03 Maggio 2024 - 22:42

Mirabelli (Pd) alla presentazione della Carta di Milano: “La riserva statale del gioco non è messa in discussione, ma occorre ridurre l’azzardo nei locali pubblici”

“Il tema del gioco è molto complesso – ha dichiarato Franco Mirabelli (Pd) firmatario del ddl di riforma del settore giochi, intervenendo a Milano in occasione del Convegno tematico nazionale

11 Novembre 2015

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“Il tema del gioco è molto complesso – ha dichiarato Franco Mirabelli (Pd) firmatario del ddl di riforma del settore giochi, intervenendo a Milano in occasione del Convegno tematico nazionale dal titolo ‘Gioco d’azzardo: società, istituzioni, servizi’ organizzato da FeDerSerD – e bisogna tenere in considerazione tutti i punti di vista. In Parlamento ci sono diversi disegni di legge depositati in Senato tra cui il mio che ricalca il lavoro svolto in fase di elaborazione del decreto attuativo della Delega fiscale. Altri progetti di legge sono invece incardinati sia alla Camera che al Senato. Nei prossimi giorni i presidenti di Camera e Senato si incontreranno per decidere chi si occuperà di cosa tra i vari temi che il gioco tocca, dalla salute alla pubblicità.

 

Di certo – ha spiegato il senatore dem – la soluzione dei problemi legati al gioco non è il proibizionismo. E’ certo che il settore ha bisogno di essere regolamentato e dobbiamo introdurre norme che riducano l’offerta illegale. Oggi si preferisce criminalizzare i Monopoli di stato ignorando tutte le infiltrazioni criminali che possono colpire questo settore, occorre quindi una legge che ridefinisca le regole in modo chiaro. Questo va ancora fatto e il disegno di legge presentato non basta. Occorrono sinergie senza mettere in discussione la riserva statale sul gioco.

 

In questi anni sono state fatte tante scelte sbagliate sul gioco ma ritengo che quella di inserire le macchinette nei locali pubblici sia stata una vera e propria scelta criminale e i comuni e gli enti locali sono dovuti intervenire come sostituti dello Stato.

La legge deve definire i compiti di comuni e regioni attraverso una intersa con lo Stato, non ci sono altre soluzioni, lo strumento è la collaborazione tra diversi enti.

Inoltre occorre ridurre l’offerta di giochi con premi in denaro nei locali pubblici. Non ci sono principi chiari che tutelano i minori e che riservano spazi circoscritti a questo tipo di gioco.

Altra questione: servono più garanzie contro il rischio di riciclaggio. Devono essere chiare le pene, non solo amministrative ma anche penali per chi attiva giochi illegali.

Infine la tassazione sul gioco che va cambiata passando al prelievo sul margine.

Sulla pubblicità – conclude Mirabelli – ritengo che il Codice di autodisciplina del 2012 non abbia funzionato perché ad oggi c’è una invasività inaccettabile. Bisogna avviare una riflessione seria. Nel mio ddl c’è anche la proposta di istituire una consulta permanente per fare ricerca e prevenzione. Ci sono inoltre una serie di aspetti sui quali ritengo sia utile ancora discutere, quali in tempo medio di giocata e la vincita medio oraria, strumenti utilizzabili per ridurre il rischio di compulsività del gioco”.

 

“Questa è una sessione molto importante perché affronta uno dei punti chiave della Carta di Milano, un momento di confronto e riflessione. E’ un momento per ascoltare una pluralità di punti di vista e soggetti interessati al problema che sono alla ricerca di sinergie”, ha dichiarato Maurizio Fea vicepresidente di Federserd.

 

 

“Il tema della tutela dei consumatori – ha affermato l’esperto in Gambling Lucas Falco – è sempre stata alla base della legislazione europea. Negli ultimi anni, Internet si è imposto ed è aumentato il gioco online, sono aumentati i giochi social, il fantacalcio etc. Questi non sono giochi d’azzardo per definizione ma potrebbero ugualmente portare allo sviluppo di forme di dipendenza.

In Unione, non c’è una direttiva europea sul gioco d’azzardo e gli Stati membri sono lasciati liberi di adottare il regime che desiderano nel rispetto dei principi del Trattato sul funzionamento dell’unione europea. Il livello di tutela dei consumatori quindi è deciso dai singoli stati. Molti Stati considerano il gioco non come una cosa che va proibita ma limitata.

