03 Maggio 2024 - 14:58

Regno Unito. Il Sistema sanitario nazionale critica l’uso delle loot box nei videogiochi

Claire Murdoch, direttrice dell’England’s National Health Service (NHS) ha portato nuovamente all’attenzione della popolazione nazionale il tema delle loot box attraverso un resoconto dettagliato sulla questione. Il report presentato al

20 Gennaio 2020

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Claire Murdoch, direttrice dell’England’s National Health Service (NHS) ha portato nuovamente all’attenzione della popolazione nazionale il tema delle loot box attraverso un resoconto dettagliato sulla questione.

Il report presentato al pubblico durante la giornata di ieri sostiene che le meccaniche dietro le loot box e simili microtransazioni siano in grado di spingere i ragazzi verso quella che comunemente chiamiamo dipendenza al gioco d’azzardo.

La direttrice dell’NHS ha dichiarato: “A mio parere nessuna azienda dovrebbe mai esporre i ragazzi al problema della dipendenza insegnando loro il gioco d’azzardo con un sistema come quello delle loot box. Nessuna software house dovrebbe poter vendere ai bambini videogiochi basati sulle loot box con elementi casuali e preferirei poter bloccare questa tipologia di pratica di mercato”.

Tale discorso viene fatto dall’NHS perché l’Inghilterra è uno di quei paesi non attualmente soggetti ad alcun tipo di regolamentazione da parte dell’ente predisposto (l’England Gambling Commission per inciso); l’assenza di questa regolamentazione rende il mercato inglese un terreno franco dove chiunque può proporre un prodotto dotato di lootboxes senza dover incappare in tasse o scogli organizzativi.

 

A queste dichiarazioni fa eco Shirley Cramer, Chief Executive della Royal Sociery for Public Health, la quale sostiene:

“L’aumento del gioco d’azzardo nascosto nei videogiochi è un pericolo per la salute e il benestare dei più giovani e ringraziamo la NHS per averla evidenziata nelle sue dichiarazioni. Non c’è dubbio che le loot boxes debbano essere considerate come uan forma di gioco d’azzardo e, infatti, le nostre ricerche sostengono che tre ragazzi su cinque le considerano tali. Eppure, il mondo dell’azzardo online resta un mercato non regolato, oscuro e di rapida evoluzione, senza la benché minima salvaguardia per i ragazzi. Il governo deve ora tenere fede alle sue promesse e sbrigarsi a modernizzare il vecchio Gambling Act del 2005, in modo che possa riflettere il mondo e le tecnologie moderne e possa proteggere i minori.”.

 

Sostanzialmente, molti vorrebbero che le loot box venissero considerati al pari del gioco d’azzardo e che venisse regolarizzato e trattato come qualcosa di serio. Sfortunatamente, lo sappiamo, la commissione del gioco d’azzardo inglese non ha considerato le scatole premio come tali, in quanto non è possibile ottenere dei premi materiali. Cosa che sappiamo non è sempre vera, in quanto facendo affidamento su siti terze parti, è possibile vendere questi elementi in-game, specialmente se rari, per ottenere soldi reali.

La NHS, sorprendentemente, sembra aver fatto le dovute ricerche e ha chiaramente evidenziato questo problema:

“Esistono siti terze parti che vengono interi account di gioco e oggetti rari, questi sono molto comuni e facili da scovare in rete, soprattutto i posti come eBay.”.

Infine, su queste stesse dichiarazioni è intervenuta la UKIE, la UK Interactive Entertainment Association, ovvero l’organizzazione che rappresenta l’industria videoludica in Inghilterra:

“L’industria dei videogiochi prende le proprie responsabilità nei confronti dei giocatori molto seriamente ed è a conoscenza del fatto che molti sono preoccupati. Ecco perché il 10 gennaio scorso abbiamo lanciato la campagna Get Smart About PLAY, creata per aiutare i genitori a gestire i giochi online e in casa. Dimostra che è già possibile gestire, limitare o impedire le microtransazioni nei giochi, grazie ai controlli parentali e ad alcuni aiuti pratici.”.

“L’industria videoludica ha già creato delle misure per informare i giocatori sulle proprie scelte d’acquisto, incluse le loot boxes. Le nuove politiche sulle varie piattaforme richiederanno necessariamente di svelare le probabilità sull’ottenimento di oggetti virtuali entro la fine del 2020 e molte compagnie lo stanno già facendo. Il governo condurrà presto un nuovo controllo sul Gambling Act e le loot boxes faranno parte di ciò. Non vediamo l’ora di lavorare in modo costruttivo con loro.”.

 

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