire a soluzioni che tengano in considerazione anche gli interessi delle aziende liguri.

Ad aprile siamo entrati nel vivo della discussione sulla Manovrina; la Corte dei Conti lanciò un avvertimento che a mio avviso è stato molto chiaro. Per i giudici contabili il settore è arrivato a saturazione, con una tendenza alla riduzione della resa media dei giochi in termini di utili netti per l’erario.

Dopo tale intervento così autorevole è diventato ancora più incomprensibile l’accanimento verso la rete fisica degli apparecchi e l’indulgenza verso altre offerte, come ad esempio il gioco on line.

La discussione politica si è incentrata sullo smantellamento di una rete fisica composta da circa 85.000 pubblici esercizi, 6500 aziende di gestione, condannandole alla chiusura, distruggendo posti di lavoro.

A fine aprile venne lanciato l’avvertimento che qualora ci fosse stato l’ennesimo aumento della tassazione sugli apparecchi da intrattenimento previsto dalla cosiddetta “Manovrina”, l’Associazione Sapar sarebbe scesa in piazza contro un intervento che rischiava  di mettere in ginocchio un intero settore.

La manifestazione ahimè si è poi tenuta mercoledì 3 maggio, in Piazza Montecitorio; ancora una volta la Sapar è stata in prima linea nella difesa di un settore non soltanto capace di generare reddito, ma anche sviluppo economico, occupazione ed entrate erariali.

Subito dopo la manifestazione, l’Associazione è stata convocata in audizione dalle Commissioni Bilancio di Camera e Senato.

In quell’occasione abbiamo depositato ed illustrato una proposta per riequilibrare l’aumento della tassazione sui giochi; lo studio presentato dimostrava, tra gli altri aspetti, che il settore delle AWP negli ultimi anni è cresciuto solo del 3.7%, mentre il contributo erariale garantito è aumentato del 42.9%, con una crescita di oltre 1,3 miliardi di euro. I giochi on line, al contrario, sono cresciuti del 42.9%, ma la loro contribuzione erariale è aumentata di soli 30 milioni di euro. Singolare il caso dei giochi numerici a totalizzatore che, di fronte ad una raccolta lievitata del 33%, hanno versato all’erario 81 milioni di euro in meno. La proposta SAPAR prevedeva un aumento dell’incidenza della tassazione per le offerte di gioco che ad oggi contribuisco meno, a partire dal gioco on line e dai giochi a base sportiva.

Inoltre si ribadiva che la riduzione del pay-out al 68%, che alcune associazioni del settore gioco avevano suggerito e paventato di fronte alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, sarebbe stata insostenibile per tutti gli operatori degli apparecchi da intrattenimento.

Nonostante le istanze presentate in commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato, apparentemente recepite, ma di fatto ignorate, la “manovrina” non è stata minimamente modificata, anzi ulteriormente inasprita dall’emendamento presentato dal Mef.

Per questo motivo la SAPAR è scesa nuovamente in piazza per manifestare contro un intervento che ha messo in ginocchio un intero settore. La seconda manifestazione si è tenuta mercoledì 31 maggio, sempre in Piazza Montecitorio.

Ci troviamo tristemente di fronte ad un periodo di forti, insensati e penosi cambiamenti: l’aumento della tassazione imposto e la riduzione del parco macchine.

Il 3 agosto c’è stato il “quasi raggiunto” accordo della Conferenza Stato-Regioni; a settembre la presunta definitiva firma finale.

Quale è stata la chiave di volta? “A Regioni ed enti locali spetterà il compito di definire, nei rispettivi piani urbanistici, criteri che permettano un’equilibrata distribuzione nel territorio, con lo scopo di evitare che si creino zone dove il gioco pubblico sia o totalmente assente o eccessivamente concentrato” tradotto dal politichese continueranno ad esserci migliaia e migliaia di situazioni normative territoriali differenti; quindi l’unica cosa positiva che ci si poteva attendere da questa conferenza Stato Regioni, ovvero un’unica linea coerente su tutto il territorio italiano, non ci sarà!

Nel mese di Settembre il terrificante quadro si è ulteriormente definito.

Il 01/09 viene pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto ministeriale attuativo della norma di legge relativa alla riduzione del numero dei nulla osta AWP; decreto che definisce l’aliquota del 34,9% la riduzione del parco newslot.

Ci si aspettava dal tanto attesto decreto dei criteri per definire quali macchine e soprattutto chi doveva fare la scelta degli apparecchi da togliere; ma ahimè anche in questo caso le aspettative sono state inattese.

Monitoreremo tutte le “mosse” che faranno i concessionari ed ovviamente inizieremo tutta una serie di ricorsi legali per tutelare gli interessi delle aziende di gestione.

Infine ieri 07 settembre leggo sulla stampa dopo l’ennesima riunione della conferenza: l’intesa è fatta! Riordino giochi. Baretta: “L’accordo fornirà un quadro nazionale unico”

Tutto palesemente Falso! visto che lo stesso Presidente della Regione Emilia Romagna e presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, al termine della seduta ha dichiarato:

“La legge sui giochi? Probabilmente ognuno di noi l’avrebbe scritta diversamente, perché le Regioni hanno storie molto diverse, anche dal punto di vista legislativo, però abbiamo ottenuto, io credo, la risposta principale: il fatto che le distanze e gli orari siano decisi a livello locale”

Quindi sarei felice di sapere dov’è questo “Quadro nazionale unico”.

Ora io mi domando… come si può uscire da questo tunnel? …d’impulso risponderei con una rivoluzione di piazza! visto che non solo il nostro settore è massacrato da una politica ignorante, superficiale e approssimativa… Riflettendoci però penso che la soluzione sia l’unione e la consapevolezza che noi gestori siamo una parte fondamentale del settore; uniti e convinti delle nostre risorse e dei nostri diritti ce la faremo!

Inizieremo la stagione dei corsi e ricorsi storici!”.

 

PressGiochi

 

Baretta: “La salvaguardia degli investimenti resta un punto fermo dell’intesa”

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