02 Maggio 2024 - 19:53

Codacons contro Crepet: “Lo invitiamo a rettificare il contenuto della sua perizia”

Crepet contro il Codacons: “Se c’è qualcuno che è a favore delle slot è lo Stato, non io”   “Al Codacons non interessano i meriti scientifici del professor Crepet e

29 Marzo 2017

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Crepet contro il Codacons: “Se c’è qualcuno che è a favore delle slot è lo Stato, non io”

 

“Al Codacons non interessano i meriti scientifici del professor Crepet e nemmeno quel che lui ha detto o fatto nella sua carriera contro il gioco d azzardo: quel che conta è che ha messo al servizio dei gestori dei giochi la sua professionalità, pur essendo a conoscenza di ciò che solo ora, per replicare alle accuse, afferma, e cioè che le slot sono un grave problema sociale e che producano malattie e gravi danni alla collettività”. Lo afferma il Codacons, commentando la difesa di Paolo Crepet dopo la denuncia dell’associazione.

“Affermare che il gioco d’azzardo serve a socializzare è molto grave, e per questo lo invitiamo a rettificare immediatamente il contenuto della sua perizia, in modo che non possa più essere utilizzata in futuro dalla lobby dei giochi. Quanto poi alla correttezza delle sue posizioni, invitiamo Paolo Crepet ad organizzare, assieme agli esperti del Codacons e al Corriere della Sera, un forum sull’argomento, allo scopo principale di scoraggiare i giovani ad entrare nelle sale slot che sono all’origine di gravissime patologie e fenomeni sociali distruttivi”.

“Prendiamo atto che il professor Crepet ritiene che una delle soluzioni al problema sia far entrare chi cura i malati di dipendenza da gioco dentro le stesse sale da gioco, forse per far sì che i giocatori incalliti si possono curare continuando a giocare senza nemmeno uscire dalla sala… una posizione assurda che non condividiamo, come non riteniamo utile nemmeno la limitazione della somma da giocare, auspicata dallo psichiatra, poiché appare solo come una misura di tipo economico  peraltro  facilmente eludibile.   Riguardo infine alla sua collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità preferiamo non commentare, visto che abbiamo in corso una causa contro lo stesso Iss proprio per la totale carenza di interventi efficaci contro le malattie da dipendenza da gioco d’azzardo, da fumo e da droga” – conclude il Codacons.

L’associazione ha anche reso noti i contenuti della perizia “incriminata”relativa al provvedimento adottato dal Comune di Bergamo riguardo alle politiche che disciplinano la diffusione e l’uso dei giochi:. “Un documento- commenta l’associazione- che sembra definire la dipendenza da gioco come un fenomeno mediatico alimentato da suggestioni della stampa, e che boccia le misure degli enti locali tese a limitare la diffusione incontrollata di sale slot sul territorio, ritenute anch’esse ‘battaglie mediatiche’.

Ecco i passi salienti che il Codacons ha evidenziato:

“La questione che riguarda le dipendenze da gioco d’azzardo e, conseguentemente, quella dell’induzione di una patologia – chiamata GAP- è, negli ultimi anni, complice la recessione economica e la situazione di abbassamento delle rendite familiari, all’attenzione di tutti, popolazione generale, esperti, addetti, e mass media. Tuttavia, quando un fenomeno sociale assurge agli onori della cronaca, spesso assume una valenza più emotiva che razionale. In questo contesto si può assistere ad un affastellamento di opinioni più o meno supportate da fatti ed evidenze empiriche, con il risultato di non informare correttamente […]  Allo stato attuale, sull’intera questione, non esiste un punto di riferimento scientificamente accertabile [….]  emerge un elemento importante: l’impossibilità di stabilire un serio e probativo rapporto di causa/effetto tra il gioco (quale? Per quanto tempo?) e gli effetti psicopatologici (quali?). Se la sintomatologia -ovvero quella impulsiva/ compulsiva- è così variamente descrivibile, diventa impossibile stabilire alcun rapporto di causalità con un’eventuale noxa, ovvero con ciò che dovrebbe teoricamente indurre tale disturbo […] Il dato sulla prevalenza è tipicamente modificabile dalla suggestione mediatica. Tale fenomeno è tanto più sentito su base locale, dove il tam-tam di pressioni mediatiche su base cittadina influisce enormemente di più dal punto di vista emotivo di ciò che può avvenire a livello nazionale […]  queste pur comprensibili politiche tese alla limitazione degli orari di apertura e chiusura dei locali o limitazione degli orari di vendita di alcuni prodotti di gioco, non debellerebbero la dipendenza da gioco né aiuterebbero i “giocatori patologici” ad uscire dalla loro patologia, ma rimarrebbero soltanto delle battaglie a grande effetto mediatico con un minimo impatto sulla salute pubblica […] alla campagna mediatica che si è sviluppata negli ultimi anni e che, dal mio punto di visto, ha fortemente influito sul fenomeno in discussione creando molti “falsi positivi” che inquinano il quadro epidemiologico e impediscono di prendere serie e motivate misure di contrasto e di aiuto individuale alle persone eventualmente bisognose di assistenza”.

 

“Lasciamo ai cittadini e ai giocatori giudicare il contenuto della relazione di Crepet, e se la perizia sia o meno a favore del gioco, anche indirettamente o non volutamente – conclude il Codacons – Non dobbiamo certo insegnare noi al noto psichiatra che ciò che si scrive, specie quando si ha autorevolezza, può avere interpretazioni ed effetti estremamente negativi, come hanno rilevato importanti testati quali Avvenire e il Corriere della Sera. Invece di minacciare querele, Crepet farebbe bene a combattere assieme al Codacons la battaglia contro la dipendenza da gioco, parlandone in tutte le trasmissioni televisive che lo vedono ospite”.

 

 

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