03 Maggio 2024 - 04:59

Voghera: CasaPound manifesta per una politica più responsabile contro il gioco patologico

Ancora una volta di notte, finte slot machine sono state posizionate davanti al portone di Palazzo Gounela a Voghera e in altri punti della città. Autore della virtuale consegna all’amministrazione

05 Febbraio 2016

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Ancora una volta di notte, finte slot machine sono state posizionate davanti al portone di Palazzo Gounela a Voghera e in altri punti della città. Autore della virtuale consegna all’amministrazione comunale è stata CasaPound Italia Pavia accompagnandole da un volantino “Fuori dalla mia città”.

“In pochi anni Voghera – commenta Jacopo Merlini responsabile provinciale di Cpi – si è trasformata nella Las Vegas del pavese. Parliamo di un punto slot ogni 372 abitanti. Un’assurdità, tanto più se si pensa che a uno studente uscito da scuola basta un minuto per raggiungere un luogo dove giocare la schedina o tentare la sorte con le macchinette mangiasoldi”.

 

“A Voghera – ricorda l’esponente di Cpi – siamo ancora fermi al 2014 con il progetto “Quando un gioco non è un gioco”, mentre gli altri Comuni pavesi stanno cercando di arginare il fenomeno che nella provincia di Pavia fa registrare la spesa pro capite più alta d’Italia. Nella capitale dell’Oltrepò, invece, tutto tace. Eppure sul territorio esistono progetti molto avanzati, come quello dell’Università di Pavia che sta sperimentando braccialetti anti-gioco che segnalano tramite una app sul telefono quando il soggetto interessato si avvicina a una sala gioco. Inoltre, il Tar in più occasioni ha confermato la legittimità dell’azione di quei Comuni che decidono di ridurre le ore di accensione delle slot machine o, come nel caso di Mortara, stabiliscono una distanza minima dai luoghi sensibili come scuole, chiese, oratori e case di riposo”.

 

“A Voghera nulla di tutto ciò: manca un apparato di prevenzione e, soprattutto, non ci sono segnali di una volontà di arginare il problema. CasaPound – ricorda ancora Merlini – ha attivato uno sportello “droghe, alcool e gioco d’azzardo” nell’ambito dei progetti Grimes, il Gruppo di Intervento per una Medicina Sociale. Questo sportello è aperto tutti i giorni e offre una mano a chiunque ne avesse bisogno, con il supporto di specialisti in materia”.

 

“Secondo un’ottica psicologico-clinica – afferma Simona Ciaccio psicologa e volontaria Grimes – la ludopatia si caratterizza come un “comportamento persistente, ricorrente e maladattivo di gioco d’azzardo tale da compromettere le attività personali, familiari o lavorative”. In particolare si osserva la perdita di controllo nel comportamento, laddove il soggetto non gioca per il guadagno materiale, ma ciò che conta realmente è l’azione, ovvero esperire uno stato di euforia e di eccitazione paragonabile a quella indotta dalla cocaina e dalle altre droghe”.

“In conclusione, la letteratura e l’esperienza clinica evidenziano la presenza di condizioni di comorbilità tra il gioco d’azzardo patologico e altri disturbi psicologici, a testimonianza che le ludopatie necessitano dell’analisi di elementi genetici, ambientali e di personalità: una valutazione psico-sociale assume, pertanto, un ruolo centrale per il successo di trattamenti, unitamente – conclude la Ciaccio – alla possibilità di proporre strategie di intervento, orientate alla prevenzione e alla cura”.

 

PressGiochi