16 Maggio 2024 - 19:09

Campione d’Italia e casinò. FdI: “Dissidi tra vicepremier impediscono di intervenire a sostegno dell’enclave”

Il Tar del Lazio ha stabilito la sospensione dell’attuazione della delibera con cui il sindaco di Campione, prima del commissariamento per default del comune, aveva ridotto la pianta organica dell’amministrazione

07 Marzo 2019

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Il Tar del Lazio ha stabilito la sospensione dell’attuazione della delibera con cui il sindaco di Campione, prima del commissariamento per default del comune, aveva ridotto la pianta organica dell’amministrazione di 86 unità. Ora i dipendenti comunali dovranno attendere fino al 19 novembre 2019, quando i giudici entreranno nel merito, per conoscere il loro destino.

Lo affermano i deputati Butti e Osnato di Fratelli d’Italia chiedendo in una interrogazione parlamentare rivolta al Presidente Conte e ai vicepremier Salvini e Di Maio di intervenire sulle conseguenze prodotte dalla decisione del Tar del Lazio e rilanciare l’economia campionesse nominando il commissario straordinario per la casa da gioco come previsto dalla legge di Stabilità per il 2019 e dal decreto finanziario.

“Oltre agli 86 esuberi, – spiegano gli onorevoli – senza la casa da gioco a Campione d’Italia starebbero per essere licenziati 482 dipendenti; contando l’indotto, il commercio e le cooperative esterne, ci sono circa un migliaio di persone senza lavoro.

I tempi della giustizia amministrativa sono lunghi, ma i giudici, nel dispositivo, giustificano la decisione «in ragione della peculiarità della condizione del comune di Campione d’Italia e del consistente numero di dipendenti (…) che risulterebbero eccedenti».

Il Governo, in carica ormai da quasi un anno, continua ad ignorare la drammatica situazione dell’enclave che ha visto chiudere prima la casa da gioco e poi il comune; nella legge di bilancio 2019 è stata prevista la nomina di un commissario straordinario che dovrebbe lavorare per la riapertura del Casinò, ma l’incarico non è ancora stato ufficializzato; secondo fonti di stampa locale, il commissario della casa da gioco non sarebbe stato nominato a causa di un dissidio tra il Ministro dell’interno e il Ministro dello sviluppo economico; si sta consumando un dramma epocale nell’indifferenza delle istituzioni nazionali e della maggioranza di Governo, che si è limitata a detassare i redditi, che, paradossalmente, nessuno percepirebbe più da tempo.

Il comune di Campione, – concludono – per la sua peculiarità storica, ma soprattutto geografica, necessita di provvedimenti ad hoc; il Governo deve prendere immediatamente atto di quanto sta accadendo e attivarsi al più presto per ridare a questo importante comune della provincia di Como la possibilità di risollevarsi”.

 

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