“In quanto amministratori locali abbiamo il dovere di agire sull’ambiente sociale o sui fattori ambientali che si intrecciano ai fattori costituzionali che afferiscono alle singole personalità e possiamo quindi con serietà creare
“In quanto amministratori locali abbiamo il dovere di agire sull’ambiente sociale o sui fattori ambientali che si intrecciano ai fattori costituzionali che afferiscono alle singole personalità e possiamo quindi con serietà creare quelle condizioni in grado di modificare la disponibilità del gioco d’azzardo e la facilità di accesso che sollecitano alcune motivazioni individuali a cercare la propria espressione nel gioco d’azzardo”. Con questa parole il capogruppo del Movimento Cinque Stelle Pescara mette la sua Laurea in Psicologia ed il suo dottorato in Scienza a servizio della battaglia contro le slot che da sempre rappresenta uno dei punti fermi del Movimento Cinque Stelle ad ogni grado politico.
“Così come dobbiamo responsabilmente inibire il concetto di gioco” continua la Sabatini “come valore all’interno di gruppi sociali e professionali muovendoci nell’ottica di una prevenzione primaria che vuole e deve prevenire l’insorgenza della patologia annullando le condizioni nocive.
Oggi i nuovi giocatori di azzardo si presentano come giocatori solitari (la persona è sola davanti ad uno schermo), decontestualizzati (possono accedere in ogni momento e da ogni luogo) e sono globalizzati perché le regola di accesso sono estremamente facili e semplici.
Tutto questo ha portato a un pubblico di giocatori diverso da quello ritenuto tradizionalmente il più colpito perché i luoghi “storici” legati al gioco sono diventati grazie al web “liquidi” ed accessibili anche ad adolescenti, casalinghe e pensionati.
La psicologia descrive la scommessa come il “rifugio della mente” ovvero la possibilità per il giocatore di inventare il proprio futuro, di immaginarlo piùricco, più felice e questa necessità di sognare che viene alimentata dalla crisi e dalla mancanza di futuro viene da una parte incentivata ambiguamente ed immoralmente dallo Stato e dalla cultura del rischio, dall’altra colpevolizzata nella sua manifestazione patologica. Un dualismo che attacca e danneggia i cittadini degli strati sociali a più basso reddito o i senza lavoro.
La responsabilità di tutto è anche della politica. Se il gioco infatti ha una funzione ludica quando è diffusa una condizione di benessere e se ha invece una funzione esistenziale quando vi è una diminuzione del benessere, questo acquisisce una funzione regressiva, dal punto di vista psicologico, quando si diffonde il disincanto per il futuro e per il mondo e quando cresce l’astensionismo ovvero la mancanza di fiducia in una classe politica che deve quindi prendersi carico anche della sua responsabilità come concausa di questa patologia.
Se la politica ha un ruolo nel generare condizioni sociali ed ambientali, questo vuol dire che può anche positivamente intervenire per inibire segnali di rinforzo e spazi di copertura che favoriscono la diffusione e l’accessibilità al gioco d’azzardo.
La dipendenza da gioco ha conseguenze devastanti sulla famiglia di appartenenza ed alimenta la criminalità organizzata dal momento che il soggetto dipendente da gioco essendo, infatti, cronicamente e progressivamente incapace di resistere all’impulso di giocare spesso si trova nella condizione di dover chiedere prestiti a usurai e fonti illegali. A queste vanno aggiunte le conseguenze sui costi sanitari di tali dipendenze da gioco”.
PressGiochi
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