29 Aprile 2024 - 09:43

Giochi online. Bloise (Sapar) in Senato: “Il decreto porterà all’esclusione dal mercato del 50% degli operatori”

Nella giornata di oggi si stanno tenendo presso la Commissione finanze del Senato le audizioni delle associazioni di categoria del gioco pubblico nell’ambito dell’esame dell’Atto del Governo Atto n. 116

07 Febbraio 2024

Print Friendly, PDF & Email

Nella giornata di oggi si stanno tenendo presso la Commissione finanze del Senato le audizioni delle associazioni di categoria del gioco pubblico nell’ambito dell’esame dell’Atto del Governo Atto n. 116 recante Schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di riordino del settore dei giochi. Presenti i rappresentanti di ACADI, SAPAR e AGIC-FIT-STS.

Ad intervenire per l’associazione Sapar, l’avvocato Generoso Bloise ha dichiarato che occorre dare un segnale in generale sulla materia del gioco pubblico e della necessaria tutela degli operatori del settore. Ha evidenziato che le imprese del settore assumono un ruolo fondamentale nella distribuzione e lato online nel fornire un supporto tecnico e logistico nella rete generalista una raccolta che è anche online.

Ha segnalato le criticità che appaiono evidenti, sia di metodo che di merito. Il riferimento è al fatto che doveva essere disciplinato nel decreto l’intero mercato, perché la garanzia maggiore per il settore è quella di avere delle regole, regole certe ed equilibrate. Ha detto che nel decreto viene scelta una impostazione con un meccanismo penalizzante per le piccole e medie imprese, al punto da portare all’esclusione di almeno il 50% degli operatori. Molte delle imprese che fanno distribuzione fisica sul territorio sono anche concessionarie dell’online e hanno avuto parte nella costruzione del mercato. Questo perché viene chiesta una fee di ingresso 35 volte maggiore di quella che c’era finora.

Ha detto che esistono dei meccanismi per valorizzare meglio una rete fatta attraverso più concessioni più piccole. Dai dati che si hanno su 82 operatori solo 40 raggiungono l’obiettivo. Tenendo conto che la maggior parte sono grandi player.

Ha sottolineato i potenziali rischi per le imprese del territorio in termini occupazionali.

Ha auspicato che si avvii il prima possibile un confronto in sede di conferenza unificata per giungere il prima possibile ad una regolamentazione certa ed unitaria della materia del gioco.

Ha detto che va bene utilizzare quanto più possibile i pagamenti elettronici ma la previsione di un importo massimo di dieci euro per la ricarica del conto di gioco è troppo penalizzante. Considerando anche il limite massimo dei cento euro settimanali. Ha detto che si ritiene che questa sia una di quelle norme che deve esserci ma che ha un limite auto penalizzante.

Bloise ha infine sottolineato che a differenza di quello che si può pensare parliamo di un settore in sofferenza, all’interno del quale vi sono dei segmenti maggiormente in difficoltà come la rete del gioco fisico mediante gli apparecchi.

 

“Nel nostro documento abbiamo evidenziato quello che nella visione dei prossimi provvedimenti attuativi delle deleghe, soprattutto con riferimento ai prossimi bandi, potrebbe essere effettivamente attenzionato. Anche in riferimento all’armonizzazione dei prelievi statali rispetto ai montepremi.

L’impresa sicuramente non può dire che questa attività non dà delle implicazioni sociosanitarie, allo stesso modo non deve passare il messaggio che l’unico modo per intervenire sulla materia sia vietarla, perché molti degli approcci sul territorio sono stati eccessivamente allarmistici, molto spinti da realtà del terzo settore. Per un ente come un comune, ha detto, anche il solo fatto che venga elevata una sanzione comporta un costo.

A questa patologia sono stati dati tanti termini, tante definizioni, molto spesso senza un approccio scientifico di base. Abbiamo un approccio da parte degli enti locali che spesso ci impedisce di accedere a numeri precisi, abbiamo spesso chiesto alle ASL di indicarci numericamente quali sono i soggetti presi in carico. C’è poi un problema: se un paziente viene preso in carico quattro volte conta come quattro pazienti e non come uno.

Comunque, dalle stime del Ministero della salute parliamo di un 87% di giocatori non a rischio, di un 9% di giocatori a rischio minimo e di circa 4% classificabili come a rischio moderato-serio. Parliamo di qualche decina di migliaia di persone a livello nazionale.

Il problema della limitazione della pubblicità è anche quello di far pervenire un messaggio poco chiaro all’utenza.

PressGiochi