03 Maggio 2024 - 02:29

L’Italia del Betting, tra le certezze di oggi e i dubbi del domani

E’ notorio che il mondo del gioco, almeno fino ad oggi, non abbia minimamente risentito dei tanti fattori negativi che affliggono nostro Paese (inflazione elevata, caro bollette, aumento del costo

19 Ottobre 2023

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E’ notorio che il mondo del gioco, almeno fino ad oggi, non abbia minimamente risentito dei tanti fattori negativi che affliggono nostro Paese (inflazione elevata, caro bollette, aumento del costo del denaro, ecc.), dando conferma alla regola non scritta che il gambling rappresenti una via di fuga di problemi quotidiani per milioni di persone. Mentre le borse della spesa si alleggeriscono forzatamente, ci sarà sempre qualche soldo in tasca per tentare la sorte al gratta&vinci, al superenalotto, al lotto, alle slot e via dicendo.

A quanto pare, pure le scommesse sportive stanno entrando in questo vortice. L’antica concezione per cui questo prodotto sia terreno di caccia riservato agli esperti si sta via via sgretolando. Grazie all’online, ovviamente, ma anche ai palinsesti che strizzano sempre più l’occhio al giocatore occasionale/istintivo, il quale oggi ha davvero tante opportunità per lanciarsi in questo campo senza avere chissà quali competenze. Tanto è vero che nel corso di questa estate, con le attività calcistiche praticamente ferme (se facciamo eccezione per la World Cup femminile, che però da noi è stata quasi del tutto ignorata), la raccolta ha superato abbondantemente la quota del 10% rispetto allo stesso periodo del 2022.

In prospettiva futura, la sfida per i bookmaker sarà quella di rendere le scommesse sportive (e ippiche) un “gioco per tutti”, offrendo soluzioni accattivanti, facili da capire e da svolgere. Vogliamo chiamarlo il “betting for dummies?” Perchè no! E in questo il ruolo dei punti a terra può essere determinante, anche perché i divieti vigenti sulla pubblicità impediscono agli operatori di andare oltre alla sponsorizzazione di canali media che propongono ogni giorno l’ormai stucchevole “comparazione quote”. E’ vero, per i potenziali utenti ci sarà sempre una barriera psicologica nel mettere piede in una qualsivoglia sala specializzata, piccola o gande che sia, riconosciuta socialmente come il “tempio del male”. E sappiamo anche che i PVR dislocati nei più disparati esercizi non possono (potrebbero) fare altro che ricaricare i conti gioco. Più facile sarebbe affidarsi nei corner presenti nelle tabaccherie o nei bar/tabacchi; ma qui ben sappiamo che l’esercente tende a privilegiare la vendita dei prodotti che vanno per la maggiore, e dai quali incassa di più.

Alla resa dei conti, i concessionari di settore hanno le mani sin troppo legate nello svolgere quella che dovrebbe essere una legittimissima attività di advertising&marketing, operando in ambienti controllati e tutelati. Ma questo è, e in prospettiva Delega Fiscale si può pensare anche al peggio.

L’unica speranza a breve termine che possono avere è che l’entusiasmo del nostro pubblico per il calcio non vada a scemare. Le campagne abbonamenti delle squadre di serie A stanno andando avanti a gonfie vele, e questo è già un buon segnale. D’altra parte, si ha la sensazione che vi sia uno stacco sempre più netto fra il tifoso tipico – quello che va allo stadio, che compra le magliette e i gadget, che magari scommette pure – e il semplice appassionato. In altri termini, mentre si rafforza la massa critica “hot”, quella per così dire “cold” tende sempre più ad allontanarsi. Per ragioni che possono essere ideologiche (esasperazione del business e della spettacolarizzazione), economiche (aumento dei costi della pay-tv, dei singoli biglietti per le partite, dei prodotti di merchandising), motivazionali (incapacità della propria squadra di competere ai massimi livelli, inadeguatezze logistiche degli stadi) e sociologiche (la riscoperta dei valori della famiglia e dell’importanza delle relazioni sociali, il dedicarsi alle attività volte al benessere fisico, il coltivare nuove passioni).

In che posizione si collocano gli scommettitori? Non è detto che la dicotomia fra quelli hard e soft corrisponda esattamente a quella degli spettatori hot e cold. Il betting ha una sua autonomia da sempre, che può essere sì un vantaggio ma anche uno svantaggio. Molto dipende da quanto il giocatore stesso abbia intenzioni lucrative. In questo senso, lo sviluppo delle nuove tecnologie di Intelligenza Artificiale e di tutti i nuovi servizi di data analysis stanno incontro proprio a quelli che, pur capendo poco o nulla di calcio, possono elaborare scommesse “intelligenti”. Che non sono chiaramente garanzie di successo, ma perlomeno facilitano enormemente l’approccio.

I giovani – possiamo considerare questa fascia dai 18 ai 35 anni di età – sono particolarmente sensibili alle sirene di tutte quelle novità che, ipoteticamente, possono far guadagnare bei soldi a breve termine, come ad esempio testimoniano i successi del trading online e delle cryptovalute. Una volta resisi conto, i giovani, che le slot non danno soddisfazione in termini economici, che i gratta&vinci sono roba da casalinghe, pensionati e sfaccendati, che i giochi numerici hanno percentuali di vincita (parliamo di premi decenti) piuttosto basse, il betting diventa il fronte migliore da esplorare. Per chi smanetta regolarmente su smartphone, tablet e Pc è un gioco da ragazzi districarsi sui portali dei concessionari di scommesse e studiarsi con calma le strategie migliori. Che non diventerà mai un “secondo lavoro”, ma l’hobby preferito diremmo di sì.

La triangolazione concessionario-social network-giovane utente sfugge ancora alla mannaia dei divieti, ed è qui che si gioca la partita del reclutamento dei nuovi scommettitori. Non lo consideriamo un bene, sia chiaro, anche perché ben conosciamo la capziosità di certe strategie. D’altra parte, anche su questo ramo si sono affermate delle buone pratiche consolidate, che gratificano le aziende di settore in termini di immagine e affidabilità, e alla lunga pure sul piano economico.

Stranamente, almeno a nostro personale avviso, non hanno ancora preso piede i canali “for fun”, quelli in cui si gioca e si scommette soltanto per divertimento e per accumulare punti per una vincita non in denaro. Quello più ambizioso, Bet4Fun, è sparito dalla circolazione, mentre Sn4iFun sta puntando più che altro su una sorta di fantacalcio. Poi c’è DaznBet.fun, dove si propongono delle martingale con vincite in buoni Amazon. Ancora poco, sinceramente, sebbene sia chiaro che i concessionari puntino (ancora troppo) sui bonus di accesso (scommesse gratuite comprese), che poi altro non sono che una strategia di concorrenza, piuttosto che di attrazione di nuovi clienti.

 

PressGiochi MAG

Fonte immagine: https://depositphotos.com