16 Maggio 2024 - 18:46

Roma. Presentato dossier “Gioco sporco, sporco gioco. L’azzardo secondo le mafie”. Baretta: “Regge l’accordo? Le leggi di alcune Regioni possono metterlo a rischio”

E’ stato presentato oggi a Roma, il dossier “Gioco sporco, sporco gioco. L’azzardo secondo le mafie” promosso dal CNCA e realizzato da Filippo Torrigiani, che presenta una fotografia dello stato

05 Dicembre 2017

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E’ stato presentato oggi a Roma, il dossier “Gioco sporco, sporco gioco. L’azzardo secondo le mafie” promosso dal CNCA e realizzato da Filippo Torrigiani, che presenta una fotografia dello stato attuale del rapporto tra criminalità organizzata e azzardo. Un quadro che emerge con nettezza ricorrendo ai dati e alle informazioni prodotti nelle principali inchieste realizzate nel nostro paese per contrastare il riciclaggio e, più in generale, le diverse facce della presenza mafiosa nel settore.

 

“Con Don Zappolini e il Sen.Vaccari – ha commentato Filippo Torrigiani – abbiamo voluto fare un condensato delle situazioni malavitose relative al gioco, spaziando dal nord al sud. Queste infiltrazioni hanno elevatissimi costi, sociali ed economici. Diversi sono i problemi e abbiamo cercato di fare un focus su queste situazioni per aiutare le forze politiche e sociali a intervenire di conseguenza”.

“E’ necessario pensare ad una politica europea su questo – ha proseguito Torriggiani- c’è stata per esempio una importantissima indagine a Firenze negli ultimi tempi (“Doppio Jack”). Le indagini sono risalite a Malta, ma i nostri inquirenti si sono dovuti bloccari perché le autorità maltesi hanno posto dei blocchi. Quindi è importante fare un’azione comune”.

 

Ad intervenire anche il sottosegretario all’economia con delega ai giochi Pier Paolo Baretta che ha dichiarato: Il Governo ha fatto un errore nel non esercitare la delega fiscale e dare vita a un riordino complessivo del settore. Ma non era matura la riflessione sociale e politica. Ora è necessario porre freno all’eccesso di offerta, così come prevede l’accordo in Conferenza. Ridurre e qualificare l’offerta questi i due pilastri dell’accordo. Non è una linea proibizionista, ma razionalizzante e qualificante. È quanto deve essere tradotto nei decreti attuativi. Ma regge l’accordo? Le leggi di alcune regioni possono metterlo a rischio”.

 

 

Vaccari (PD). “Dobbiamo concentrarci affinché il gioco online non diventi l’Eldorado delle mafie”

 

 

“Diverse sono le questioni in ballo – ha proseguito- una di queste è l’agio sui gratta e vinci all’8 %, in un mercato che ha enormi introiti, quello che si spera è una riduzione fino al 7 % e destinare questi soldi, l’1 %  per bisogni sociali. Serve che gli esercenti facciano la sua parte, considerando che le slot hanno già dato. La tassazione sul gioco, infatti va rivista, perché c’è una disparità tra tassazione delle slot e dell’online e speriamo che la politica lo prenda in considerazione”.

 

Tra coloro che hanno presentato il dossier, anche l’on. Luciano Violante, presidente emerito della Camera dei deputati.

 

“Questa pubblicazione – ha commentato- costituisce il contributo più aggiornato e più completo sul gioco d’azzardo, sui suoi numeri, sul suo carattere di terreno di investimenti finanziari e di dominio del territorio da parte delle organizzazioni mafiose. È un libro utile soprattutto per gli insegnanti e per le famiglie. I ragazzi sono infatti continuamente sollecitati all’azzardo dalla Tv, dai giornali, dalla pubblicità sui manifesti; perciò le risposte devono essere guidate dalla ragione e dalla persuasione, non dalla imposizione. So bene che moltissimi giocatori sono adulti e che gli inviti al gioco d’azzardo entrano seduttivamente e con frequenza impressionante nelle nostre case. Occorrerebbe prima distinguere tra il gioco illegale che alimenta soltanto le mafie e quello legale che alimenta soltanto i padroni del banco. Non alimentare le mafie, non essere loro complici è il primo comandamento. Chi gioca illegalmente è come se pagasse una tassa alla mafia che non è una idea astratta, né una piovra immaginaria. La mafia è fatta di uomini, armi, soldi, relazioni sociali, economiche e politiche. Bisogna prendere quegli uomini, confiscare armi e soldi, prosciugare i canali degli arricchimenti, rompere tutte le relazioni degli uomini della mafia con gli uomini della impresa, della società e delle istituzioni”.

