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Paolo Guerra (Lega Nord): Meno parole e più fatti nel contrasto al gioco d’azzardo

Sono contrario alla spettacolarizzazione di una patologia soprattutto se legata al gioco d’azzardo, problematica sulla quale mi sono attivato con impegno dall’inizio del mio mandato di Consigliere Comunale. E’ chiaro

20 Febbraio 2015

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Sono contrario alla spettacolarizzazione di una patologia soprattutto se legata al gioco d’azzardo, problematica sulla quale mi sono attivato con impegno dall’inizio del mio mandato di Consigliere Comunale. E’ chiaro che parlare, discutere, proporre in varie sedi questa dipendenza come fatto con “la 4 giorni del gioco d’azzardo” a Ravenna aiuta a sensibilizzare l’opinione pubblica e i giovani, ma attenzione a coloro che ritengono di aver completato la propria opera. Il gioco d’azzardo si previene e si contrasta con provvedimenti legislativi importanti e concreti con limiti alle concessioni e all’accessibilità anche via internet (a livello nazionale), con vincoli sui piani urbanistici e con rigidi regolamenti sull’apertura delle sale (a livello locale).

Peccato che la legge regionale dell’Emilia Romagna promossa dalla sinistra che governa anche il territorio ravennate, non abbia prodotto quel dispositivo concreto che in altre regioni ha permesso ai Comuni di fissare distanze minime dai luoghi sensibili. E’ così che al mio Odg votato all’unanimità nel 2013 per realizzare uno specifico Regolamento (non ancora introdotto) all’interno del quale inserire le distanze di almeno 300 metri delle sale (non possibile a causa di carenza nella Legge regionale), ho dovuto presentare una mozione (non ancora discussa), per impegnare il Comune ad intervenire sul RUE, vietando l’apertura delle sale in talune aree della città. Altre Regioni come la Liguria, la Lombardia e le Marche lo hanno fatto, e i Comuni hanno potuto muoversi di conseguenza. E denunciando la superficialità della Giunta regionale produco le statistiche impietose sul gioco d’azzardo in Emilia Romagna: con 13,90 milioni di Euro all’anno, è la quarta in Italia per spesa sul gioco d’azzardo dopo, nell’ordine, la Lombardia, il Lazio e la Campania. Il gioco sugli apparecchi è diminuito del 3,73%, ma su una media nazionale del 4,51%. E’ aumentato il gioco nelle lotterie dello 0,41% contro un dato nazionale che diminuisce dell’1,47%. E se potessimo gioire di un calo dell’1,54% sul gioco del Bingo, il sorriso si cancella quando questo registra un incremento della spesa procapite che sale da 40 a 45 Euro. Nel 2013 gli italiani hanno destinato al gioco d’azzardo 69.961 milioni di Euro (-4,30% sul 2012) di cui ben 47.507 milioni sugli apparecchi, 1.664 milioni sul Bingo e 9.612 milioni sulle lotterie. Mi interrogo ancora sulle richieste di tassazione relative al gioco d’azzardo avanzate a suo tempo dal Sindaco di Ravenna che, in assenza di iniziative concrete (al di là dell’istituzione di un tavolo), ha strumentalizzato questo tema per compensare gli errori commessi sulla fiscalità locale relativa all’IMU. Matteucci doveva sapere e, se non sapeva ignorava, che nel 2013 gli apparecchi (vlt e newslot) hanno registrato una raccolta di 47.507 milioni ripagando ai giocatori 38.498 milioni di Euro (l’81,04%). Lasciando in capo alle società 9.009 milioni di Euro e all’erario 4.333 milioni di Euro che corrispondono sì al 9,12% della raccolta, ma al 48,10% degli introiti delle aziende. Davvero pretestuoso pensare ad un ulteriore incremento per compensare l’IMU, non trovate? Ed ora, terminate le giornate sul gioco d’azzardo, riconoscendo ad organizzatori e partecipanti (compresi gli Onorevoli) di aver contribuito alla denuncia e alla sensibilizzazione, prego la maggioranza che governa la città di Ravenna e non di meno la Regione Emilia Romagna, di lavorare all’interno delle Istituzioni per azioni concrete al contrasto di questa grave dipendenza.

PressGiochi