03 Maggio 2024 - 07:36

Asteriti: azzardo e tasse di scopo

L’avvocato Asteriti stavolta analizza il percorso statale nel percorso “teorico” nell’istituzionalizzazione dell’azzardo.   “Il gioco d’azzardo moderno- commenta- definito con un ipocrita eufemismo ‘gioco con vincite in denaro’, ha una

27 Settembre 2016

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L’avvocato Asteriti stavolta analizza il percorso statale nel percorso “teorico” nell’istituzionalizzazione dell’azzardo.

 

“Il gioco d’azzardo moderno- commenta- definito con un ipocrita eufemismo ‘gioco con vincite in denaro’, ha una data di nascita precisa: febbraio 1994. Le lotterie istantanee, infatti, sono state introdotte in Italia con la legge finanziaria del 1994, Governo Ciampi, in via straordinaria per finanziare il progetto ‘salvalavoro’ del Ministro Giugni. Il tentativo di coonestare il gioco d’azzardo, di dargli una facciata di rispettabilità, quasi di nobiltà, collegandolo a un fine socialmente apprezzabile, ha radici antiche, come si vede, e risponde ad una esigenza molto sentita, dai monopoli.

 

“Credere che i soldi spesi per il gioco d’azzardo vadano a finanziare progetti socialmente utili- prosegue Asteriti- rende la sua pratica non solo tollerabile e tollerata, ma desiderabile, commendevole, visto che serve a soddisfare bisogni e fronteggiare emergenze. In realtà, l’impianto teleogico, finalistico del gioco d’azzardo è l’ennesima impostura dell’azzardo di Stato, della sua retorica buonista e ipocrita, senza alcun effetto concreto rispetto alle promesse, come dimostra, ad esempio, il caso del win for life destinato alla ricostruzione dopo il terremoto in Abruzzo. Immaginiamo, anzi siamo sicuri, che chi gioca d’azzardo, lo faccia più volentieri, magari più spesso e spendendo di più, se convinto che i suoi soldi andranno a finanziare progetti utili piuttosto che essere destinati a pagare, ad esempio, i ricchi vitalizi della nostra classe politica, che è esattamente l’obiettivo di chi propone le tasse di scopo. Lo Stato preleva già dal gioco d’azzardo, cioè da risorse introdotte nel sistema dagli italiani, 8 miliardi l’anno, che dovrebbero servire appunto a finanziare progetti e fronteggiare emergenze, trattandosi di entrate fiscali e  ciò dovrebbe avvenire in silenzio, come suggerito per la beneficenza, senza sbandierare un ipotetica funzione sociale del gioco d’azzardo, solo per giustificarne e incentivarne la pratica”.

 

“In Italia, invece- continua l’Avvocato- soprattutto oggi, i proclami, gli aspetti relativi alla comunicazione di un progetto o di una scelta, sono più importanti della realizzazione del progetto stesso, soprattutto quando manca la voglia di realizzarlo, mentre ci sono interessi economici che giustificano l’apparato promozionale. Nel gioco d’azzardo questo schema è particolarmente evidente, e presentare la pratica del gioco d’azzardo quasi come un gesto di solidarietà sociale, collegandolo a progetti per i quali nessuno si sentirebbe di rifiutare il proprio sostegno, significa aumentarne il gettito”.

 

“Dal 1994 ad oggi sono state indette 170 lotterie istantanee- conclude- e oggi ce ne sono attive 62, l’offerta di azzardo ha raggiunto livelli intollerabili, grazie all’alibi di fronteggiare in questo modo l’azzardo illegale, gli italiani hanno speso in azzardo nel 2015 88.2 miliardi euro. Nonostante queste dimensioni, il fenomeno non sembra aver prodotto conseguenze positive e benefici nella società e sulle persone, anzi, le ricadute sulla salute di chi gioca sono ormai note, anche se negate, la disoccupazione galoppa, è in discussione una nuova manovra per finanziare progetti che dovrebbero essere già finanziati con le risorse ordinarie e la povertà è sempre più diffusa”.

 

 

PressGiochi