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Regione Calabria. Greco (OP): “Intervenire a livello regionale per garantire omogeneità nel conferire i limiti dell’offerta di gioco lecito”

Continua il report di PressGiochi tra le Regioni che in Italia sono in primo piano nella regolamentazione locale del gioco pubblico. In Calabria, ad esempio, per il contrasto del fenomeno

25 Novembre 2015

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Continua il report di PressGiochi tra le Regioni che in Italia sono in primo piano nella regolamentazione locale del gioco pubblico. In Calabria, ad esempio, per il contrasto del fenomeno del gioco d’azzardo nel maggio del 2013 era stata avanzata una proposta da parte del Segretario Questore del Consiglio regionale Giovanni Nucera dal titolo “Disposizioni per l’accesso consapevole e responsabile al gioco lecito e la prevenzione e il trattamento del gioco d’azzardo patologico”. Tuttavia il pdlr è finito nel dimenticatoio, visto che la commissione chiamata ad esaminarla in sede referente non ha mai avviato i lavori.

A ritentare l’impresa, recentemente, sono intervenuti i consiglieri Greco e Sergio, eletti nella lista Oliverio Presidente, che hanno accolto e presentato gli spunti proposto dal movimento locale dei no-slot.

Orlandino Greco (LdM), insieme a Franco Sergio, all’interno del Consiglio Regionale della Calabria ha accolto per primo, la proposta di Luciano Luciani (Slotmob Cosenza) di una legge specifica sul gioco d’azzardo. Abbiamo così deciso di incontrarlo per farci raccontare quali sono le direttrici principali che guidano il provvedimento.

 

 

La proposta di legge avente ad oggetto, “Norme per la prevenzione e il trattamento del gioco d’azzardo patologico “, – spiega Greco a PressGiochi – è stata depositata presso la Segreteria Assemblea del consiglio Regionale della Calabria, in data 15.10.2015.

Successivamente, in data 19.10.2015, è stata assegnata alle commissioni competenti per materia: alla III commissione per l’esame di merito, ed alla II commissione per il parere. Dopo l’esame e la discussione nelle commissioni, verrà approvata dal consiglio regionale della Calabria
Prima di questa proposta di legge, in Calabria vi era un vuoto legislativo in riferimento al fenomeno del gioco d’azzardo. Con tale proposta, invece, la Regione Calabria compie un ulteriore passo avanti nel dotarsi di una specifica legge regionale, atta a regolamentare e dettare le norme per la prevenzione e il trattamento del gioco d’azzardo patologico”.

 

Abbiamo quindi chiesto a Greco da quale esigenza nasce la legge e quale sia la situazione del GAP oggi in Calabria.

 

“L’esigenza di tale proposta – ci ha spiegato – nasce dalla complessità, diffusione e criticità del fenomeno del gioco d’azzardo in Calabria e dall’esigenza di adeguarsi alla normativa nazionale, così come è avvenuto in altre regioni. Il fenomeno (patologico) del gioco d’azzardo deve essere considerato, attenzionato e regolamentato anche a livello regionale quanto meno per garantire omogeneità nella individuazione dei limiti di sostenibilità del gioco d’azzardo lecito rispetto ai vari contesti urbani del territorio.

In questo senso, la sentenza della Corte Costituzionale n. 300 del 10 novembre 2011, ha demandato alle Assemblee legislative regionali e delle Province Autonome di Trento e di Bolzano, la possibilità di legiferare sulle sale da gioco al fine di tutelare determinate categorie di persone e di prevenirne il vizio, correlata, appunto, alla crescente diffusione delle dipendenze ad esso connesse.

Viene così superata la competenza che era dello Stato in quanto riconducibile alla materia dell’ordine pubblico e della sicurezza, per cui anche la nostra Regione può ora legiferare su una materia che coinvolge sempre più Comuni sottoposti all’assalto delle sale da gioco presenti sul luogo. In quest’ottica il progetto di legge, stante la potestà legislativa conferita alle regioni e per il principio di sussidiarietà, definisce una specifica normativa in materia (così come già provveduto dalla Lombardia, dal Veneto, dal Piemonte e dalla Basilicata) per renderne omogenea, in ossequio a quanto già definito a livello normativo statale, la regolamentazione nell’intero contesto territoriale.

 

 

Quali sono state le reazioni dei suoi colleghi e avversari politici alla proposta di legge?

 

Le reazioni a tale proposta di legge sono state positive, tant’è che ha visto anche la firma del collega Franco Sergio, quale co-presentatore. Anche da parte dell’opposizione politica presente nel Consiglio Regionale vi è stata una reazione positiva perché viene riconosciuto da tutti il grave vuoto legislativo in materia.

