03 Maggio 2024 - 10:08

White Paper e Delega Fiscale, due diversi approcci che fanno la differenza

A forza di dire che la realtà britannica è troppo distante (Brexit, o non Brexit) da quella italiana, si finisce col crederci davvero. Cosicché, tutto quello che viene fatto, politicamente,

07 Agosto 2023

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A forza di dire che la realtà britannica è troppo distante (Brexit, o non Brexit) da quella italiana, si finisce col crederci davvero.

Cosicché, tutto quello che viene fatto, politicamente, da quelle parti, dalle nostre si considera un esempio impraticabile. I soliti detrattori, stavolta, hanno il vantaggio di poter dire che in UK è da tre anni che si sta parlando della revisione del Gambling Act del 2005 e ancora oggi si è lontani dalla conclusione. Ma si tratta di una considerazione effimera.

Da quanti anni noi stiamo aspettando il celeberrimo ‘riordino del settore’ e, soprattutto, un ‘testo unico delle norme sui giochi’?

Ora, anche volendoci soffermare sull’operato del governo attuale, che in qualche modo sta accelerando i tempi della Delega (ma non del Testo Unico), l’approccio rimane lo stesso dei governi precedenti: il gaming o gambling che dir si voglia esiste per una pura questione fiscale; porta soldi all’erario e solo per questo deve essere disciplinato. Tanto è vero che l’organismo regolatore (autentica forzatura terminologica, per altro) è una Agenzia fiscale in piena regola, cioè la ADM, e il Ministero competente è quello dell’economia (finanze e tesoro messi insieme).

In UK, invece, a capo di tutto c’è un organo governativo che si chiama Department for Culture, Media and Sport, che in Italia non ha eguali (tali competenze sono frazionate in 4 dicasteri!) e che si concentra “sul sostegno alla cultura, alle arti, ai media, allo sport, al turismo e alla società civile in ogni parte dell’Inghilterra, riconoscendo la posizione di leader mondiale del Regno Unito in queste aree e l’importanza di questi settori nel contribuire così tanto alla nostra economia, al nostro stile di vita e alla nostra reputazione in tutto il mondo.”

Per quanto riguarda il gioco, il DCMS patrocina la Gambling Commission, ente pubblico esecutivo non dipartimentale, che è un regolatore in perfetta regola e a sua volta lavora in collaborazione con le autorità preposte al rilascio delle licenze.

Ebbene, per revisionare il Testo Unico vigente dal 2005, il DCMS è stato chiamato a predisporre un White Paper, diciamo una sorta di disegno di legge, la cui prima bozza è stata pubblicata nell’aprile scorso e che ora, come seconda fase cruciale, è stata sottoposta alla Consultazione Pubblica. “L’industria del gioco d’azzardo, i medici, gli accademici, coloro che hanno esperienza diretta di danni da gioco e il pubblico in generale sono invitati a condividere le loro opinioni.” Così leggiamo sul sito del Governo, comprendendo quanto sia importante per il massimo organo legislativo ascoltare il parere degli altri: dalla multinazionale super-evoluta che vende prodotti di gioco in tutto il mondo, alla vecchietta che spende qualche sterlina a settimana per giocare a EuroMillions, Thunderball, SetforLife e via dicendo.

Tutti possono – anzi, devono – essere ascoltati, stranieri compresi. Chiunque, insomma, può partecipare al sondaggio online sul sito DCMS, dove è possibile anche esprimere compiutamente il proprio pensiero rispetto a ciascuna questione posta. E non pensiate che tale Consultazione sia una semplice operazione di facciata. In UK questo sistema è consolidato per legge e in alcuni casi è obbligatorio, come nel caso dei Comuni che a volte hanno l’obbligo legale di consultare i propri residenti, soprattutto per questioni come la pianificazione o la riqualificazione.

Ovviamente, riguardo il Gambling Act, vi sono consultazioni specifiche quali ad esempio: limite di puntata per le slot online; misure per i casino; presenza di macchine a premio in sale giochi e bingo; pagamenti senza contanti sulle macchine da gioco. Il tutto, da svolgere entro 8/10 settimane.

Da noi, inutile dire come funziona: si fanno audizioni e tavoli puramente formali, per dare una parvenza di democrazia all’iter in atto. Del resto, la fase decisiva della Delega Fiscale si gioca sui sentieri dei decreti attuativi, impercorribili dai “comuni mortali”, da cui può uscire tutto il possibile e l’immaginabile.

Inutile ripetere per l’ennesima volta che da noi servirebbe una svolta culturale per sradicare mentalità arcaiche e modi di agire di stampo oligarchico. Perché, per arrivare a questo, bisognerebbe innanzitutto che gli stakeholders portatori di interessi privati creassero un unico grande fronte di opinione, capace di creare proposte condivise. Un sogno che, purtroppo, non diventerà mai realtà.

 

Marco Cerigioni – PressGiochi

Fonte immagine: https://it.depositphotos.com