17 Maggio 2024 - 09:08

Avv. Asteriti: “Le tasse di scopo servono solo a sdoganare il gioco d’azzardo”

Aumentare la tassa sui giochi con vincite in denaro, come propone qualche politico, è davvero una buona idea o rappresenta l’ennesimo “imbroglio” della politica? A domandarselo, è l’avv. Osvaldo Asteriti

19 Settembre 2016

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Aumentare la tassa sui giochi con vincite in denaro, come propone qualche politico, è davvero una buona idea o rappresenta l’ennesimo “imbroglio” della politica?

A domandarselo, è l’avv. Osvaldo Asteriti che torna ad intervenire sulla questione dell’introduzione di una nuova tassa su giochi.

“E’ stata avanzata in questi giorni, da un politico di “lungo corso”,- spiega – l’ennesima proposta di aumentare il prelievo fiscale sui giochi con  vincite in denaro per ottenere risorse da impiegare per finanziare i progetti più diversi.

Secondo lo stesso uomo politico, poche settimane fa, un maggiore prelievo fiscale sull’azzardo doveva servire a finanziare la ricostruzione post terremoto, proposta giudicata inaccettabile dallo stesso Renzi, oggi dovrebbe finanziare tre progetti: aumento delle pensioni minime, il piano casa, e, addirittura, secondo la proposta, servire a finanziare gli studenti meritevoli.

Molti Comuni, faticosamente e valorosamente stanno cercando di arginare lo “tsunami” del gioco pubblico con vincite in denaro, con strumenti spesso inadeguati, ma che rappresentano tutte o quasi tutte le armi a disposizione delle amministrazioni per combattere il fenomeno. Provvedimenti, prontamente impugnati, con cui si cerca almeno di limitare l’orario di funzionamento delle “macchinette”e, in alcuni casi, la vendita dei gratta & vinci.

La politica, invece, come sempre, è più interessata ai risvolti pratici delle questioni: se ci sono dei soldi, prendiamoli e facciamoci qualcosa, senza forse pensare a sufficienza, o forse pensandoci molto bene,  alle implicazioni della proposta avanzata. Insomma, mentre una volta i ponti d’oro erano per il nemico che fugge, oggi si offrono al nemico che avanza, l’azzardo, visto che comunque, pragmaticamente,  si tratta di soldi e come dicevano i latini “pecunia non olet”.

 

La proposta di finanziare con maggiori tasse sui giochi d’azzardo le pensioni minime o la costruzione di case mi trova in netto disaccordo, perché questa rappresenta la via più sicura per “sdoganare”, legittimare una volta per tutte il gioco d’azzardo, risultato che forse rappresenta il vero motivo della proposta. Il gioco d’azzardo non più attività “tollerata”, da contrastare per i risvolti gravi che comporta, ma salvatore della patria, che paga le pensioni minime e costruisce le case. Senza sottolineare che i soldi comunque sono quelli degli italiani e sicuramente, come in qualsiasi altro comparto economico, le tasse verrebbero traslate sui consumatori finali, i giocatori e non resterebbero certamente a carico dei “produttori”.

Ma la proposta di utilizzare le risorse rivenienti da un maggior prelievo fiscale per aiutare gli studenti meritevoli mi sembra francamente intollerabile, una vera indecenza.

 

Si potrebbero immaginare – conclude Asteriti – borse di studio o istituti intestati a noti siti di scommesse, ad esempio, la borsa di studio William Hill o la Betwin high school, con sovvenzioni alla cui assegnazione gli studenti potrebbero partecipare acquistando un tagliando gratta e vinci, magari di una nuova serie, per esempio “Studente per sempre”, con un  claim tipo “scommetti su te stesso”, proposto da una ragazza ammiccante e poco vestita. L’impegno, le capacità personali, il sacrificio, lo studio, l’applicazione, un dignitoso progetto di vita finanziati dallo “stellone”.

Ma ci meritiamo davvero questa classe politica?”.

 

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