“La conoscenza degli strumenti di protezione del giocatore risulta essere frammentata e non completa tra i consumatori. Questo comporta un basso utilizzo degli stessi (i più utilizzati sono i sistemi di autolimitazione della spesa e di pausa dal gioco). Eppure, alcuni potrebbero essere di aiuto per giocare responsabilmente”.
Ad affermarlo a PressGiochi è Matteo Caroli, Presidente della Fondazione FAIR, che in occasione della conferenza biennale EASG ha presentato una nuova ricerca sul Gioco Responsabile.
“La conoscenza degli strumenti di protezione del giocatore risulta essere frammentata e non completa tra i consumatori. Questo comporta un basso utilizzo degli stessi (i più utilizzati sono i sistemi di autolimitazione della spesa e di pausa dal gioco). Eppure, alcuni potrebbero essere di aiuto per giocare responsabilmente”.
Ad affermarlo a PressGiochi è Matteo Caroli, Presidente della Fondazione FAIR, che in occasione della conferenza biennale EASG ha presentato una nuova ricerca sul Gioco Responsabile.
La Fondazione FAIR si impegna a creare cultura e consapevolezza sul Gioco Responsabile, oltre a promuovere un dialogo costruttivo con istituzioni pubbliche, operatori del settore, e attori sociali riguardo all’ascolto, alla ricerca e all’innovazione nel campo del Gioco Responsabile.
I risultati di questo studio rappresentano un primo passo per indicare come sia possibile, lavorando insieme agli altri operatori, alle istituzioni e agli altri attori del settore, colmare i gap oggi esistenti e porre il Gioco Responsabile al centro dei cambiamenti del settore.
Prof. Caroli, quali sono stati gli aspetti principali affrontati in questo studio?
“La nuova ricerca di FAIR, dal titolo ‘’La cultura del Gioco Responsabile in Italia. Conoscenze, opinioni ed esperienze della collettività’’, realizzata dalla società di ricerca Eumetra, partendo dall’ascolto di un campione statisticamente significativo di oltre 2.000 persone (giocatori e non giocatori), fornisce alcuni elementi chiave dell’orientamento collettivo verso il gioco responsabile.
Nello specifico, vuole comprendere e raccogliere il punto di vista del target di riferimento su questo concetto e sul suo significato. Vuole approfondire la conoscenza e l’utilizzo degli strumenti di protezione disponibili. Vuole analizzare i ruoli attribuiti al giocatore, alle istituzioni, agli operatori e le aspettative sul tema del gioco responsabile, anche relativamente al nuovo Decreto Legislativo per il riordino dei giochi online (art. 15). Raccoglie, inoltre, delle prime informazioni utili a ragionare su come comunicare il Gioco Responsabile, per farlo arrivare ad una vasta platea”.
Sulla percezione di un fenomeno contano molto i pregiudizi, e questo è particolarmente vero per quanto riguarda la percezione pubblica del gioco. Avete riscontrato, nella vostra ricerca, un possibile cambiamento culturale nei confronti del tema?
“Dai risultati emerge una distanza culturale molto forte tra giocatori e non giocatori sul tema del Gioco Responsabile. Gran parte dei non giocatori lo considera un concetto inutile e non realmente efficace, un’attività di ‘‘greenwashing sociale’’. Questo dimostra che c’è ancora molto lavoro da fare, da parte di tutti gli attori coinvolti, per indurre un cambiamento culturale nei confronti del tema e per dimostrare l’efficacia degli strumenti introdotti”.
Quanto è informata la gente sui temi del gioco responsabile?
“Il 70% dei giocatori intervistati conoscono il concetto di Gioco Responsabile, ne hanno sentito parlare e lo associano, positivamente ad un gioco controllato, ragionato, protetto. Un altro dato di rilievo è che oltre la metà degli intervistati è interessato a ricevere maggiori informazioni su questo tema. Un importante indicazione per gli operatori e per gli altri attori del sistema”.
Quanto si conoscono gli strumenti per aumentare la tutela del consumatore?
“Dalla ricerca emerge che la conoscenza degli strumenti di protezione del giocatore risulta essere frammentata e non completa. Questo comporta un basso utilizzo degli stessi (i più utilizzati sono i sistemi di autolimitazione della spesa e di pausa dal gioco).
Eppure, alcuni potrebbero essere di aiuto per giocare responsabilmente.
Certamente, questi strumenti di protezione del giocatore possono essere altamente efficaci per indirizzare i giocatori verso pratiche di gioco sane e responsabili. La loro conoscenza frammentata e il poco utilizzo rappresentano un dato importante da approfondire e sul quale lavorare, insieme ad operatori e legislatore, secondo una responsabilità condivisa”.
Dall’indagine cosa è emerso per quanto riguarda la regolamentazione? Quanti sono informati sulla riforma in atto?
“Il recente Decreto Legislativo per il riordino del settore dei giochi online e nello specifico l’articolo 15, sono ancora poco conosciuti. Solo il 18% dei giocatori ne ha sentito parlare (verso il 4% dei non giocatori). L’opinione dei giocatori è comunque tendenzialmente positiva verso questo decreto, con una importante aspettativa sulla sua effettiva attuazione. L’evoluzione e la conoscenza di questa nuova regolamentazione è sicuramente un dato da tenere monitorato nel tempo”.
Quale sarà il prossimo passo della Fondazione FAIR?
“La ricerca rappresenta un punto di partenza per definire le possibili azioni concrete e necessarie a diffondere la cultura del Gioco Responsabile nel nostro paese e per individuare, sviluppare e sostenere iniziative che possano rinforzare tangibilmente l’approccio di gioco consapevole e sicuro.
In questo contesto, Fondazione Fair intende assumersi il ruolo di favorire il coordinamento tra gli attori coinvolti e supportare il Legislatore nell’attuazione effettiva di leggi (Art. 15), per promuovere una nuova cultura di Gioco Responsabile. Ci siamo messi già al lavoro!”.
PressGiochi
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