17 Maggio 2024 - 08:04

AWP. Si prospettano ancora tempi duri per il comparto apparecchi

Nella perdurante assenza di dati da parte degli organismi istituzionali, tocca ai privati darsi da fare per offrire al pubblico – specializzato e non – un quadro attendibile del settore

04 Luglio 2019

Print Friendly, PDF & Email

Nella perdurante assenza di dati da parte degli organismi istituzionali, tocca ai privati darsi da fare per offrire al pubblico – specializzato e non – un quadro attendibile del settore del gioco in Italia, osservato dal punto di vista delle imprese.

 

Lo studio elaborato dalla Associazione Artigiani e Piccole Imprese di Mestre (CGIA) e As.Tro – presentato questa mattina a Roma – è servito proprio a questo: colmare la lacuna di informazioni esistente sui  fronti economico, imprenditoriale e fiscale, limitatamente al comparto AWP.

L’elaborato si presenta compendioso e articolato, tanto da poter essere definito una pietra miliare, alla quale ci auguriamo possano far seguito aggiornamenti costanti. Come del resto è stato promesso dal direttore del Centro Studi Astro Armando Iaccarino: “questa è solo una base di partenza con dati prudenziali, ovvero di cui siamo assolutamente certi. In prospettiva cercheremo di affinare i criteri e le metodologie di ricerca per arrivare a risultati ancor più precisi.”

 

 

Partendo dalle banche dati delle Camere di Commercio e di ADM, si è giunti a stimare, nel comparto EGM (AWP+VLT), la presenza di circa 57.000 occupati, senza tener conto di quelli che lavorano nelle concessionarie. Cifra che è notevolmente inferiore a quella di 145K unità a cui si giungerebbe tenendo conto di tutte le persone che a vario titolo hanno a che fare con l’attività di raccolta. Ma lo studio della CGIA Mestre ha voluto proprio concentrarsi su chi ha un coinvolgimento diretto nel settore. Tra questi, 15k operano nelle sale dedicate; 12k nelle imprese di gestione; 28k sono i soggetti che lavorano presso esercizi pubblici e commerciali; 2000 i dipendenti delle aziende di produzione apparecchi.

 

Per quanto riguarda la parte fiscale, il gettito derivante dagli apparecchi è il 60% i quello ricavato dall’intera industria dei giochi; quindi 6 miliardi circa. Cifra che corrisponde più o meno a quella inizialmente stanziata dal governo per il Reddito di Cittadinanza. Ed è stato calcolato che se tale gettito venisse totalmente meno, per ogni famiglia italiana ne deriverebbe un aggravio di tassazione pari a 234 euro annui. Altro elemento di raffronto che rende ancor più evidente l’importanza erariale di slot e Vlt è il seguente: questi 6 miliardi corrispondono al 64% delle risorse impiegate per garantire a 11,4 milioni di lavoratori il famoso bonus Renzi di 80 euro mensili; in valore assoluto, quindi, se tale bonus fosse finanziato esclusivamente dagli EGM, e questi sparissero, il bonus pro capite scenderebbe a 30 euro, con una perdita annua di 600 euro per singolo contribuente.

 

Sulle conseguenze del forte inasprimento del Preu dal 2015 ad oggi, troviamo conferma dei risultati che avevamo raggiunto in un nostro studio pubblicato qualche tempo fa. In sintesi: la raccolta è rimasta stabile (+0,5%), l’erario ha aumentato di oltre 1/3 il suo peso sul margine (+35,47%); il margine della filiera si è ridotto del 14,62%.  E da qui al 2022 la situazione tenderà al peggioramento. Anzi, proprio quello corrente è l’anno considerato più difficile, considerando anche il fatto che all’impennata dell’aliquota non corrisponde un immediato adeguamento delle macchine alla nuova percentuale di restituzione. Fra tre anni, il Preu arriverà a pesare per il 68% sul cassetto!

 

La prima conseguenza sarà una riduzione della forza lavoro di circa diecimila unità, riducibili a 7/8 mila a pieno regime. Del resto, oramai i margini di sviluppo del settore non sono più quelli di una crescità, bensì di un assestamento che volge al declino. Allora, dice giustamente Armando Iaccarino, “dove sta tutta questa emergenza nazionale, visto che si parla di incrementi di raccolta di mese in mese? La verità è che c’è un sempre più accentuato spostamento verso altre attività di gioco.”

 

Altra interessante rilevazione concerne gi effetti dei provvedimenti restrittivi presi a livello regionale. Il riferimento non poteva che essere il Piemonte: al momento, si ritiene che l’evidente contrazione della raccolta determinato dalla legge regionale non corrisponda a una effettiva rinuncia al gioco da parte dell’utenza; anzi, da 77,5 a 90 milioni di euro sono stati riversati in altri giochi, ed è ancora tutto da verificare quanto ne abbiano guadagnato le regioni limitrofe; comunque sia, l’illegalità ha avuto un potenziale aumento di 3 milioni di euro.

Sul tema della ludopatia non si è parlato molto, se non per sottolineare che una reale svolta in questo senso può essere data dall’evoluzione tecnologica. In questa chiave, le prossime AWP Remote avranno dei requisiti tali da rendere molto più efficace il contrasto al fenomeno, così come a quello dell’illegalità

 

In conclusione, il Direttore dei Giochi ADM, Roberto Fanelli, si è astenuto da qualsiasi commento sui numeri, ma ha fatto un annuncio confortante. “La trasparenza è un valore aggiunto, che aiuta a sfatare le leggende metropolitane che si sono diffuse. Purtroppo, c’è, ancora ritrosia, anche da parte della Amministrazione, nel diffondere i dati dell’attività del settore, ma posso assicurarvi che stiamo avviando un percorso per invertire la rotta.”

 

 

MC – PressGiochi