01 Maggio 2024 - 23:21

Il Consiglio di Stato ‘salva’ Global Starnet. La concessione resta in piedi fino alla Cassazione. Prossima tappa al Tar Lazio il 23 novembre

Global Starnet ottiene un’ordinanza cautelare al Consiglio di Stato che le permetterà di proseguire l’attività per un altro anno e mezzo, circa. I giudici di Palazzo Spada hanno infatti sospeso

16 Novembre 2022

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Global Starnet ottiene un’ordinanza cautelare al Consiglio di Stato che le permetterà di proseguire l’attività per un altro anno e mezzo, circa.

I giudici di Palazzo Spada hanno infatti sospeso la sentenza che avevano emesso a settembre 2021 e che poi aveva consentito ad ADM di revocare definitivamente la concessione. Intanto però si stanno muovendo anche gli amministratori giudiziari che gestiscono la compagnia dal 2015, anche loro hanno impugnato la revoca della concessione di fronte al Tar Lazio, e discuteranno la richiesta di sospensiva il 23 novembre, mercoledì della prossima settimana.

La storia della Global è ingarbugliatissima, ci sono filoni che partono dieci, anche quindici anni fa, e si intrecciano con altri filoni altrettanto difficili da dipanare.

Sulla scena ci sono diversi attori: la compagnia e i suoi proprietari, gli amministratori giudiziari e il Gip di Roma che li ha nominati, l’Agenzia delle Dogane, i gestori che controllano la rete, senza dimenticare la Corte dei Conti con la sua sanzione da 335 milioni di euro.

Ognuno difende un interesse differente, tanto che ormai sembra impossibile trovare una soluzione che vada bene a tutti. Basti dire che l’ADM sta cercando di staccare la spina definitivamente alla compagnia, mentre il Gip di Roma vuole mantenerla in tutti i modi in vita. E entrambi stanno cercando di tutelare degli interessi pubblici.

Questo scontro nasce con l’inchiesta Rouge et Noir del 2015, ma bisogna dire che la compagnia navigava in cattive acque da anni, era già finita nell’inchiesta sui finanziamenti facili della BPM e sottoposta a amministrazione straordinaria perché si temevano infiltrazioni mafiose. Quel filone si era risolto in un nulla di fatto, ma gli inquirenti erano venuti a sapere di alcune operazioni opache che poi avrebbero portato alla nuova operazione, la Rouge et Noir appunto.
La compagnia aveva infatti diverse pendenze con il fisco da saldare, ma non era in difficoltà economiche. In quegli anni infatti trasferì oltre 200 milioni di euro di euro a delle società estere che facevano parte dello stesso gruppo. Per pagare le tasse dovute al nostro erario, invece, chiese e ottenne di poter far ricorso alla rateizzazione. Si tratta di un istituto previsto dalla legge che però dovrebbe essere utilizzato solo quando una compagnia si trova in crisi di liquidità.

In questo caso invece – sostengono i magistrati che hanno avviato l’indagine – i soldi c’erano.

Inoltre, sempre secondo quanto hanno appurato gli inquirenti, quei denari una volta trasferiti all’estero vennero usati per operazioni poco chiare, probabilmente anche per corrompere personaggi illustri. Si ipotizza siano serviti addirittura per acquistare la casa di Montecarlo un tempo di proprietà di Alleanza Nazionale. Nel processo che si sta svolgendo di fronte al Tribunale di Roma, infatti, insieme ai vertici della Global sono imputati anche Gianfranco Fini, Amedeo Laboccetta e la famiglia Tulliani. E tra i vari capi di imputazione ci sono riciclaggio internazionale e corruzione.

Il Gip di Roma pone nuovamente la compagnia in amministrazione giudiziaria, con l’obiettivo di tutelare gli interessi dello Stato. Qualora le accuse si rivelino fondate, si provvederà alla confisca degli asset. Ma questo vuol anche dire che la compagnia deve rimanere in piedi fino a quel momento, altrimenti non ci sarà nulla da confiscare.

Addirittura – sottolineano gli esperti del settore – se mai si arriverà a indire la nuova gara, gli amministratori dovranno partecipare.

Una volta partita l’inchiesta, tuttavia, ADM avvia l’iter per revocare la concessione, spiegando che è venuto meno il rapporto di fiducia con la compagnia. La proprietà della Global impugna immediatamente il provvedimento, tra primo e secondo grado si arriva a settembre 2021, quando appunto il Consiglio di Stato legittima l’operato dell’Amministrazione. La sentenza però per diversi mesi sembra non produrre effetti. All’inizio dell’estate 2022 ADM si trova costretta a prorogare le concessioni degli apparecchi – anche questa gara deve essere rinviata in attesa che si risolva l’impasse sui distanziometri regionali – e nel provvedimento specifica che della proroga beneficeranno tutti gli operatori tranne la Global. Quest’ultima, in virtù della sentenza del Consiglio di Stato, cesserà definitivamente le operazioni alla fine di quest’anno.

Contro questo provvedimento si muovono anche gli amministratori giudiziari, proprio perché mette a rischio quegli asset fondamentali per soddisfare le pretese dello Stato.

Depositano un ricorso al Tar, l’udienza per chiedere la sospensiva si terrà il 23 novembre appunto, ma la questione potrebbe essere superata, vista l’ordinanza che ha emesso qualche giorno fa il Consiglio di Stato.

I giudici di Palazzo Spada hanno infatti sospeso la sentenza del 2021 che reggeva il provvedimento dei Monopoli. E tra le varie motivazioni hanno anche ricordato l’esigenza di svuotare gli asset. Ma hanno anche ricordato che occorre attendere che la Cassazione si pronunci su un altro ricorso, sempre intentato dalla proprietà della compagnia. In questo caso si sostiene che il Consiglio di Stato abbia superato i propri poteri. Se la Suprema Corte lo accogliesse, annullerebbe direttamente la sentenza del 2021 e quindi cancellerebbe il provvedimento che ha consentito a ADM di revocare la concessione. Ma appunto ci vorrà un anno, forse un anno e mezzo, perché la Cassazione si pronunci.

 

 

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