02 Maggio 2024 - 00:08

Volpe (ADM): “BPlus è ancora commissariata”

“La questione Bplus è in questi termini. Vi sono due filoni giurisprudenziali di contenzioso. Il primo riguarda la famosa questione delle penali. Da questo fronte il tema è abbastanza semplice.

20 Luglio 2015

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“La questione Bplus è in questi termini. Vi sono due filoni giurisprudenziali di contenzioso. Il primo riguarda la famosa questione delle penali. Da questo fronte il tema è abbastanza semplice. La sentenza definitiva della Corte dei conti è stata impugnata dalla società e da altri per due ordini di fattori. Un primo gravame – ha dichiarato Italo Volpe direttore dell’ufficio normative e affari legali dei monopoli del Ministero dell’economia e delle finanze in questi giorni presso la Commissione antimafia rispondendo ad una domanda dell’on. Elisa Bulgarelli del M5S sull’attuale situazione del concessionario BPlus – è nei riguardi della stessa Corte dei conti, perché viene chiesta la revocazione della sentenza. L’altro, invece, è stato portato davanti alla Corte di cassazione per un preteso difetto di giurisdizione. Dopodiché, la stessa ricorrente si è rivolta alla Corte dei conti, in sede di incidente di esecuzione della sentenza, chiedendo la sospensione della sentenza definitiva, assumendo possibili danni gravi e irreparabili nell’ipotesi in cui venisse eseguita e quindi la somma fosse pretesa in pagamento, se successivamente si dovesse scoprire che la stessa sentenza definitiva sarebbe dichiarata revocata o addirittura nulla per difetto di giurisdizione. La Corte dei conti, con una pronuncia di pochissimi giorni fa, ha sospeso gli effetti della sua stessa decisione in attesa di entrambe le pronunce.

L’altro fronte riguarda, invece, il filone di contenzioso sui provvedimenti interdittivi antimafia che hanno costituito l’antefatto dell’organizzazione di un trust societario con un riscontro, anche dal punto di vista pubblico, della sua funzionalità, che la società propose per ottenere temporaneamente una sospensione degli effetti ultimi dell’interdittiva che, ovviamente, avrebbe significato la risoluzione del contratto di concessione, e che ha traghettato la società verso il commissariamento, ai sensi della più recente cosiddetta «norma Cantone».

Ebbene, questa interdittiva è stata annullata in primo grado davanti al giudice amministrativo, ma la prefettura – non siamo noi direttamente parte in causa, ma è il prefetto che ha adottato il provvedimento – sta predisponendo appello. La società è ancora commissariata perché è stata annullata l’interdittiva.

È stata annullata l’interdittiva, ma la stessa sentenza del giudice amministrativo ha riconosciuto un certo grado di autonomia della cosiddetta «norma Cantone» rispetto a quello che è il quadro regolatorio tipico delle interdittive antimafia e ha stabilito che, invece, il commissariamento proseguisse. Quindi, all’atto pratico è ancora in regime di commissariamento, ai sensi dell’articolo 32 del decreto legge n. 90 del 2014, ma questa sorta di ombra al momento, costituita dall’interdittiva e dai relativi presupposti, è svanita, ovviamente in attesa di una pronuncia definitiva”.

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