19 Maggio 2024 - 17:11

Svizzera. Sani (GAT-P): “L’autoesclusione al gioco è un ottimo strumento di prevenzione e non è sinonimo di dipendenza”

“La prevalenza di giocatori problematici e patologici in Ticino risulta inferiore rispetto ad altre nazioni come gli Stati Uniti e l’Australia mentre è uguale rispetto ad alcuni Stati europei e

28 Luglio 2016

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“La prevalenza di giocatori problematici e patologici in Ticino risulta inferiore rispetto ad altre nazioni come gli Stati Uniti e l’Australia mentre è uguale rispetto ad alcuni Stati europei e negli studi effettuati in Svizzera”. Lo afferma la coordinatrice del Gruppo Azzardo Ticino Prevenzione (GAT-P) Anna-Maria Sani, che fa un bilancio della situazione del gioco d’azzardo patologico nella regione svizzera ricordando gli interventi attuati per la prevenzione.

“Credo – ha spiegato Sani – che la politica di prevenzione messa in atto dalla Confederazione e dai Cantoni aiuti a mantenere nei limiti le conseguenze negative causate dall’attività di gioco eccessivo.

 

Il GAT-P è attivo da 20 anni sul territorio ticinese. Prima in forma di volontariato e in seguito, dal 2009, ha potuto beneficiare dei sussidi del Fondo gioco patologico. L’accordo stipulato con il Fondo prevede la sensibilizzazione, la formazione, il monitoraggio e la consulenza nell’ambito della prevenzione della dipendenza da gioco d’azzardo. Abbiamo a disposizione 130mila franchi l’anno.
Ques’anno è stato attivato anche un accordo con Telefono Amico che ci dà la possibilità di accogliere le telefonate per i problemi legati al gioco 24 ore su 24 e non più come era il caso prima un paio di ore al giorno. Tuttavia le chiamate ricevute non sono aumentate rispetto al 2014.

 

Sani interviene anche sulla recente esclusione di 50mila svizzeri dalle case da gioco del Paese spiegando che è sbagliato paragonare l’esclusione con la dipendenza da gioco. La maggior parte delle esclusioni sono volontarie e non imposta dalle case da gioco. È il giocatore stesso che decide di prendersi una pausa dal gioco prima che abbia sviluppato una dipendenza. “Non è vero che più esclusioni ci sono più la dipendenza da gioco è diffusa. Ho seguito 332 giocatori che si sono autoesclusi e hanno richiesto la riammissione su un periodo di dieci anni. Risultato? Più un giocatore richiede autoesclusioni nel tempo, più riesce a controllare il suo comportamento di gioco. Quindi ben vengano le autoesclusioni. È un atto di coraggio e un ottimo strumento preventivo per non cadere nella dipendenza. Purtroppo c’è anche l’altra faccia della medaglia. In Svizzera l’esclusione volontaria è un sistema troppo complicato a livello burocratico. Perché per rientrare in un casinò la persona che si è autoesclusa deve effettuare un colloquio, portare dei documenti finanziari e questo frena l’uso di questo strumento. Bisognerebbe trovare una modalità meno invasiva per questa pratica”.

 

Sani pone alla luce quelle che sono le falle del sistema dell’offerta di gioco d’azzardo e un po’ come accade in Italia dove si vendono grattini presso gli uffici postali, la dottoressa denuncia che anche la Posta propone attivamente prodotti di lotteria Swisslos ai loro clienti. “Il cliente della Posta – spiega – è invitato a comprare prodotti di lotteria quando si trova allo sportello, e gli viene prospettata la possibile vincita del jackpot. Alcuni clienti si sono lamentati con l’impiegato, e si sono sentiti rispondere che era per ordine superiore. Non va bene questa modalità attiva e intrusiva per un pubblico che si trova all’ufficio postale per fare tutt’altre cose. Inoltre va contro agli sforzi della Confederazione e dei Cantoni per ridurre i casi di giocatori patologici”.

PressGiochi

 

 

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