 

“Tra i canali degli arricchimenti- ha proseguito Violante- come dimostra questo studio, uno dei più importanti é proprio il gioco d’azzardo. Esso consente anche un controllo dei bar, tabaccherie, sale gioco e quindi anche del territorio. È un polmone mafioso. È sbagliato dire: “stai alimentando la mafia” etc. È vero, ma l’argomento, per la mia esperienza da solo non è persuasivo. È meglio collocarlo in un ragionamento, in una pedagogia, che riguardi il gioco d’azzardo in tutte le sue forme, legali, illegali, criminali. È vero che nell’azzardo ogni tanto qualcuno vince, ma l’uno che vince è alimentato dai milioni che perdono. Per tutti i giochi vale la stessa domanda. Quale vita vogliamo per noi? Quella legata alla conoscenza, alla ricerca, all’onestà? Oggi c’è disoccupazione nei vecchi lavori ma straordinarie possibilità di redditizie e buone occupazioni in nuovi lavori, quelli connessi alla ospitalità, al tempo libero, alle nuove tecnologie applicate alla vita quotidiana. Se stai piegato su una slot machine esci pian piano dal circuito del buon lavoro ed entri nel circuito dello sfruttamento di te stesso, che ti toglie dignità. Si potrà rispondere che non sono i miei euro che rendono potente la mafia. È vero, ma sono quelli di tutti i giocatori, te compreso. E se nessuno comincia a smettere la mafia continuerà a prosperare dissestando il tessuto civile, democratico e imprenditoriale delle nostre città. Insomma, anche contro il gioco d’azzardo è tempo di una pedagogia dei valori civili, tra i quali rientra la dignità della persona di fronte a chi tenta di sfruttare i cittadini suggerendo suadentemente o imponendo il gioco d’azzardo. Magari allettando con qualche piccola vincita a fronte di una colossale sottrazione di risorse”.

 

“Questo libro- ha concluso- aiuta a capire e a resistere ed è frutto di esperienza concreta non di sofisticate analisi accademiche. Perciò raccomando di impossessarsi delle informazioni contenute; conoscere è il miglior modo per vincere”.

 

Il dossier – La Guardia di Finanza nel 2015 su oltre 5.765 interventi effettuati presso sale giochi e centri scommesse, ha riscontrato irregolarità nel 30 per cento dei casi. In particolare sono stati sequestrati 576 apparecchi automatici del gioco e 1.224 postazioni di raccolta di scommesse clandestine e scoperti nel complesso oltre 36 milioni di euro di giocate nascoste al fisco. Lo stesso comandante generale della GdF Giorgio Toschi, durante la seduta della Commissione Parlamentare che si occupa dell’Anagrafe tributaria, svoltasi a gennaio di questo anno, ha dichiarato che per la criminalità organizzata quello del gioco è uno dei settori in forte espansione per le proprie mire di riciclaggio di denaro e per l’alta rimuneratività che lo caratterizza e che, tra le varie tipologie di illecito maggiormente riscontrate, si rilevano manomissioni agli apparecchi da gioco con vincita in denaro relative alle schede di gioco, ai contatori fiscali e alla trasmissione dei dati di raccolta, unitamente all’installazione di congegni per il gioco illegale – comunemente conosciuti come Totem – che permettono di giocare online su siti esteri non autorizzati dalla normativa italiana.

Le numerose indagini della magistratura hanno evidenziato “che la criminalità mafiosa ha operato enormi investimenti nel comparto online – si legge nel dossier del Cnca -, tanto più acquisendo e intestando a prestanome sale destinate al gioco, oppure inserendo uno o più sodali all’interno delle compagini delle singole società di gestione del luogo. Sovente, l’apertura di una sala gioco da parte di soggetti contigui a organizzazioni mafiose è risultato essere uno schermo di comodo per esercitare, accanto alle attività legali, un analogo circuito di gioco clandestino”. Sono emersi casi in cui le associazioni criminali avevano imposto a bar e locali pubblici dei propri apparecchi di gioco. Così pure vi sono casi in cui le organizzazioni criminali, con l’aiuto dei gestori delle rivendite del Lotto o delle agenzie di scommesse acquistano con un sovrapprezzo i biglietti vincenti (Lotto, SuperEnalotto, Gratta e Vinci) al fine di riciclare il denaro sporco. In altri casi ancora, sono gli stessi gestori che manipolano artatamente le vincite e le perdite in modo da fidelizzare alcuni giocatori o, viceversa, per spremerne e consegnarne agli usurai altri.
“Noi riteniamo – ha affermato don Armando Zappolini, presidente del Cnca-, che per realizzare un efficace contrasto alle mafie nel settore azzardo debba essere considerato come punto di riferimento imprescindibile il lavoro compiuto in merito dalla Commissione Parlamentare Antimafia, con il coordinamento proprio del sen. Vaccari, che ha avanzato 23 proposte di modifica normativa rivolte al legislatore, riportate nel dossier, relative a cinque diversi ambiti di intervento: barriere all’ingresso; revisione delle sanzioni penali e amministrative; rafforzamento delle misure antiriciclaggio per la tracciabilità delle vincite; politiche antimafia e ruolo delle autonomie locali; una nuova governance del settore”.

 

SM – PressGiochi