04 Maggio 2024 - 07:53

Pvr, sottobanchi e infiltrazioni mafiose. Il nuovo ombrello legale sulle scommesse illegali

Di Riccardo Calantropio Quando si parla di “sottobanchi”, ormai, si sta parlando implicitamente di infiltrazioni mafiose nel settore scommesse. Le organizzazioni mafiose, come hanno dimostrato, da tempo, le molteplici indagini

09 Giugno 2022

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Di Riccardo Calantropio

Quando si parla di “sottobanchi”, ormai, si sta parlando implicitamente di infiltrazioni mafiose nel settore scommesse.

Le organizzazioni mafiose, come hanno dimostrato, da tempo, le molteplici indagini della DIA, operano nel settore delle scommesse tramite i “sottobanchi” collegati a siti esteri punto.com, gestiti quasi sempre dalle stesse organizzazioni mafiose.

Prima del 2000, la mafia operava solo nel mercato delle slot machine, specialmente nel periodo in cui non erano collegate alla SOGEI, e come si sa, il controllo del territorio da parte delle mafie, rispetta le loro regole. Una spartizione territoriale in zone, dove comandano le famiglie mafiose del luogo.

Da parte mia, conoscevo questa realtà del controllo mafioso del territorio fin dal 1975, quando avevo ereditato da mio padre, insieme ai miei due fratelli, complessivamente un terzo delle azioni della Navalmeccanica SPA, una società di oltre 500 dipendenti, che operava, tramite appalti, nel campo della prefabbricazione, montaggi e manutenzione di impianti petrolchimici e nella manutenzione delle petroliere che attraccavano nei pontili del siracusano, il più grande polo petrolchimico d’Italia.

Il problema del controllo del territorio da parte delle organizzazioni mafiose, l’ho ritrovato, mio malgrado, dopo il 2000 nel settore delle scommesse, visto che nel 1999, avevo vinto nel primo bando di gara una concessione ippica e una sportiva.

Conoscendo il settore, mi sono sempre rifiutato, categoricamente, di accettare nella mia agenzia di Siracusa le slot machine, nonostante le forti pressioni. Già dal 1976, operando in quell’ambiente, sapevo come trattare con certi ambienti, ovvero rispetto reciproco, ma senza scendere a compromessi. Ho accettato le slot machine, e dopo le VLT, solo quando erano gestite direttamente dalla SNAI, che avevo come provider per le mie concessioni AAMS, e dopo il 2013 dalla Sisal, a cui cedetti la mia agenzia di Siracusa, rimanendo gestore fino al 2018.

Naturalmente non ho mai accettato i “sottobanchi”, ma sapevo che erano gestiti dalle mafie.
Quando, nel 2020, stavo per inviare l’email pubblica ad ADM e ai sottosegretari al MEF Villarosa e Baretta, avevo contattato alcune associazioni di gestori nate da poco per coinvolgerli, ma non ne vollero proprio sapere, tranne un paio. Probabilmente avevano paura delle ritorsioni, o erano consapevoli che molti gestori accettavano, loro malgrado o preferibilmente, da tempo, i “sottobanchi”.
ADM, ormai, dopo quanto si è già pubblicato, è perfettamente consapevole dei problemi legati ai PVR e ai “sottobanchi”. Per cui se non si vuole fare un favore alle mafie, e si vuole la legalità e una concorrenza leale nel settore giochi e scommesse, consiglierei di non ostacolare le sue scelte.

I PVR sul territorio italiano sono circa 25000 e il 75% opera nel centro sud, e principalmente in Campania e i Sicilia, ovvero dove il controllo delle organizzazioni mafiose sul territorio è maggiore. I PVR sono, in pratica, il nuovo ombrello legale dei sottobanchi. Consiglierei di controllare quanto incassano ognuno dei PVR puri, ovvero, senza retail, e se sono cifre insufficienti, probabilmente il resto lo guadagnano con i sottobanchi.

Uno dei metodi più collaudati per proporre i sottobanchi collegati a siti online.com, controllati dalle varie mafie, è quello di avvicinare i procacciatori di PVR, CTD e Centri scommesse, e tentare di “convincerli”, con i loro “metodi”, a proporre oltre i centri scommesse e i PVR legali, anche i sottobanchi. A volte ci riescono, specialmente nelle regioni del Sud, come Campania, Sicilia e Calabria. Solo dopo i bookmakers o i concessionari se ne rendono conto e fanno piazza pulita. Ho avuto esperienze dirette. Da qui, consiglierei di monitorare spesso sia da parte dei concessionari e sia da parte di ADM e delle forze dell’ordine questi “professionisti”.

Altro aspetto è che non si può escludere che gli stessi concessionari, visti gli elementi con cui si ha a che fare, preferiscono non denunciare quando scoprono questi episodi. Questa è la dura realtà con cui si ha a che fare, specialmente in regioni, dove il controllo del territorio è più pressante.

Del resto l’influenza delle mafie, da sempre, si basa sul controllo del territorio, e di conseguenza, per pubblicizzare e diffondere i sottobanchi di siti online illegali, si serve di alcuni gestori di PVR e centri scommesse legali.

Altro problema è quindi superare le reticenze di gestori onesti a segnalare i sottobanchi, se ne vengono a conoscenza tramite i loro stessi clienti. Lasciamo operare ADM e le forze dell’ordine, che sanno quello che fanno, e non ostacoliamoli con azioni che alla fine favoriscono i sottobanchi delle mafie.

 

 

 

 

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