14 Maggio 2024 - 05:24

Sul piede di guerra contro il gioco: il Movimento 5 Stelle presenta una mozione per riformare il settore del gioco pubblico

Il Movimento 5 Stelle torna sul piede di guerra sul tema del gioco d’azzardo e lo fa presentando una mozione nella quale si chiede di impegnare il Governo sul fronte

18 Settembre 2023

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Il Movimento 5 Stelle torna sul piede di guerra sul tema del gioco d’azzardo e lo fa presentando una mozione nella quale si chiede di impegnare il Governo sul fronte della distribuzione dell’offerta dei giochi e degli interventi per contrastare il disturbo da gioco d’azzardo che costituiscono una vera proposta di riordino del settore.

Riportiamo di seguito la mozione presentata dall’onorevole Francesco Silvestri.

La Camera,

premesso che:

l’intera disciplina del gioco e delle scommesse trova il suo incipit normativo nel decreto legislativo 14 aprile 1948, n. 496 che all’articolo 1 dispone: «l’organizzazione e l’esercizio di giochi di abilità e di concorsi pronostici, per i quali si corrisponda una ricompensa di qualsiasi natura e per la cui partecipazione sia richiesto il pagamento di una posta in denaro, sono riservati allo Stato»;

nell’anno 2004, la Corte costituzionale (sentenza n. 185) ha affermato la piena legittimità della riserva statale, poiché gli articoli 718 e seguenti del codice penale «rispondono invece all’interesse della collettività a veder tutelati la sicurezza e l’ordine pubblico in presenza di un fenomeno che si presta a fornire l’habitat ad attività criminali»;

con la successiva sentenza del 31 marzo 2015, n. 56 la medesima Corte ha ulteriormente confermato che la materia dei giochi pubblici è riservata allo Stato, che ne può affidare a privati l’organizzazione e l’esercizio in regime di concessione di servizio, sulla base di una disciplina che trova origine nel predetto dato normativo;

le motivazioni della scelta dello Stato italiano (come di altri Paesi di tradizione giuridica latina) poggiano su valori fondativi di grande rilievo:

a) la tutela dell’ordine, della sicurezza pubblica, della sicurezza urbana e del buon costume;

b) il contrasto all’infiltrazione di organizzazioni criminali nel settore e nella lotta all’offerta di gioco illegale;

c) la tutela dell’interesse fiscale dello Stato e delle entrate del pubblico erario;

d) la garanzia dei diritti dei consumatori, che sono più a rischio di fronte a offerte di gioco non rigidamente regolate dallo Stato;

e) la salvaguardia dei minori dalle offerte di giochi a scopo di lucro;

occorre dunque rimarcare che proprio lo Stato italiano ha autorizzato il gioco d’azzardo «per costrizione», a fronte della dimostrata impossibilità di inibirne la pratica e, sussumendolo mediante il monopolio, ha teso a evitare le più gravi conseguenze, qualora fosse lasciato al libero esercizio di attività a scopo di lucro. Del resto, non è un caso che lo Stato repubblicano né si è mai fatto promotore di iniziative «interventiste» nel settore, né ha mai autorizzato nuove case da gioco, ovvero casinò;

la riserva dello Stato avrebbe dovuto dunque rispondere all’esigenza di contrastare il crimine organizzato, tutelare la sicurezza urbana, controllare le attività commerciali e tutelare la salute pubblica a fronte di patologie correlate all’eccesso di pratiche di gioco;

dalla riserva dello Stato è conseguita quindi l’esigenza di regolamentare in modo dettagliato i rapporti nel contratto di concessione in base al quale il concessionario è soggetto al controllo della pubblica amministrazione concedente e al regime autorizzatorio di pubblica sicurezza; in altri termini, chi intende svolgere un’attività nel settore «giochi e scommesse» deve ottenere, da un lato, la relativa concessione dell’Agenzia delle accise, dogane e monopoli (ADM) e, dall’altro, la cosiddetta «licenza di polizia» della questura territorialmente competente;

tuttavia, il modello di rapporto concessorio oggi vigente non si rivela idoneo a circoscrivere il notevole impatto che il gioco ha in tema di salute pubblica e di economia e nel contesto sociale, poiché non tutela adeguatamente le istanze di pubblica sicurezza e di salute pubblica, che sono sovraordinate, rispetto agli interessi privati, né definisce un quadro di controllo e filtro efficaci nel contrasto all’infiltrazione da parte della criminalità organizzata nella gestione dell’offerta pubblica;

proprio la Commissione parlamentare antimafia della XVIII legislatura, sulla scorta dei lavori consegnati dal IV Comitato, ha sollecitato il Parlamento e il Governo ad adeguare la normativa sia di regolazione delle concessioni sia di prevenzione-repressione delle illegalità, a cominciare da un profilo delle concessioni che riguardano i tre soggetti della cosiddetta economia dei giochi pubblici: le società aggiudicatarie di concessione in base a requisiti soggettivi e oggettivi; le aziende presenti, con varie funzioni, nella gestione dei locali e delle piattaforme dei vari giochi «fisici» e «telematici», nonché nel procacciamento di adesioni ai contratti per la distribuzione, per l’istallazione e la manutenzione di apparecchi o strumenti (la cosiddetta «filiera»); i singoli esercenti o tenutari di punti di offerta e sale da gioco;

