09 Maggio 2024 - 20:51

Curcio (Sapar): “L’aumento di tassazione per la nostra filiera è insostenibile”

Il presidente della Sapar, Raffaele Curcio è intervenuto oggi davanti alle Commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato, presso l’Aula della Commissione Bilancio della Camera che hanno svolto le audizioni

09 Maggio 2017

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Il presidente della Sapar, Raffaele Curcio è intervenuto oggi davanti alle Commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato, presso l’Aula della Commissione Bilancio della Camera che hanno svolto le audizioni sulle misure correttive di cui al decreto-legge n. 50 del 2017.

“La filiera che rappresentiamo è molto estesa- ha commentato- è l’unico settore del gioco che dà lavoro a molte persone, 6500 aziende di settore, con oltre 300 mila impiegati diretti e indiretti. Negli ultimi anni la filiera è stata soggetta ad un prelievo erariale molto importante che ci lascia perplessi perché nel gioco è l’unico segmento che negli ultimi 3-4 anni ha subito. Il settore del gioco ha una applicazione di aliquota di prelievo alla fonte, quindi paghiamo al lordo su tutto quello che entra negli apparecchi, dopodiché abbiamo un’ulteriore sottrazione che è quella che va al monopolio di stato di cui una parte viene restituita poi al concessionario di rete, ma non alla filiera e poi abbiamo il costo tradizionale al servizio di rete che i concessionari prestano al collegamento degli apparecchi. Questa è la prima fase, poi c’è la tassazione tradizionale che hanno tutte le aziende, quindi Irpef etc. Incominciamo a dire che abbiamo due livelli di tassazione che è stato aumento a un livello che non riteniamo sia più sostenibile”.

“La scorsa settimana- ha proseguito Curcio- c’è stata una manifestazione qua a Montecitorio. Ho letto la relazione che il Mef ha mandato a corredo di questo decreto, ripresa poi dal centro studi della camera, ma la relazione è omissiva in molti punti. Nella relazione si dice che c’è stata una manovra una tantum su questo settore che effettuava un prelievo di 500 milioni all’anno nell’arco di 3 anni, quindi 1,5 mld. Quella disposizione è stata impugnata dagli operatori di settore ed ora siamo in  Corte Costituzionale perché è stata ravvisata l’illegittimità costituzionale.  A fronte di quella norma è successo che nell’arco del 2015 era in vigore e sono stati pagati circa 365 milioni su 500 poi il Governo, ravvisando anche questo ricorso in Corte Costituzionale, ha abolito e abrogato la norma per i due anni successivi. Nella relazione si dice che il settore dopo questo ha avuto un beneficio. No, non è vero perché quella norma è stata sostituita nella stabilità successiva con un’aumento di prelievo erariale di 4,5 punti che significa sul movimento degli apparecchi 1 mld e 330 milioni in più che in aggiunta ai 365 milioni pagati porta a 1 mld e 690 milioni pagati nell’arco di due anni. Quindi quella manovra da 1,5 mld in 3 anni è stata sostituita con un’altra che in due anni ha prelevato 1 mld e 690 milioni. Oltretutto queste manovre non sono una tantum, ma sono di carattere strutturale, come ha detto Padoan, ma rimangono all’infinito. Questa relazione dice che il beneficio sarebbe stato ottenuto dalle aziende perché contemporaneamente è stata data la diminuzione del payout. Che significa che nella fase ultima la tassazione maggiore è stata spostata al giocatore che prendeva meno dalla vincite, questo è vero, ma la norma è andata in vigore il 1 gennaio 2016 ha prelevato dal settore 1 mld e 660 milioni. Gli apparecchi sono entrati sul mercato ad agosto, e questa è l’unica verità che c’è in quella relazione, perché gli apparecchi differentemente da qualcuno che pensa diversamente devono essere completamente sostituiti per avere una diminuzione del payout, con un’operazione che ha tempi e modi stabiliti dai monopoli. Quindi gennaio e febbraio le azione hanno subito il 4,5 di tassazione, quando sono arrivate le omologhe da parte dei costruttori è iniziato il cambio degli apparecchi che si è concluso come dice la relazione (forse mancando qualche mese) ad agosto  dal 2016, quindi finita questa operazione non c’è stato beneficio perché la tassazione nel frattempo è stata pagata dalle aziende, alla fine del turnoever è slittata la tassazione sui giocatori (che acquisivano meno vincite), ma il turnover degli apparecchi è costato alla filiera (e questo non si dice nella relazione) è costato alla filiera 600 milioni più IVA, quindi nessun beneficio”.

