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Mammamafia. Con 718 sale slot Roma si conferma capitale del gioco d’azzardo

Roma capitale di Italia ma anche “capitale” del gioco d’azzardo. Facile da immaginare direbbe qualcuno ma difficile e faticoso da mandar giù nel rapporto “Mammamafia” realizzato dall’associazione “Terrelibere” e “daSud”

25 Settembre 2015

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Roma capitale di Italia ma anche “capitale” del gioco d’azzardo. Facile da immaginare direbbe qualcuno ma difficile e faticoso da mandar giù nel rapporto “Mammamafia” realizzato dall’associazione “Terrelibere” e “daSud” presentato presso l’Istituto Ambrosoli di Roma alla presenza dell’Assessore a Roma Produttiva, Marta Leonori.

Roma si conferma quindi centro del gioco con 718 sale slot censite dagli Open data del Comune a giugno 2013, per un totale di oltre 50mila slot-machine e vlt, comprese le 900 postazioni di gioco della sala di Re di Roma, una delle più grandi d’Europa. Una città che tende ad attrarre anche i clan che, spiega la relazione 2013 della Direzione nazionale antimafia (Dna), «hanno anche sviluppato adeguate professionalità specializzando, per così dire, alcuni affiliati» e stretto alleanze con imprenditori che hanno fiutato le potenzialità del business.
Rilevante poi il dato che riguarda la spesa pro-capite per il gioco nella Capitale, passata dai 500 euro del 2004 ai 1.200 euro nel 2011. Per avere un’idea della dimensione del fenomeno, rileva il rapporto, «è sufficiente considerare che a Roma vi sono più di mille circoli e ogni macchina da gioco incassa circa 2-3mila euro al giorno».

Secondo la relazione, nel 2013 le regioni dove il gioco d’azzardo clandestino era più praticato sono Campania, Sicilia, Lazio: alla prima vanno il 29% dei punti clandestini di scommesse sequestrati nel 2014, alla Sicilia il 22% e al Lazio l’11%. Inoltre, sempre nel 2013, nel Lazio sono stati spesi 7,2 miliardi per tentare la fortuna. Una cifra pari al 4,5% del Pil regionale.

 

“Il gioco significa libertà – afferma l’assessore regionale Rita Visini – ma l’azzardo è una schiavitù: non può essere un gioco. In questo modello il denaro rappresenta l’unica speranza per una vita migliore, ma dove ci sono i soldi si annida la criminalità organizzata”.

“Il gioco d’azzardo si svolge in luoghi precisi – prosegue Visini- Le sale slot e le tabaccherie dove giocare sono tantissime, nascono come funghi e sono sempre luoghi oscurati perché succedono cose, se non illegali, sicuramente al limite della legalità. Per contrastare questo fenomeno- conclude- la regione Lazio si è dotata di una legge contro il gioco d’azzardo, destinando più di un milione di euro per servizi di assistenza a chi ne ha bisogno”.

 

Per contrastare questo fenomeno, «’c’è una delibera a firma del consigliere Claudio Nanni, ora al vaglio delle commissioni, che prevede delle limitazioni geografiche sul posizionamento delle slot-machine» che secondo quanto prevede la delibera «devono trovarsi ad una certa distanza dalle scuole», ha spiegato l’assessore Leonori. La delibera prevede anche l’obbligo per i gestori di affiggere all’interno del locale messaggi ed insegne che dissuadano dal gioco.

Ma gli sforzi degli enti locali per contrastare il dilagare del gioco d’azzardo rischiano di essere insufficienti: “Abbiamo bisogno di più poteri per governare la città- dichiara Marta Leonori -. Abbiamo alzato tutte le tariffe per i bar dove si gioca e le sale slot; abbiamo cancellato quasi 2000 imprese che avevano un indirizzo fittizio; abbiamo approvato una modifica al piano regolatore per gli impianti pubblicitari, dove abbiamo scritto che alcuni messaggi, come quelli sul gioco d’azzardo, non sono consentiti. Ma queste misure non sono sufficienti senza uno sforzo coerente di tutte le istituzioni, anche nazionali”.

“Fino a qualche anno fa – conclude Leonori- si diceva che a Roma non c’era la Mafia. Adesso sappiamo che c’è, e abbiamo paura di non farcela. Ma dobbiamo reagire, partendo dal lavoro delle istituzioni e dalle iniziative dei cittadini”.

 

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