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Riordino Giochi. Pozzoli (Vinciamo il gioco): “Finalmente si va nella giusta direzione”

Il Governo in tema di riordino dell’offerta del gioco d’azzardo ha presentato una proposta realista e di sicura efficacia alla riduzione dell’offerta e al contenimento dei potenziali danni; lo ha

14 Febbraio 2017

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Il Governo in tema di riordino dell’offerta del gioco d’azzardo ha presentato una proposta realista e di sicura efficacia alla riduzione dell’offerta e al contenimento dei potenziali danni; lo ha fatto con innegabile competenza specifica e considerando, di fatto nella sostanza dell’ impianto, per quel che valgono (ossia marginali e di limitata efficacia) le disposizioni sin qui emanate e sbandierate da Regioni (Lombardia in testa) e Comuni.

 

E questo – scrive Roberto Pozzoli, presidente di Vinciamo il Gioco, associazione senza scopo di lucro che si occupa di prevenzione, formazione ed iniziative sul gioco d’azzardo problematico – pur in presenza del fatto che gli Enti locali e quanti hanno cavalcato la “crociata delle distanze e del no-slot”, anziché apprezzare il lavoro di sintesi e cogliere l’incisività delle disposizioni proposte, si stanno arroccando in difesa di regolamenti emanati in assenza di gran parte delle necessarie conoscenze del fenomeno.

In sintesi, il Governo propone di “ridurre l’offerta di gioco, sia dei volumi che dei punti vendita, attraverso:
• l’eliminazione entro il 31 dicembre 2017 dell’offerta di gioco dai cosiddetti esercizi generalisti secondari (alberghi, esercizi commerciali, edicole, ristoranti, stabilimenti balneari, rifugi alpini, circoli privati, ecc.)
• la progressiva riduzione, fino alla totale eliminazione nell’ arco di 3 anni, delle Awp nei pubblici esercizi (bar) e nelle rivendite di tabacchi, fatta eccezione per quelli in grado di innalzare il proprio livello qualitativo ottenendo la certificazione di tipo A.

 

In particolare e soprattutto, la proposta prevede di innalzare il livello qualitativo, in termini di sicurezza-controllo-correttezza delle comunicazioni-prevenzione, dei punti gioco.

 

“A tal fine si introduce la certificazione del punto gioco di categoria A, che risponda a caratteristiche, che verranno condivise in sede di Conferenza con gli Enti locali, quali :
• l’accesso selettivo all’ingresso della sala
• la completa identificazione dell’avventore, mediante il controllo con documento d’identità e della carta nazionale dei servizi (che permetterà il funzionamento delle nuove Awpr) e videosorveglianza
• l’eliminazione di immagini eccessive che inducano al gioco
• standard di arredo interno e luci, più segnaletica esterna che attesta la certificazione pubblica (modello ‘T’ di tabacchi)
• rispetto di vincoli architettonici
• formazione specifica per gli addetti anche con approccio di contrasto al gioco d’azzardo patologico
• rispetto di limiti minimi sui volumi di spazio dedicati al gioco e sui numeri minimi e massimi di apparecchi adibiti al gioco
• trasparenza delle comunicazioni in materia di gioco; obbligo di segnalazione di soggetti patologici ai servizi sociali del comune e divieto di accesso per persone soggette alla dipendenza del gioco d’azzardo patologico ed inserite in programma di recupero
• la tracciabilità completa delle giocate e delle vincite
• un collegamento diretto della sala con presidi di polizia e/o con l’Agenzia delle dogane e dei monopoli mediante apparati di videosorveglianza interna, simili a quelli in dotazione ai tradizionali casinò
• Le sale che ottengono la certificazione di tipo A non osserveranno i limiti delle distanze adottate dagli Enti locali sulla base di criteri che saranno definiti con gli Enti territoriali in preparazione del decreto applicativo.

Perché secondo “Vinciamo il gioco” si va nella direzione giusta ?
Perché da tempo, sebbene assenti da tavoli o osservatori e men che meno ricevendo contributi da alcun componente l’ industria del gioco, come documentano alcune interviste rilasciate tra fine settembre e inizio ottobre, auspicavamo che venisse accantonata la regolamentazione sulle distanze, dal momento che la grandissima parte dei ragazzi non frequenta le sale e che gli altri luoghi sensibili (di culto, ospedali, cimiteri, ecc.) non sono … sensibili, funzionale solo a passerelle di visibilità e al parlare alla “pancia delle persone”.
Per contro, pensando alla prevenzione e all’ intercettazione dei giocatori d’ azzardo patologici, “Vinciamo il gioco” già allora sosteneva appunto che :
“ … la pratica di gioco con le slot venisse proposta in luoghi definiti e dedicati, individuandoli sia nelle tradizionali sale gioco che in adeguati spazi interni ai pubblici esercizi; questo però solamente in presenza di una regolamentazione che prevedesse, anzitutto il possesso di una specifica licenza comunale, che lo spazio dedicato non fosse nascosto e ad esso si potesse accedere consapevolmente, ossia col proposito di “entrarci per giocare”.
Inoltre, e inderogabilmente, si sarebbe dovuto prevedere l’intervento di uno psicologo “a chiamata”, ovvero “casualmente” presente negli orari abituali al giocatore in difficoltà.
In sostanza, chi avesse avuto voglia di offrire gioco si sarebbe dovuto adeguare a regole che determinassero l’innalzamento della soglia di accesso (quindi, prevenzione e controllo sociale) e consentissero di avvicinare, con le necessarie competenze professionali, il giocatore patologico.”
Inoltre, seppur non soli,- concludono da Vinciamo il gioco – ci eravamo fatti promotori della proposta che ogni giocatore si dotasse di una “tessera di gioco”, con l’obiettivo di registrarne l’ attività e poter limitare frequenza temporale ed entità delle giocate. Ossia, uno strumento utile sia al limitare l’accesso al gioco dei minorenni sia come risposta ad una richiesta fatta da un individuo che, sentendo il bisogno di mettere un freno alla compulsione, fosse, nei momenti di lucidità, in grado di determinare la soglia economica e temporale delle proprie giocate o di avviare il processo di autoesclusione”.

 

PressGiochi