03 Maggio 2024 - 19:14

Nudge nel gioco. Casu (PD): “Creare un ecosistema favorevole verso la consapevolezza delle persone aiuta a fare prevenzione”

Si è tenuto oggi nella prestigiosa sede della Università LUMSA in Via di Porta Castello 44, Sala Pia, la presentazione del progetto condotto da BVA Doxa e dalla BVA Nudge

12 Dicembre 2023

Print Friendly, PDF & Email

Si è tenuto oggi nella prestigiosa sede della Università LUMSA in Via di Porta Castello 44, Sala Pia, la presentazione del progetto condotto da BVA Doxa e dalla BVA Nudge Consulting dal titolo “Gentilmente Responsabili – Le scienze comportamentali per un gioco consapevole”.

Il progetto è stato illustrato dall’esperto di fama internazionale Ted Utoft – Chief Growth Officer BVA Nudge Consulting Global, insieme alla Dottoressa Sonia Biondi e dalla Dottoressa Anna Luciano, coadiuvati da un pool di Senior Researcher tra i quali Dott. Davide Cilia e Dott. Francesco Bettoli di BVA Doxa.

“C’è un dibattito pubblico internazionale sul tema dell’utilizzo dei nudge per favorire comportamenti di vita migliori anche nel gioco.

Anche altri grandi Paesi – ha affermato il deputato Andrea Casu del PD ed esperto della materia partecipando all’evento – hanno scelto questa impostazione, pensiamo che i grandi centri commerciali usano le scienze comportamentali per spingere i consumatori all’acquisto. Su tanti temi, un approccio comportamentale può fornire un miglior risultato a un costo minore. Questa rivoluzione non viene percorsa dal settore pubblico.

Il tema del gioco ha tantissime sfaccettature, e ho fatto una proposta per intervenire con i nudge. Pensiamo al registro delle autoesclusioni. Riusciamo a sostenere il giocatore a fare in modo che riesca a capire come fermarsi. Impossibile vietare il gioco e la tragedia della ludopatia senza rendere consapevole il giocatore dei rischi che corre.

L’Italia deve sfruttare lo strumento dei nudge per creare un ecosistema favorevole verso la consapevolezza delle persone. L’uso delle parole giuste ha molte conseguenze e ci aiuta a creare un ambiente diverso con cui ci si può approcciare.

Su tanti temi, dal gioco al codice stradale, se adottiamo un approccio comportamentale creiamo tante occasioni per avvicinarci agli obiettivi che abbiamo e avvicinandoci alle persone mettendole nelle condizioni di avere tutte le informazioni per agire senza avere la presunzione di limitare le scelte degli individui”.

Un gruppo di ricercatori di alto spessore con specifiche competenze sia sul game che sulle scienze comportamentali, ha consentito di portare finalmente in Italia le Behavioural Science ampiamente usate da governi ed aziende d’oltralpe ma ancora troppo poco conosciute in Italia, usandole su una categoria così difficile e controversa. La base fondamentale dei Nudge o anche spinte gentili, è che siano sempre etici “e questa è stata la parte più sfidante dell’intero processo”, afferma Sonia Biondi “ma ci siamo riusciti. Anzi forse per una volta siamo i primi ad aver capito che forse è proprio in mercati come questo che più ce né bisogno”.

“Attraverso le ricerche fatte in precedenza – ha spiegato Biondi – siamo andati a cercare di capire le chiavi del cambiamento e le barriere che impediscono un gioco responsabile in chi ha la voglia di giocare in maniera responsabile e che se aiutato può farlo in maniera più semplice: fare quindi prevenzione.

Le scienze comportamentali possono aiutare, per questo siamo andati nei punti vendita per capire quali fossero i punti nei quali usare i nudge. Abbiamo seguito i giocatori da quando entrano a quando escono dalla sala.

Abbiamo creato tanti nudge, come ad esempio mettendo stimoli per far capire lo scorrere del tempo.

Si deve aiutare il giocatore ad interrompere il gioco affinché rimanga nella sfera responsabile. Il non giocatore vede il giocatore come rovina famiglia e perditempo. Invece, va riconosciuta questa parte di divertimento perché non tutti i giocatori sono ludopatici” ha spiegato.

 

Le scienze comportamentali infatti non studiano le motivazioni bensì analizzano il comportamento, agiscono su di esso, indicano la via per comportamenti etici perché il gioco non è solo patologico, il gioco è anche e soprattutto desiderio di socialità, di connessione e comunità con altri, è sfida e sana adrenalina.

Il processo comportamentale ha avuto inizio dall’esplorare e approfondire quale è il journey del giocatore, quali sono i punti nevralgici all’interno delle sale giochi o dei punti vendita, dove una spinta gentile avrebbe ottenuto maggior risultato, verificando driver e barriere al gioco consapevole. Per questo è stata utilizzata un’altra disciplina molto importante l’etnografia, coniugando dunque l’antropologia culturale che studia l’essere umano all’interno del contesto sociale attraverso delle interviste etnografiche, alle scienze comportamentali che individuano i processi decisionali alla base delle azioni.

Il progetto ha lavorato su due livelli quello dell’opinione pubblica per cercare di eliminare la stigmatizzazione ormai diffusa verso i giocatori, e quella dei giocatori per ricordargli, sussurargli, indicargli la via che li porti ad apprezzare la parte di benessere insita in un gioco consapevole prima che diventi un tunnel in cui ci si incanala senza chiedersi perché e dove arriva. Tutto questo serve perché è proprio per rendere i giocatori consapevoli, gentilmente responsabili, che è stato condotto questo progetto di ricerca multidisciplinare. E’ solo fornendo “pungoli” al punto giusto che si può aiutare il giocatore a ripristinare la parte ludica e sana del gioco, a fermarsi al momento giusto, a giocare per il gusto di farlo. E questi stimoli non devono essere invasivi, devono essere sussurrati lasciando sempre eticamente il libero arbitrio all’individuo. I Nudge non impongono, indicano, è per questo che poi funzionano.

Giuliani (ADM): “Dovremmo imparare a parlare di gioco e fare attenzione al linguaggio usato”

“La percezione sul gioco è sempre importante. Avete parlato anche del giudizio che il non giocatore ha del giocatore: spesso ADM e gli stessi concessionari parliamo al rischio di far spostare le giocate sul mercato illegale perché partiamo dal presupposto che c’è una percentuale di giocatori disposta ad andare sul mercato illegale. Quindi interveniamo con politiche che danno l’immagine di giocatori pronti a giocare nell’illegalità. Questa è una immagine devastante. Quindi per prima cosa dovremo essere attenti al linguaggio e ad uscire da questa visione paternalistica secondo la quale si va sempre a prescrivere un determinato comportamento. Dovremmo imparare a parlare di gioco anche al di fuori del settore, cercando di uscire da questo circolo chiuso. Pensiamo alla possibilità diparlare di gioco nelle scuole. Si dovrebbe parlare nelle scuole proprio perché per i minori è vietato giocare, mentre molti sono già avviati al gioco. Mi piacerebbe parlare di gioco anche con persone che la pensano in maniera diversa e dove si hanno visioni opposto, proprio per uscire da una visione ristretta del gioco”.

Lo ha dichiarato il dott. Antonio giuliani dell’uff. Apparecchi giochi di ADM intervenendo all’Università LUMSA alla presentazione del progetto condotto da BVA Doxa e dalla BVA Nudge Consulting dal titolo “Gentilmente Responsabili – Le scienze comportamentali per un gioco consapevole”.

PressGiochi