appare significativo quanto riferito in Commissione antimafia il 25 giugno 2019, in audizione in sede plenaria, dall’allora Presidente dell’Anac Cantone, sulla vulnerabilità alla penetrazione mafiosa, in relazione alle modalità di assegnazione delle concessioni e ai controlli sulla rete distributiva: «…il vero problema è che la maggior parte delle concessioni è già stata data, quasi nell’interezza, senza gara. Come ANAC ci siamo occupati di una vicenda interessante che aveva riguardato una società nota e molto importante, legata al figlio di un mafioso siciliano che era stata raggiunta da interdittiva, tuttavia non si è riusciti a revocare quell’appalto; almeno fino a pochi mesi, quando ce ne eravamo occupati, quell’appalto era ancora in essere per difficoltà enormi da parte del sistema dei monopoli di intervenire su quel settore, perché tutto sommato si trattava di interrompere un flusso di denaro enorme. Fra l’altro, sarebbe interessante che la Commissione antimafia si occupasse di quella società, perché, accanto alle infiltrazioni mafiose che avevano giustificato l’interdittiva, aveva messo in campo un enorme sistema di sottrazione dei soldi pubblici, attraverso il mancato pagamento delle imposte previste; malgrado questo, quella concessione non è mai stata revocata. A mio modo di vedere, però, il punto vero riguarda il meccanismo a valle piuttosto che quello a monte. I grandi concessionari ormai sono pochi e teoricamente sono controllabili (tranne questo, forse); il vero problema riguarda i punti scommesse che vengono aperti in loco, per i quali non è affatto prevista l’interdittiva antimafia. Tali punti vengono aperti come se fossero normali negozi: questo per me è lo scandalo, lo vivo in un Comune meridionale e ormai in certe località ci sono più punti scommesse che chiese (e nei Comuni meridionali ce ne sono tantissime). Bisognerebbe chiedersi chi c’è dietro a questi punti scommesse e in certe realtà non ci vorrebbe grande fantasia per dire che c’è la criminalità organizzata. Il vero problema sono i subconcessionari, che spesso vengono sul territorio a svolgere attività con veri e propri meccanismi di riciclaggio.»;

per ogni soggetto di questa particolare «filiera» sono dunque necessari controlli e verifiche coordinati, sia per l’accertamento «a monte» dei presupposti di moralità, di onorabilità e di qualità tecnica in attività tanto delicate e rischiose, sia per la deterrenza penale (dunque non solo amministrativa) di ogni forma di abuso e illegalità; questo quadro regolatore e preventivo finora non è stato reso disponibile con sufficiente organicità e coordinamento normativo, poiché la maggior parte delle norme emanate per regolare la complessa materia sono state varate inserendole o nelle leggi di bilancio o in altri provvedimenti «omnibus»;

l’Agenzia delle dogane e dei monopoli ha presentato il 26 ottobre 2022 il Libro Blu per il 2021, la pubblicazione annuale che riporta i dati principali sul mercato del gioco d’azzardo legale in Italia;

dai predetti dati emerge che il volume di denaro giocato in Italia nel 2021 è aumentato del 21 per cento, attestandosi sul valore di 111,17 miliardi di euro, facendo segnare un nuovo record storico nonostante nel 2020 vi sia stata una contrazione, senz’altro positiva sul piano sociosanitari (seppure transitoria), determinata dalla pandemia e dalle chiusure al gioco fisico imposte per limitare la diffusione del Covid-19; nell’arco di appena 12 mesi la raccolta è pertanto tornata ai livelli pre-pandemici;

la raccolta pro capite, ossia l’ammontare complessivo delle puntate effettuate dalla collettività dei giocatori, calcolata sulla popolazione maggiorenne residente in Italia censita dall’Istat nel 2021, è pari a circa 2.229 euro, con un conseguente aumento della spesa (15,49 miliardi: + 19 per cento) che corrisponde alle perdite dei giocatori e al ricavo della filiera ed è data dalla differenza tra «raccolta» e «vincite» e degli incassi erariali (8,40 miliardi: + 16 per cento);

il totale della raccolta su rete fisica è stato pari a 44 miliardi di euro (+ 13 per cento rispetto al 2020) e la raccolta online ha toccato quota 67,17 miliardi di euro (+36 per cento rispetto al 2020); la raccolta online ha avuto una crescita esponenziale proprio come conseguenza delle chiusure imposte dalla emergenza Covid;

nonostante il sorpasso ormai «certificato» del gioco online sul gioco fisico, l’erario deve la maggior parte dei suoi introiti a quest’ultimo; va in tal senso chiarito che i fenomeni patologici, il fenomeno del riciclaggio di denaro, nonché le distorsioni sociali e culturali, si correlano più direttamente al volume complessivo delle giocate rispetto all’ammontare delle perdite effettive, comunque esorbitante e pari a 4 volte il fabbisogno finanziario stimato in questi giorni per la tenuta del Servizio sanitario nazionale;

