07 Maggio 2024 - 03:06

Distanziometro al gioco: come per Valencia, il caso italiano va rimesso alla valutazione della Cgue

Proprio in questi giorni nei quali si torna a parlare con forza delle distanze applicate al settore del gioco pubblico, – sul quale tra Governo e Regioni si sta realizzando

04 Aprile 2024

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Proprio in questi giorni nei quali si torna a parlare con forza delle distanze applicate al settore del gioco pubblico, – sul quale tra Governo e Regioni si sta realizzando una importante trattativa -, anche all’estero, e precisamente in Spagna, si mettono in evidenza le correlazioni tra gli strumenti applicati in Italia e quelli messi in atto dal legislatore ispanico.

A farlo è l’avvocato italiano Geronimo Cardia che non condivide la decisione del Consiglio di Stato di non sottoporre alla valutazione della Corte di Giustizia europea, così come fatto per il distanziometro di Valencia, la legittimità delle distanze adottate in molte regioni e province italiane.

Lo scorso gennaio, infatti, la Quarta Sezione del Consiglio di Stato italiano ha emesso due sentenze nelle quali ha affermato l’impossibilità di applicare le censure evidenziate nel caso del giudice spagnolo – che ha rimesso il distanziometro di Valencia alla Corte di giustizia europea -, al distanziometro italiano.

Per Palazzo Spada, lo strumento di Valencia applicato ad alcuni tipi di giochi è più discriminatorio di quello italiano perché affiancato ad altri tipi di divieti.

Non la pensa allo stesso modo l’avvocato Cardia, secondo il quale la normativa italiana non è molto meno restrittiva di quella spagnola, essendo caratterizzata anch’essa da altri divieti, come il divieto di ingresso ai minori nelle sale, il divieto di pubblicità e sponsorizzazione di tutti i giochi, i limiti orari alle attività. Secondo il legale si sarebbe ben potuta invocare una valutazione della Corte di giustizia sulle limitazione considerate proporzionalmente eccessive applicate a tipologie di giochi come Awp e Vlt.

PressGiochi