15 Ottobre 2024 - 10:55

La ‘gestione del territorio’ resta centrale nel futuro del gioco online

“Il mercato dell’online è destinato a cambiare. Un cambiamento che presupporrà scelte tecnologiche importanti (ad esempio i sistemi di movimentazione denaro) nonché di strategie commerciali. Però di una cosa siamo sicuri: il ruolo del PVR e il contatto con il territorio continuerà ad essere centrale nello sviluppo del business”.
Questo il punto di vista di Paolo Gioacchini, storico operatore dell’industria del gioco fisico, con numerose sale giochi distribuite nel Centro Italia, nonché presidente della concessionaria di giochi a distanza Giocondabet.

17 Settembre 2024

“Il mercato dell’online è destinato a cambiare. Un cambiamento che presupporrà scelte tecnologiche importanti (ad esempio i sistemi di movimentazione denaro) nonché di strategie commerciali. Però di una cosa siamo sicuri: il ruolo del PVR e il contatto con il territorio continuerà ad essere centrale nello sviluppo del business”.

Questo il punto di vista di Paolo Gioacchini, storico operatore dell’industria del gioco fisico, con numerose sale giochi distribuite nel Centro Italia, nonché presidente della concessionaria di giochi a distanza Giocondabet. Gioacchini – intervistato da PressGiochi MAG – è da sempre attento alle dinamiche del mercato, ma anche ai rapporti tra imprese e istituzioni, tanto che è da anni nel comitato di presidenza dell’associazione di categoria Astro.

Gli operatori del gioco a distanza sono in questi mesi in fermento per la prossima uscita del bando di gara per il rilascio delle nuove concessioni valide nei prossimi nove anni.
Giocondabet, pur essendo un’azienda giovane, è riuscita in pochi anni a strutturarsi e a guadagnare una buona posizione nel mercato, grazie anche all’importante esperienza maturata nel settore terrestre. Come pensate di muovervi nei prossimi mesi?

“Il percorso fatto fin qui di Giocondabet è stato difficile e impegnativo ma anche ricco di soddisfazioni. Alle nostre importanti competenze sul mondo terrestre abbiamo aggiunto quelle sull’online. Questo know how, abbinato alle nostre relazioni storiche con tanti esercenti, ci hanno permesso di raggiungere risultati ragguardevoli in poco tempo. Il nostro obiettivo iniziale era proteggere la nostra clientela, impedendo che altri ce la sottraessero offrendo i servizi online al nostro posto. Abbiamo creato una concessionaria eccellente che ci ha permesso di raggiungere pienamente questo traguardo.
Speravamo di poter continuare a cavalcare questo trend positivo ma quanto abbiamo letto in merito alla prossima gara (in primis l’aspetto finanziario) ci costringe a rivedere tante cose. Prima fra tutte l’esigenza di cercare quanto prima un partner che, riconoscendo il nostro valore aggiunto ovvero la ‘gestione del territorio’, possa supportarci in questa sfida tecnologica e creativa, per trasformare i nostri punti di ricarica in centri di intrattenimento a 360 gradi, in linea con il futuro del mercato e rispettando gli standard di qualità che abbiamo sempre garantito ai nostri clienti.
Vogliamo naturalmente continuare a supportare i nostri clienti come partner di un concessionario affidabile ed evoluto, dotato delle tecnologie all’avanguardia e dell’approccio creativo che il nuovo scenario richiede.

Forti del fatto che il nostro ‘modello integrato’ nonché i nostri numeri suscitano grande interesse, negli ultimi mesi abbiamo potuto dialogare con grandi operatori e ci siamo confrontati sulle strategie future. Al momento, abbiamo diverse trattative aperte e stiamo cercando la migliore opportunità per noi e, di conseguenza, per i nostri clienti. Non abbiamo ancora concluso la selezione e siamo ancora aperti a nuove proposte, ma penso che la decisione finale sia questione di poco. D’altronde la pubblicazione del bando è alle porte”.

Il governo ha deciso di mantenere una netta distinzione fra gioco online e land-based: ritiene che sia una scelta valida tenendo presente che tutto il mondo del gaming si sta orientando verso soluzioni omnichannel?
“L’aver studiato bene il decreto legislativo n. 41 del 25 marzo scorso, che anticipa i contenuti del Bando, gli incontri a cui facevo riferimento prima con i primari operatori del settore e i webinar di ADM,  han fatto crescere in noi la consapevolezza che il mercato dell’online è destinato a cambiare ulteriormente. Un cambiamento che presupporrà scelte tecnologiche importanti (ad esempio i sistemi di movimentazione denaro) nonché di strategie commerciali. Però di una cosa siamo sicuri: il ruolo del PVR e il contatto con il territorio continuerà ad essere centrale nello sviluppo del business. Soprattutto fin quando il divieto di pubblicità al settore dei giochi con vincita in denaro rimarrà in essere. Ed è proprio su questo aspetto che la struttura di Giocondabet può esprimere il suo potenziale maggiore.

Come storico operatore del gioco fisico, sia per la gestione di apparecchi che di sale giochi, cosa si aspetta dal tanto atteso ‘riordino’ del settore per quanto riguarda appunto il comparto delle AWP e la futura evoluzione tecnica degli apparecchi?
“La mia risposta è sempre la stessa fin da quando ci si pone questa domanda (ovvero, purtroppo per noi operatori, tanti anni): chiarezza e tutela degli investimenti.
Le questioni da derimere sono tante. L’arcinota questione territoriale, un maggiore equilibrio di pay out e tassazione tra i vari giochi, la definizione dei ruoli degli attori della filiera, i requisiti dei punti vendita e tante altre piccole grandi questioni (molte già presenti nell’accordo Stato-Regioni fin dal settembre 2017) sulle quali un operatore del gioco che investe su più fronti deve fare i conti quasi quotidianamente. Ovviamente il ruolo delle associazioni di categoria da questo punto di vista è imprescindibile e spero solo che non manchi mai quella concertazione tra istituzioni, politica e associazioni indispensabile per arrivare ad un nuovo modello che sappia centrare quel tanto auspicato equilibrio tra la salute dei cittadini e la tutela delle imprese che investono, garantiscono la liceità del settore, un gettito fiscale importante e un’occupazione come pochi altri settore dell’economia italiana”.

 

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