03 Maggio 2024 - 11:05

Biella: tra gli esercenti forte preoccupazione per l’applicazione del bando alle slot machine

Ieri anche a Biella è scattato il coprifuoco del gioco d’azzardo, con la spina staccata a centinaia di macchinette. Lo chiede la nuova legge regionale, severissima e molto contestata. Ma

21 Novembre 2017

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Ieri anche a Biella è scattato il coprifuoco del gioco d’azzardo, con la spina staccata a centinaia di macchinette. Lo chiede la nuova legge regionale, severissima e molto contestata. Ma inflessibile: sotto il mezzo chilometro da bancomat, scuole, oratori, ospedali e altro, giocare è proibito. Il giro di vite, almeno per il momento, risparmia i titolari delle sale «Vlt». Ma si abbatte come un maglio su bar e tabaccherie, rischiando di far spegnere anche i registratori di cassa. Le associazioni che rappresentano i tabaccai, intanto, vogliono vederci chiaro sull’applicazione della legge in provincia, e sulle mappe delle zone «off limits».

I luoghi sensibili sono tantissimi: scuole, centri di formazione, luoghi di culto, impianti sportivi, ospedali e strutture sanitarie, oratori e luoghi di aggregazione per i giovani, strutture ricettive protette (come case-famiglia), filiali di banche o sportelli bancomat, negozi di compravendita di oro e gioielli, stazioni ferroviarie e nodi di interscambio per i bus (come il Movicentro di piazza San Paolo).

A Biella la nuova legge ha spento praticamente tutte le slot, come sostiene Matteo Lometti, titolare di una tabaccheria in via Dante e con due macchinette in attesa di essere portate via: «Io non mi sono nemmeno scomodato a misurare le distanze dal mio locale ai luoghi sensibili. A due passi ho una scuola, praticamente di fronte un bancomat e dietro una chiesa. Solo che in un anno ci hanno tolto tutto: canone rai, voucher, adesso le slot. Andrò avanti, ma con fatica. Con i soldi delle macchinette mi pagavo l’affitto».

 

Sergio Villa ha una tabaccheria in via Rosselli: «Con l’auto ho misurato la distanza tra la mia attività e la scuola di viale Macallè. Non mi è rimasto che spegnere tutto». Ora Villa sarà obbligato a lasciare a casa due dipendenti: «Fino all’anno scorso, con 15 mila euro l’anno di voucher e altrettanti di slot, mi potevo permettere due dipendenti per godermi qualche ora al giorno la mia pensione. A questo punto tornerò a lavorare a tempo pieno e sarò costretto a licenziare le persone che mi aiutavano. Gente onesta e con famiglia. Fare una cosa del genere a 70 anni mi costa tantissimo, ma non posso fare diversamente».

 

Rosalba Gaudelli è titolare del bar Malibù a due passi dalla scuola De Amicis, nel cuore della città: «Avevo solo due slot, ma qualcosa rendevano. La prima cosa che farò è chiedere alla proprietaria del locale di abbassarmi l’affitto. Ho una famiglia e una dipendente che non ho intenzione di licenziare. Ho però il sentore che molte attività non riusciranno a tirare avanti».«Per me non è una perdita così importante – racconta invece Giuseppina Cortese del bar Fantasy –, ma una legge del genere non ha senso. Chi vuole giocare va su internet o nella sale slot o trova mille altri giochi. Spiace per i clienti, perché per qualcuno era un servizio in più quando veniva a bersi un caffè». La pensa allo stesso modo Valentina Destermich, titolare della tabaccheria in piazza Cisterna al Piazzo: «Io ne avevo accesa solo una che mi sono trovata quando ho rilevato l’attività. Era un intrattenimento, ma non ho mai avuto giocatori accaniti».

 

PressGiochi