“Ha distanza di pochi mesi- ha proseguito il presidente Sapar- dopo tutte queste spese , ad Aprile 2017 si esce con una norma che ri-aumenta il prelievo erariale di 1,5 esclusivamente sugli apparecchi e uno 0,5 % sull’altra tipologia degli apparecchi che è la vlt. Non  toccando le altre tipologie di gioco e quello che ci sembra assurdo è che si parla tanto di gioco, ma si tassano unicamente gli apparecchi, forse perché sono tanti. Come associazione l’abbiamo detto da anni che vogliamo una riduzione del numero degli apparecchi, non lo abbiamo voluto noi è stato un decreto del 2011, per noi i numeri del 2003 erano più che sufficienti sono stati raddoppiati per una serie di motivi che non sto qui a spiegare, ma le aziende non hanno avuto un beneficio, perché la raccolta è aumentata pochissimo nonostante il raddoppio ci sono stati maggior costi per le sostituzioni, maggior costi per le manutenzioni, ma un reale beneficio non c’è stato né per l’erario né per l’industria. Sono anni che diciamo di ridurre il numero e si può fare molto velocemente con un decreto.Il problema è capire perché l’inasprimento fiscale è avvenuto solo su un’offerta di gioco e non sulle altre. Con l’ultima manovra fiscale di aprile, solo di prelievo erariale, senza considerare tutto il resto, siamo arrivati a un’incidenza del 66%. Non è possibile che un settore, oltre la tassazione normale, possa sostenere un ritmo del genere. Se guardate i ricavi della filiera, sono in diminuzione negli ultimi tre anni, quindi non si può dire che ha avuto un  beneficio, la manifestazione dell’altro giorno è stata fatta per capire che i livelli occupazionali stanno scendendo. Ci sono i primi licenziamenti perché i guadagni stanno diminuendo enormemente e le aziende non riescono a bilanciare i continui investimenti per la sostituzione dell’intero parco macchine con il continuo prelievo erariale”

“Il prelievo deve essere ripartito anche su altri settori come l’online dove la catena occupazionale è pari allo 0, ma la tassazione non aumenta- ha proseguito il Presidente SAPAR, Raffaele Curcio –Su un movimento lo scorso anno di circa 1 mld e 600 milioni, l’online ha pagato 102 milioni di euro di tasse e pochissima occupazione. E’ assurdo. La nostra filiera ha centinaia di migliaia di dipendenti e aziende che domani per questa nuova tassazione potrebbero chiudere, senza potrebbero, se rimane così chiudono perché non ci sono i margini. E’ vero che lavoriamo nel gioco, ma siamo come tutte le altre aziende. Con le stesse dinamiche, gli investimenti e i dipendenti. Le offerte di gioco che crescono meno e che creano più occupazione  sono quelle che vengono spremute di più. Mentre per i giochi la cui raccolta è aumentata in modo davvero considerevole, come l’on-line, il fisco resta sempre leggero. Meno si crea occupazione, meno si viene tassati. Questa manovra, così come è scritta, è un vero e proprio incentivo alla disoccupazione e presenta profili selettivi e discriminatori, che abbiamo già segnalato all’Autorità per la Concorrenza e il Mercato”.

Lo studio presentato da SAPAR oggi in Commissione dimostra, tra gli altri aspetti, che il settore delle AWP negli ultimi anni è cresciuto solo del 3.7%, mentre il contributo erariale garantito è aumentato del 42.9%, con una crescita di oltre 1,3 miliardi di euro. I giochi on line, al contrario, sono cresciuti del 42.9%, ma la loro contribuzione erariale è aumentata di soli 30 milioni di euro. Singolare il caso dei giochi numerici a totalizzatore che, di fronte ad una raccolta lievitata del 33%, hanno versato all’erario 81 milioni di euro in meno. La proposta SAPAR prevede un aumento dell’incidenza della tassazione per le offerte di gioco che ad oggi contribuisco meno, a partire dal gioco on line e dai giochi a base sportiva che potrebbero contribuire per 200 milioni ciascuno.

“La scelta sta al Parlamento – ha concluso il Presidente SAPAR- Si tutelino piccole e medie imprese e lavoratori. I gestori hanno già dato”.

 

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