01 Maggio 2024 - 06:30

Aumentano in provincia i comuni che adottano limiti orari alle slot, mentre a Verona arrivano le prime sanzioni

Dopo Verona, anche l’amministrazione comunale di San Martino Buon Albergo risponde con un’ordinanza a firma del sindaco Avesani, che riduce l’orario di utilizzo delle slot machine nei locali presenti sul

26 Febbraio 2016

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Dopo Verona, anche l’amministrazione comunale di San Martino Buon Albergo risponde con un’ordinanza a firma del sindaco Avesani, che riduce l’orario di utilizzo delle slot machine nei locali presenti sul territorio comunale. Il provvedimento limita ad otto ore al giorno sia l’apertura di tutte le sale slot e videolottery sia l’accensione degli apparecchi da gioco, con vincita in denaro, negli esercizi commerciali. Le “macchinette” potranno rimanere in funzione dalle 16 alle 24.

 

“Prosegue il nostro impegno nei confronti della ludopatia, una malattia in grado di compromettere la salute e la condizione sociale del singolo individuo e della sua famiglia, tanto che l’Oms lo assimila alle altre dipendenze – afferma il sindaco Avesani -. La ludopatia può arrivare non solo a distruggere la vita dell’individuo che ne è affetto e dei suoi familiari, ma anche a creare situazioni di allarme sociale. Sono sempre di più i casi che registriamo sul nostro territorio, in collaborazione con l’Usl, per questo stiamo intervenendo con i mezzi che la legge ci mette a disposizione”.

 

Le autorizzazioni delle sale slot, prosegue l’assessore al Commercio Davide Brusco, “sono di competenza della questura, il Comune purtroppo non può entrare nel merito. Ricordiamo che lo Stato ha enormi introiti su questo tipo di attività. Come amministrazione comunale, attraverso il regolamento edilizio, visto il proliferare delle sale da gioco, abbiamo vietato il loro insediamento nelle zone di centro storico e nelle zone residenziali oltre a limitare le ore di apertura con l’ordinanza”. Il provvedimento, in vigore da alcune settimane, prevede delle sanzioni – da 100 a mille euro per i titolari delle attività e da 50 a 500 euro per i clienti – e impone l’obbligo di esporre su apposite targhe, in luogo ben visibile al pubblico, gli avvertimenti sul rischio dipendenza, oltre ad un cartello esterno al locale con l’orario di apertura delle sale giochi o di funzionamento degli apparecchi. In caso di particolare gravità o recidiva ai titolari sarà imposta la sospensione delle attività da sala da gioco da uno a sette giorni.

 

“Oggi sono già una decina le attività che hanno detto no al gioco d’azzardo, ma l’auspicio è che se ne aggiungano presto delle altre”, prosegue Brusco, che evidenzia: “Stiamo puntando molto sulla sensibilizzazione degli adolescenti. Secondo un recente studio infatti il fenomeno della ludopatia cattura sempre più giovanissimi: il 15 per cento dei dodicenni ha già provato a giocare almeno una volta. Un dato allarmante che non intendiamo sottovalutare”. Per questo di recente gli alunni della classe 1D della scuola media, coordinati dalla professoressa Marta Modena, hanno realizzato un questionario sottoposto a una settantina di persone incontrate in piazza del Popolo. Il 55% degli intervistati hanno tra i 40 e i 50 anni e il 57% sono uomini. Una persona su tre ha dichiarato di aver giocato almeno una volta alle slot machine (il 70% afferma per divertimento, il 20% per guadagno), ma quasi tutti gli intervistati (il 93%) hanno ammesso che le slot machine non dovrebbero essere presenti nei luoghi pubblici, in particolare per non essere visibili ai minori.

 

Intanto a Verona, la polizia municipale come annunciato ha avviato i controlli su tutto il territorio cittadino riscontrando cinque violazioni del limite orario imposto dall’amministrazione al funzionamento degli apparecchi da gioco.

PressGiochi

 

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