27 Luglio 2024 - 08:10

Il Belgio innalza l’età minima a 21 anni

Un brutto segnale per gli operatori della zona UE

03 Giugno 2024

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Dopo la Lituania e la Grecia, anche il Belgio ha deciso l’innalzamento dell’età minima per l’accesso a tutte le attività di gioco a vincita a 21 anni (lotterie escluse), che entrerà in vigore il prossimo 1° settembre, insieme ad una serie di misure quali il divieto di utilizzo di alcuni dispositivi e il divieto di offrire regali, bonus e giochi gratuiti.

Un provvedimento che rispecchia l’isterismo col quale il piccolo regno che fa capo a Bruxelles sta affrontando i problemi del gioco illegale e delle patologie da gambling, conseguenti alla grande espansione che il mercato, soprattutto sul fronte online, ha conosciuto dal 2019 al 2022, mentre nel 2023 si nota un contrasto fra il numero di utenti in possesso di un conto gioco che giocano giornalmente, che è passato da 94.212 a 154.316 (con un aumento del 9,3% sul 2022), e il numero medio annuale dei giocatori che giocano almeno una volta la settimana: 445.288 nel 2019, 634.845 nel 2022, 614.332 nel 2023 (-3,23%). E’ molto interessante notare che la fascia 18/20 anni – che subirà l’esclusione totale – è quella che nell’ultimo biennio ha subito la riduzione più drastica di nuovi giocatori: da 42.664 a 30.896. Nelle locations a terra, gli accessi giornalieri registrati nel 2023 non vanno oltre una media di 14,8k unità, anche se in dicembre si è avuta una fortissima impennata. Ultimo dato di rilievo è il costante aumento del numero degli utenti che aderisce volontariamente al piano di autoesclusione EPIS (oggi sono circa 49,7k).

Tenendo conto che in Belgio la popolazione residente maggiorenne supera i 10 milioni di unità, ci troviamo di fronte a cifre tutto sommato accettabili e controllabili. Eppure, la regolamentazione tende sempre più a basarsi sulla demonizzazione del settore – che, vale la pena ricordarlo, impiega circa 16.000 persone e nel 2022 ha versato circa 1,17 miliardi di euro all’anno in tasse – piuttosto che su un approccio scientifico.

Emmanuel Mewissen, CEO di Ardent Group e vicepresidente di BAGO – Associazione che rappresenta sei dei maggiori gruppi di operatori del Belgio: Ardent Group, Betfirst, Golden Palace, Kindred, Napoléon Sports & Casinos e Starcasino – ha denunciato che “Cifre indecenti vengono rese pubbliche; la realtà è che il settore vale 2 miliardi di euro e non 20 miliardi come alcuni sostengono”, aggiungendo che “Abbiamo visto utilizzare parole come ‘tsunami’ e ‘selvaggio west’ per screditare il settore. Tutto questo ha creato sfiducia nei nostri confronti”.

Dopo le restrizioni introdotte nel 2020 (divieto per gli operatori con licenza di offrire bonus promozionali e scommesse gratuite) e nel 2022 (i giocatori belgi non possono depositare più di 200 euro a settimana sui conti di gioco; obbligo per i negozi che offrono gioco a registrare tutti i clienti e verificarne l’età), che possono essere considerate confacenti a un programma di saggia moderazione del mercato, nel 2023 (a partire dal 1° luglio) il governo ha imposto un divieto pressocché totale della pubblicità del gioco d’azzardo: oltre a provvedimenti a valenza immediata, dal 1° gennaio 2025, scatterà il divieto di pubblicità negli stadi, mentre dal 1° gennaio 2028 le aziende di settore non potranno più sponsorizzare società sportive professionistiche. Un vero e proprio atto d’imperio adottato anche contro il parere della Belgium Gambling Commission (BGC).

Ma i fatti hanno puntualmente condannato questa drastica scelta. Infatti, secondo quanto riporta un sondaggio svolto da YeldSec: “Il divieto introdotto nel 2023 ha attratto operatori illegali dalle nazioni vicine, le quali ora godono di una nicchia protettiva e lucrativa”. Gli studi hanno rilevato un aumento del 6% dei giocatori che hanno utilizzato un sito web illecito nei tre mesi successivi al decreto reale, nonché un aumento del 4% dei depositi effettuati su siti web di gioco illegali. YeldSec evidenzia che il numero degli operatori illegali che punta sul mercato belga è aumentato x4,4 di modo che il numero dei siti illegali rilevati è salito a quota 2.214. Risulta inoltre che il 23% della popolazione (2,74 mln) interagisce col gambling illegale, e che nel 2023 solo il 27% del GGR si è canalizzato su siti legali. Inoltre, la BGC e l’Ipsos hanno appurato che dei 10 operatori più conosciuti del Belgio, ben 4 sono illegali.

Dunque, i timori a suo tempo espressi da Tom De Clercq, presidente BAGO, si sono confermati: “BAGO si è ripetutamente dichiarata a favore della limitazione della pubblicità, anche attraverso i media tradizionali. Ma abbiamo sempre avvertito che il divieto totale della pubblicità nei luoghi in cui sono massicciamente presenti operatori illegali, soprattutto online, avrà gravi effetti collaterali”.

Una storia vecchia, ma che suscita riprovazione nel momento in cui ci si accorge che i ‘decision makers’ agiscono d’istinto, non avendo alle spalle una adeguata conoscenza della materia.

La dimostrazione ultima viene da questa ‘chicca’ del pacchetto di novità introdotte col divieto agli under 21, che abbiamo voluto trattare da ultimo: è il cosiddetto divieto di cumulo, che obbliga il giocatore ad aprire un conto di gioco separato per ogni tipologia di gioco, anche se usufruisce sempre dello stesso operatore. “E’ un sabotaggio diretto di un’efficace politica di prevenzione”, sostiene giustamente la BAGO. Persino il più sprovveduto degli osservatori affermerà che, in tal modo, sarà impossibile per l’operatore e il governo avere una visione chiara dei comportamenti di gioco problematici e intraprendere azioni preventive.

D’altra parte, ciò che più ci preoccupa è proprio la scelta di innalzare l’età minima dei giocatori, ragguagliandola a quella necessaria per entrare nei casinò. Il Belgio, non dimentichiamolo, è il cuore della UE, e il suo esempio rischia di far scuola negli altri paesi dell’area. Prepariamoci, perché al peggio non c’è mai fine.

 

Marco Cerigioni – PressGiochi MAG