Il Casinò di Venezia va a «scuola» di anticorruzione, per meglio controllare i flussi di gioco, dopo episodi clamorosi nell’ultimo anno come l’inchiesta della Guardia di Finanza secondo cui i
Il Casinò di Venezia va a «scuola» di anticorruzione, per meglio controllare i flussi di gioco, dopo episodi clamorosi nell’ultimo anno come l’inchiesta della Guardia di Finanza secondo cui i soldi del pizzo della camorra venivano riciclati nella casa da gioco veneziana, indagando su alcune estorsioni ai danni degli operai che lavorano alla ricostruzione del capoluogo abruzzese da parte dei Casalesi e altri episodi incresciosi.
Proprio per questo la Cmv spa, la società patrimoniale del Casinò, ha ora indetto una gara a procedura aperta per l’appalto di servizi di consulenza per la realizzazione di modelli di organizzazione e gestione per tutte le società del gruppo, estesa quindi anche alla società del gioco e alla Meeeting & Dining Services, che si occupa di ristorazione.
La società che per tre anni si aggiudicherà il servizio dovrà fornire una mappatura delle aree di rischio di commissione di reati all’interno di Ca’ Vendramin Calergi e Ca’ Noghera e in via preliminare «l’individuazione delle attività e dei processi nel cui ambito possono essere commessi i reati cosiddetti presupposti che, quindi, dovranno puntualmente essere individuati tra quelli indicati nella normativa, tenendo conto, tra l’altro, oltre che dei reati in materia di sicurezza sul lavoro e dei reati ambientali, anche dei reati e dei comportamenti corruttivi considerati dalla legge 190/2012, anche ai fini della predisposizione del Piano triennale anticorruzione e dell’eventuale connesso Programma per l’integrità e la trasparenza».
La società che si aggiudicherà l’appalto dovrà anche stendere «specifici protocolli e procedure comportamentali diretti a programmare la formazione e l’attuazione delle Società in relazione ai reati e ai comportamenti corruttivi da prevenire» e dovrà assistere il Casinò anche «nella costituzione e organizzazione dell’organismo di vigilanza». La società dovrà inoltre individuare le «modalità di gestione delle risorse finanziarie idonee ad impedire la commissione dei reati e dei comportamenti corruttivi “mappati”» e «la predisposizione e la gestione, anche con specifici programmi informatici, dei meccanismi di controllo e l’identificazione dei flussi informativi da e per l’Organismo di vigilanza».
Un vero controllore e gestore dunque di tutti i potenziali comportamenti corruttivi o reati che potrebbero essere commessi all’interno delle due case da gioco veneziane, curando anche il rapporto con il Servizio ispettivo comunale già esistente e considerato, evidentemente, non più sufficiente ad assicurare la regolarità del gioco.
Il nuovo gestore studierà anche nuove procedure di monitoraggio e controllo del gioco e introdurrà anche un sistema disciplinare per sanzionare chi, tra i dipendenti del casinò, non applicherà le nuove misure di sicurezza che verranno stabilite.
L’appalto avrà la durata di tre anni – per un importo complessivo di 70 mila euro – e le offerte di partecipazione andranno presentate entro il 15 aprile.
Il tentativo, evidentemente, da parte del Casinò – in forte crisi di incassi – di compiere intanto un salto di qualità almeno sul piano dei controlli, visto che la casa da gioco resta comunque un forte richiamo anche per chi intende smerciarvi indirettamente denaro proveniente da attività illegali.
PressGiochi
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