01 Maggio 2024 - 23:45

Dl Cura Italia: lo slittamento dei versamenti da parte del settore del gioco costeranno all’Erario 1,5 mld

Il differimento dei termini per il versamento del prelievo erariale unico (c.d. PREU) sugli apparecchi new slot (AWP) e video lottery (VLT) previsto dal decreto Cura Italia per far fronte

24 Marzo 2020

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Il differimento dei termini per il versamento del prelievo erariale unico (c.d. PREU) sugli apparecchi new slot (AWP) e video lottery (VLT) previsto dal decreto Cura Italia per far fronte all’emergenza Covid-19 non  producono effetti sostanziali sulle entrate erariali, in quanto il versamento dell’imposta dovuta avverrà entro l’anno 2020, con pagamento degli interessi legali.

 

Come riporta il servizio Bilancio del Parlamento in merito al Decreto Cura Italia, la chiusura delle sale bingo, e il mancato versamento della proroga per il mese di marzo comporterà un mancato introito nelle casse dello Stato di 1,477 MI di euro /mese (€ 7.500 mensili x 197 sale attive)

 

– La proroga di tre mesi del termine per l’indizione della gara per l’attribuzione delle concessioni in materia di Scommesse consente l’indizione della stessa entro l’anno 2020; per quanto riguarda la gara per l’attribuzione delle concessioni in materia di Bingo, lo spostamento del termine per l’indizione dal mese di settembre al mese di dicembre 2020 ed il conseguente allungamento del periodo di proroga, non comporta oneri sul bilancio dello Stato, trattandosi di proroga onerosa.

– Per quanto riguarda la gara apparecchi, la norma non ha previsto stime di gettito per il 2020. Considerato che la proroga prevista è di soli 3 mesi la stessa non pregiudica gli incassi attesi in quanto sarà possibile assegnare le concessioni entro il 2021 con conseguente versamento degli importi posti a base di gara nei termini previsti dalla norma.

– La proroga dell’entrata e regime del registro unico a decorrere dall’anno 2021 comporta un minor gettito stimato di 27,92 MI€ solo per il 2020.

– Alla proroga sull’entrata in vigore degli apparecchi che consentono il gioco da remoto, non si ascrivono effetti finanziari.

 

 

Al riguardo si rappresenta che la chiusura di sale ed esercizi commerciali disposta con i DPCM varati per far fronte all’emergenza sanitaria nei quali trovano collocazione gli AWP e VLT ha indubbi riflessi in ordine alla raccolta del PREU che, si ricorda si sostanzia in un prelievo in termini percentuali sulle somme giocate . Inoltre si rinvengono conseguenze onerose anche rispetto agli incassi a titolo di imposte dirette ed IRAP che risentiranno dei minori redditi percepiti dagli operatori della filiera nel periodo interessato dalla sospensione.

 

Si ricorda che i citati DPCM sono stati adottati ai sensi del DL n. 6 del 2020 e, nello specifico, dell’art. 3 del decreto – che reca una clausola di invarianza finanziaria – ed in relazione al quale la RT associata non ascriveva effetti finanziari in quanto norme di carattere ordinamentale . Nella nota di lettura del servizio del bilancio, in relazione al citato decreto si è osservato che “Si ritiene meritevole di una valutazione l’impatto in termini di gettito fiscale riveniente dalle zone più colpite dall’epidemia, che la stessa adozione delle misure emergenziali potrebbe determinare, attraverso una contrazione delle ordinarie attività economiche“.

 

Sarebbe necessario poter disporre di una stima delle minori entrate a titolo di PREU e di imposte dirette per le quali non è stata fornita né la quantificazione né la relativa copertura finanziaria in occasione del varo dei richiamati DPCM, in elusione della clausola di neutralità finanziaria prevista nel DL n. 6 del 2020.

 

Si ricorda che norma dell’art. 17, comma 13, della legge di contabilità e finanza pubblica (L. n. 196 del 2009) Il Ministro dell’economia e delle finanze, allorché riscontri che l’attuazione di leggi rechi pregiudizio al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica, assume tempestivamente le conseguenti iniziative legislative al fine di assicurare il rispetto dell’articolo 81 della Costituzione.

In relazione a quanto disposto dal comma 2, la RT contabilizza gli effetti di minori entrate relative ad un mese (pari a 1,48 mln di euro). Si rappresenta peraltro che la norma consente il mancato pagamento del canone a decorrere dal mese di marzo e per tutto il periodo di sospensione dell’attività, anche per effetto di eventuali successive integrazioni e modificazioni al DPCM dell’8 marzo 2020. Gli oneri associati alla disposizione (riferiti ad un mese) andranno riconsiderati nel corso dell’esame del DDL di conversione del decreto per l’eventualità in cui la sospensione dovesse perdurare oltre marzo interessando anche il mese di aprile o oltre .

Con riferimento al comma 3, si rileva un significativo disallineamento tra quanto dispone la norma (ossia il differimento di sei mesi delle gare) e quanto si legge in RT che effettua le sopra riportate valutazioni in relazione ad un termine di tre mesi. Appare necessario una integrazione della RT sul punto.

In ogni caso, con riferimento alla gara scommesse si ricorda che la RT annessa all’art. 24 del DL n. 124 del 2019 – da bandire entro il 30 giugno 2020 – aveva associato maggiori entrate per il l’anno 2020, a titolo di una tantum, pari a 65,7 mln di euro. Lo slittamento di sei mesi rende oltremodo difficile realizzare gli incassi attesi nel 2020.

 

 

Quanto alla gara Bingo, si ricorda che la RT riferita al secondo comma dell’art. 24 del DL n. 124 del 2019 ascriveva alla gara maggiori entrate, contabilizzate nei saldi di finanza pubblica, pari a 17 mln di euro per l’anno 2020. Considerato che la gara si sarebbe dovuta indire entro il 30 settembre 2020, il differimento di sei mesi rende impossibile incassare la predetta somma entro l’anno.

 

In relazione alla gara AWP- VLT si ricorda che le entrate associate erano state riferite agli anni 2021 e 2022, rispettivamente pari a 916.250 mln di euro. Occorre in ogni caso una valutazione riferita ad un differimento di sei mesi (e non già di tre).

 

In ordine alla proroga concernente il registro unico, si riscontra positivamente l’onere indicato che corrisponde alle maggiori entrate contabilizzate nei saldi di finanza pubblica in relazione alla misura.

 

 

 

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