Il Governo sta prevedendo l’introduzione di un’imposta di bollo proporzionale ai versamenti giornalieri superiori ai 200 euro. Un strumento per incentivare l’utilizzo della moneta elettronica a discapito del cash. Secondo
Il Governo sta prevedendo l’introduzione di un’imposta di bollo proporzionale ai versamenti giornalieri superiori ai 200 euro. Un strumento per incentivare l’utilizzo della moneta elettronica a discapito del cash. Secondo le prime indiscrezioni si tratterebbe di un’imposta di bollo proporzionale ai versamenti giornalieri di denaro in banca superiori a questa soglia. Il primo tassello dovrebbe riguardare l’obbligatorietà dal 2017 per commercianti, artigiani e professionisti della memorizzazione e la trasmissione telematica al fisco di tutti i corrispettivi giornalieri in modo da dire addio allo scontrino di carta. La riforma coinvolge inevitabilmente anche gli operatori del gioco. L’obbligo riguarderà anche la grande distribuzione e tutti i soggetti che oggi sono sul mercato con i distributori automatici.
Per Adoc introdurre nuove tasse non è una soluzione accettabile, piuttosto è preferibile prevedere detrazioni fiscali che incentivino l’utilizzo dei pagamenti elettronici.
“Siamo contrari all’introduzione di nuove tasse, il Governo trovi altre soluzioni per combattere l’evasione fiscale e incentivare i pagamenti elettronici – dichiara Lamberto Santini, Presidente dell’Adoc – ad esempio sarebbe opportuno, proprio al fine di favorire e incentivare la diffusione di pagamenti in formato elettronico, prevedere, sia per il consumatore che per l’esercente, detrazioni fiscali progressive in base all’ammontare di spesa effettuato con moneta elettronica e riduzione, se non la completa eliminazione, dell’imposta di bollo dell’estratto conto della carta. Crediamo siano vie da percorrere, costruttive e non distruttive, per cui è necessario trovare fondi che sostengano questa detrazione. Come Adoc siamo favorevoli ad un maggiore utilizzo della moneta elettronica, ma la sua incentivazione non deve tradursi in un aggravio di spese e burocrazia per consumatori e esercenti”
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