Black Monkey. Pene durissime per gli imputati

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Pene durissime sono state emesse dal collegio di giudici presieduto da Michele Leoni nei confronti dei 23 imputati del processo Black Monkey nel quale Sistema Gioco Italia – Confindustria sit si sono costituiti come parte civile nei confronti degli imputati. Il Tribunale di Bologna ha riconosciuto, come chiesto dal pm della Dda Francesco Caleca, l’esistenza di una organizzazione di stampo mafioso e condannato vertici, partecipi e concorrenti esterni. La pena più alta, 26 anni e 10 mesi, oltre le stesse richieste dell’accusa, è stata inflitta a Nicola Rocco Femia, da tempo in carcere e al centro di altre inchieste. In tutto sono state inflitte 23 condanne per un totale di quasi 170 anni. Per 13 imputati è stato riconosciuto il 416 bis o il concorso esterno, sono cadute per alcuni le aggravanti del metodo mafioso (ma i reati, soprattutto le estorsioni, sono stati riconosciuti) mentre altri sono stati assolti per qualche capo d’imputazione.
Le condanne sono state accompagnate anche dalle confische milionarie e da importanti risarcimenti per le parti civili. I giudici hanno riconosciuto un milione di euro alla Regione Emilia Romagna, 100mila a Tizian e 50mila all’Ordine dei giornalisti, quasi un milione allo Stato e, ancora, 180mila euro a Libera e altre centinaia di migliaia di euro a comuni e agenzia delle Dogane.
Pm e Finanza hanno evidenziato “l’esistenza di una organizzazione mafiosa stabile che aveva la testa nel Ravennate e il cuore finanziario a Bologna, un sistema illegale attivo nel business del gioco online e da bar, che aveva ramificazioni  anche tra le forze dell’ordine, oltre a rapporti con altri gruppi criminali”.

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