La concorrenza svolge una funzione molto importante e per l’Ue è uno strumento di tutela per i consumatori perché fornisce loro maggiori possibilità di scelta, anche se una maggiore concorrenza nel settore del gioco non è positiva, specie se ci sono operatori illegali. Se si creasse un canale con operatori solamente legali, si garantirebbe maggiore sicurezza.

Gli operatori legali devono avere un’offerta attraente perché se non vengono visti come delle alternative vere e proprie dal consumatore il sistema non funziona.

La Corte europea riconosce per questo la possibilità di meccanismo di controllo. Sono consentiti i monopoli ma devono essere accompagnati da un quadro regolatorio ad hoc e l’offerta deve essere controllata quantitativamente e pianificata anche qualitativamente.

Quando si è monopolisti bisogna inoltre limitare la pubblicità. Secondo la corte il gioco online è più pericoloso perché si può giocare 24 ore su 24, si gioca in anonimato senza il rischio di essere riconosciuti e nessuno può limitare il gioco. Per questo il gioco online è attentamente controllato dalla comunità europea. La raccomandazione adottata nel 2014 per la tutela dei consumatori non da limiti agli Stati membri ma consigli.

Si toccano diversi aspetti: gli operatori nei siti di gioco devo dare tutte le informazioni richieste in maniera esplicita e comunicare che il gioco è vietato ai minori, i minori non possono giocare ed è vietata la pubblicità rivolta a loro, i giocatori devono fornire i propri dati per permettere agli operatori di identificare i giocatori e operare i controlli necessari. Infine vanno messi a disposizione del consumatore strumenti di auto limitazione e di autoesclusione.

Purtroppo in materia di giochi non c’è armonizzazione tra i vari stati europei, il gioco se pur consentito deve essere limitato”.

 

“La complessità delle problematiche legate alla dipendenza da gioco è enorme – ha dichiarato Il dr. Alessandro Vigliach, psicologo e psicoterapeuta, rappresentante di Assodip -. I medici da soli non possono fare tutto quello che servirebbe per aiutare una persona affetta da gioco patologico. Assodip è un network nazionale di associazioni interessate e coinvolte al contrasto delle dipendenze.

Federserd ha promosso la nascita di Assodip perché crede che la chiave di accesso per interpretare i bisogni sociosanitari siano proprio le associazioni dei cittadini. Le associazioni hanno la capacità endemica di leggere i territori , utile per capire questo tipo di dipendenza.

Le dipendenze vengono spesso indicate da una dinamica sociale. I fattori di influenza sono in genere società con forti tratti narcisistici, accento sui consumi (siamo consumatori e non esseri umani), e priorità dell’economia sull’etica. E se il problema deriva dalla società, la soluzione al problema deve venire proprio da lì, dalle associazioni e dai cittadini in generale.

I sert da soli non possono risolvere il problema, hanno bisogno delle associazioni e la sinergia tra queste due struttute può fornire una visione laica e non ubiquitaria del problema”.

 

 

“In seguito all’entrata in vigore della legge regionale per la Lombardia sul gioco d’azzardo patologico – ha dichiarato Marco Barbieri di Confcommercio, intervenuto al convegno di Federserd – abbiamo deciso di avviare insieme alla Asl corsi di formazione per gli imprenditori ed insegnare loro a gestire il cliente ludopatico. A Milano e in Lombardia più in generale, quello del gioco è un problema importante ma comprendiamo che l’esercente sotto questo punto di vista non ha colpe, lui svolge la propria attività di impresa. Abbiamo accolto con sorpresa come gli imprenditori lombardi si siano messi a disposizione delle istituzioni per cercare di fare prevenzione su questo tema. Ovviamente per loro l’offerta di gioco non è un gioco. Per questo ritengo che questo tema sia da affrontare seriamente con le istituzioni nel rispetto della realtà d’impresa“.

 

PressGiochi

 

 

 

Maggi (Sgi Confindustria): “E’ ora di riformare il settore del gioco: previsto per il 2015 un calo del gettito dell’1-1,5%”

 

Fea (Federserd): “La Carta di Milano per reperire risorse da destinare alla cura del Gap”

 

Borghi (Ministero Salute): “Oltre all’Osservatorio su gioco, al via nuovo progetto su sorveglianza nazionale del Gap”

 

Cozzolino (Sert1 Milano): “Il 58% dei giocatori patologici sono dipendenti da sostanze”

 

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