 

Cosa pensa del quadro normativo nazionale e dell’atteggiamento generale delle istituzioni riguardo il gioco?

 

Il business del gioco d’azzardo legalizzato è enorme: nel 2012 in Italia, sono stati giocati oltre 80 miliardi di Euro, per un incasso netto da parte dello Stato di 8 miliardi. Indubbi i vantaggi, dunque, per le casse del Paese stimando tale fenomeno e la sua promozione con una visione miope di breve periodo, laddove, cioè, non si considerino, per contro, gli ingenti costi sociali legati a questo gigantesco giro affaristico.

Il gioco d’azzardo è diventato patologico, una delle prime forme di “dipendenza senza droga” che ha ben presto attratto l’interesse della psicologia, della psichiatria e del sociale in genere in relazione alle serie conseguenze che è in grado di produrre sulla salute ed in particolare sull’equilibrio mentale dell’individuo. A ciò si aggiunge un intreccio occulto con i sistemi criminali ed un business illegale fatto di riciclaggio, estorsioni ed usura… Si pensi alle slot machines, vere e proprie “lavanderie” di denaro sporco. Prova ne è il fatto che, mentre con la crisi le piccole e medie imprese chiudono, l’industria dell’azzardo continua a prosperare.

In tale contesto quella del gioco patologico è divenuta, quindi, una malattia sempre più comune perché favorita proprio dalla vasta gamma di giochi “legalizzati” e che, oggi più che mai, affonda le sue radici nella crisi economica e nella disperazione aprendo la porta al miraggio del gioco come fonte di guadagno. Ed è proprio l’illusoria speranza di facili e laute entrate che spinge in questo turbine soprattutto i più poveri, i giovani, i disoccupati, i pensionati.

Il legislatore nazionale è intervenuto in materia con il decreto-legge n. 158/2012 (Decreto Balduzzi) convertito in Legge n. 189 dell’8 novembre 2012, che prevede, all’art.7, comma 5, l’obbligo per i gestori di sale da gioco e di esercizi in cui vi sia offerta di giochi pubblici, ovvero di scommesse su eventi sportivi, anche ippici, e non sportivi, di esporre, all’ingresso e all’interno dei locali, il materiale informativo predisposto dalle Aziende Sanitarie Locali, diretto a evidenziare i rischi correlati al gioco, e a segnalare la presenza sul territorio di servizi di assistenza pubblici e del privato sociale dedicati alla cura e al reinserimento sociale delle persone con patologie correlate al Gioco d’Azzardo Patologico.

Nella nostra Regione tutto ciò ancora non è stato fatto, ma presto, subito dopo l’approvazione della legge, ci metteremo al passo con la legislazione nazionale”.

 

 

Il progetto di legge – Tra gli interventi principali che il progetto prevede, oltre all’adozione di distanze dell’installazione degli apparecchi da gioco di 500 mt dai luoghi sensibili, si mira molto ad ampliare l’aspetto informazione e prevenzione con percorsi di formazione ed informazione per i titolari delle sale da gioco, la polizia locale, operatori sociali, sociosanitari e sanitari, degli operatori delle associazioni di consumatori e utenti, nonché percorsi specifici per le scuole di primo e secondo grado. È prevista anche la produzione e distribuzione di materiale informativo preparato dagli uffici competenti delle ASP provinciali e l’istituzione di un osservatorio regionale sul GAP. Come precisa il consigliere Greco, “l’istituzione dell’Osservatorio non implica alcun onere aggiuntivo per il bilancio regionale, in quanto avrà sede presso il dipartimento regionale competente in materia di politiche sociali, che assicurerà il necessario supporto tecnico”.

Nella proposta di legge l’attenzione è posta sui destinatari primari dell’intervento, ossia i giocatori patologici, per i quali sono previsti specifici percorsi di riabilitazione, stanziamento di fondi per la cura delle persone colpite da questa malattia e l’assistenza delle famiglie, l’istituzione di un servizio di assistenza anche attraverso l’attivazione di un numero verde dedicato

Oltre a conferire ai Comuni il potere di individuare altri luoghi sensibili in cui non è ammessa l’apertura di sale giochi, il provvedimento definisce le competenze delle ASP in materia, quali enti di promozione degli interventi di prevenzione del rischio di dipendenza da GAP e quali centri, tramite i competenti dipartimenti e servizi, di valutazione diagnostica, accoglienza, presa in carico e cura, reinserimento sociale degli individui affetti da GAP oltre che quali centri di sostegno ai familiari degli stessi.

Infine il pdl, reca incentivi in termini di Irap con uno sconto dello 0,92 per cento per gli esercizi che provvedono alla disinstallazione degli apparecchi e un aumento corrispondente per chi li offre.

 

PressGiochi