03 Maggio 2024 - 12:56

L’Università del Salento accende i riflettori sugli esport. Il sen. Marti: “E’ ora di regolamentare questa materia”

L’Università del Salento si sta molto impegnando in questi mesi verso il tema degli esport tanto che oggi ha realizzato un evento in collaborazione con l’OINP – Osservatorio Italiano Non

06 Ottobre 2023

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L’Università del Salento si sta molto impegnando in questi mesi verso il tema degli esport tanto che oggi ha realizzato un evento in collaborazione con l’OINP – Osservatorio Italiano Non Profit sport e terzo settore – per discutere il tema con vari esperti del settore.

Attilio Pisanò di Unisalento ha annunciato l’apertura di un focus sugli esport all’interno di un corso. L’esport fa parte del grande mondo del Gaming e che viene trattato all’interno dei lavori della Commissione cultura del Senato, un mondo completamente nuovo che si è sviluppato in pochissimo tempo ma ancora privo di una base regolatoria.

Per questo ha partecipato all’evento il senatore Roberto Marti, presidente della Commissione Cultura del Senato, che ha spiegato la volontà della propria commissione di approfondire il tema degli esport. “Abbiamo una legislazione molto carente sull’arte, rispetto ai paesi esteri. Vogliamo aiutare e favorire tutti quei giovani che stanno costruendo una attività importante e che senza un aiuto normativo non potrebbero andare avanti. Fino ad oggi questo non era un settore così sorprendente ma quando avremo una legge migliore potremo far crescere questo settore”.

“Se non si vuole essere travolti dagli esport come qualsiasi altro nuovo fenomeno bisogna conoscerlo” – ha dichiarato Juri Morico, presidente nazionale dell’OPES, ente di promozione sportiva riconosciuto da CONI e CIP, nonché una Rete nazionale di Terzo Settore. “Gli esport si stanno muovendo di pari passo allo sport. Occorre guidare con intelligenza questo mondo per far sì che abbia una valenza di percorso inclusivo. Sono maturi i tempi per cui le agenzie educative facciano un passo avanti su questa materia. Riconoscere una funzione sociale dell’attività sportiva in tutte le sue forme apre delle considerazioni tra discipline sportive tradizionali e tutto quello che non è sport in senso stretto, come gli esport. Le stesse società sportive hanno pensato di avvicinare i ragazzi che non praticano sport per portarli in ambienti dedicati agli esport per fargli praticare sport. Non ci dobbiamo precludere a ciò che non si conosce bene, ma è auspicabile l’impegno nel miglioramento della realtà che ci circonda. Dobbiamo concepire gli esport come una risorsa, quindi il monitoraggio attivato da una realtà accademica come l’Università del Salento è uno dei modi migliori per metterci a disposizione del sistema sportivo e provare a censire il fenomeno nella sua mutevolezza. C’è una responsabilità nella diffusione di questo strumento e della cultura che si sviluppa attorno ad esso”.

Avv. Lucia Bianco, coordinatrice AIAS regione Puglia ha detto “Abbiamo individuato nella programmazione annuale il tema degli esport. Se ne parla dal 2017 quando il CIO ha dato una definizione di esport e attività esportiva in quanto tale. Diverse federazioni hanno aperto agli esport, tanti sono gli sport che hanno aperto a questa disciplina quindi non può essere più un tema di nicchia. I risultati economici del settore sono enormi anche se in Italia non siamo ai livelli dell’America, ma ricordiamo che anche la Juventus stessa ha investito su degli atleti esport”.

Presente all’evento anche Gianfranco Ravà Comitato Promotore Esports Italia.

L’Avv Emanuela Mirela De Leo, specializzata in esport, membro dell’unità di ricerca “Sport and Law” di Unisalento che ha al suo interno una sezione dedicata allo studio ed allo sviluppo degli eSports ha relazionato sulla fenomenologia, inquadramento e analisi degli eSport alla luce della Riforma dello sport e del nuovo art. 33 Costituzione. “La riforma degli esport e dello sport – ha detto – dovrà riguardare e tutelare soprattutto gli utenti, ma anche ai lavoratori sportivi e le competizioni essendo riconosciute dal Coni. Se parliamo di esport esportivi parliamo di una ristrettissima categoria di sport, visto che la maggior parte dei videogiochi competitivi ha poco a che fare con lo sport. Lo ha confermato il CIO mettendo dei paletti nel 2018. E’ importante tracciare una linea di confine tra quello che è gaming e quello che è esport soggetto quindi all’ordinamento sportivo. I videogiochi aggregano la società e le generazioni. C’è un ecosistema che riunisce le industrie che riguardano i videogiochi, è un fenomeno nato spontaneamente che necessità ora di una regolamentazione. Fare attenzione a quello che è ordinamento sportivo senza fare l’errore che necessariamente anche tutto quello che è gaming vada ricondotto nell’ordinamento sportivo. Occorre tutelare anche chi pratica questi giochi in modo competitivo dando dignità alla materia ricordando che non tutti gli esport sono sport”.

Cristiano Martelli presidente della Commissione nazionale ACI esport ha ricordato che “in questo mondo la crescita è avvenuta senza regole e controlli. Abbiamo per questo deciso di entrare in Aci per avviare questo progetto dedicato agli esport. La cosa principale è regolamentare questa situazione. Abbiamo quindi deciso di costruire dei regolamenti per tutelare chi partecipava ai nostri campionati e dare delle regole a questi sport. E’ stato importante arrivare al Coni spiegando la nostra dignità. Vi sono molti aspetti che vanno affrontati in maniera corretta, perché si tratta di attività realizzate con giochi prodotti all’estero. Regolamentare vuol dire fare attenzione ad adattare al virtuale quelle che sono le caratteristiche di un gioco reale” ha concluso.

 

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