il 14 settembre 2023 presso la Camera dei deputati, Federconsumatori e Cgil, in collaborazione con la fondazione Isscon, hanno presentato il rapporto «Il libro nero dell’azzardo – La crescita impetuosa dell’azzardo online in Italia», un documento che ha il pregio di rendere note le incredibili cifre del fenomeno online;

secondo quanto riportato dal predetto rapporto, il volume lordo del giocato in Italia nel 2022 è aumentato ulteriormente del 22,3 per cento rispetto al 2021, arrivando a quota 135,98 miliardi di euro e segnando l’ennesimo e non invidiabile record dopo i 111,2 miliardi dell’annualità precedente che mantiene l’Italia come primo mercato d’Europa, malgrado sia solamente al dodicesimo posto per reddito, a conferma del fatto che la propensione all’azzardo cresce col diminuire del reddito delle famiglie e nelle zone meno sviluppate, al Nord come al Sud;

per il 2022 l’Agenzia delle dogane e dei monopoli ha registrato una raccolta complessiva (fisica e online) pari a 135,98 miliardi di euro, con un incremento di oltre 22 punti percentuali rispetto al 2022, raccolta che, in termini reali, triplica quanto giocato complessivamente nel 2006 (+220 per cento);

l’azzardo online è dunque in tendenziale ampliamento ed è destinato a divenire, nel breve-medio periodo, la parte più rilevante; tuttavia il gioco fisico è tutt’altro che superato e, in molte realtà territoriali, si registrano crescite del +36,5 per cento +12,7 per cento +42,9 per cento +8,8 per cento, con un ritorno ai valori assoluti antecedenti la pandemia;

è ormai diffusissimo l’utilizzo di social media, piattaforme internet, servizi di messaggistica (YouTubeTelegramWhatsApp e altro) per promuovere il gioco d’azzardo e reclutare nuovi utenti, in particolare tra i giovanissimi che più utilizzano tali strumenti;

la forte crescita del gioco online richiede un’attenzione specifica proprio perché coinvolge i giocatori più giovani e il bilancio sui costi sociali, prima e più di quelli erariali, già drammatico, rischia di divenire insostenibile; il gioco da remoto ha un’offerta potenzialmente illimitata ed è «più conveniente» per tutti i soggetti coinvolti;

dai dati del rapporto di Federconsumatori emerge come ulteriore dato significativo che nel nostro Paese gli euro giocati pro capite nei format online nel 2022 sono 1.242 (dato in crescita in tutte le regioni rispetto al 2021 quando la media nazionale era pari a 1.138 euro per abitante): 1.874 euro procapite in Campania e 1.806 euro in Sicilia. Agli ultimi tre posti della graduatoria delle regioni italiane si trovano il Friuli-Venezia Giulia, il Trentino-Alto Adige e il Veneto;

i dati regionali fanno emergere che, differentemente che nel gioco fisico, ai primi posti della classifica si trovano tutte le regioni del Sud, mentre il gioco fisico è prevalente nelle regioni del Nord e tale differenza, già segnalata dalla Commissione Antimafia nella XVIII legislatura, secondo quanto sottolineato nel rapporto di Federconsumatori, non può che essere interpretata come conseguenza della scelta delle mafie di utilizzare il gioco legale online come modalità di riciclaggio di capitali sporchi, al pari di quanto avviene anche in altri settori economici caratterizzati da forti irregolarità, come l’edilizia e i pubblici esercizi;

la succitata Commissione antimafia, a conclusione del lavoro del IV Comitato, ha peraltro evidenziato come i sodalizi mafiosi utilizzino ampiamente le reti fisiche legali per reclutare clienti verso i siti online illegali, con inchieste eclatanti soprattutto nel settore delle scommesse e con fenomeni, relativamente nuovi, di collaborazioni tra cosa nostra, camorra e «’ndrangheta»;

la penetrazione della criminalità nella rete del gioco legale rappresenta un formidabile canale di profitto e uno straordinario bacino di attività, interessi e guadagni e rappresenta un ambito nel quale il bilancio rischi-benefìci risulta vantaggiosissimo, poiché l’accertamento delle condotte illegali è alquanto complesso e le conseguenze giudiziarie risultano piuttosto contenute;

come riportato nella relazione della Commissione antimafia, l’applicazione di pene non elevate comporta che le intercettazioni non siano ammesse, malgrado questi siano divenuti reati tipici delle mafie; per questo motivo le inchieste nascono incidentalmente come costole di indagini preesistenti, causando un ritardo nella risposta dello Stato; si determina così un effetto tenaglia che attira ulteriormente l’interesse mafioso;

le organizzazioni criminali operano indistintamente sia sul gioco d’azzardo illegale sia su quello legale, inserendosi in una qualsiasi delle articolazioni della filiera del gioco e in tutto il territorio nazionale; è proprio questa multidimensionalità dell’azione criminosa, con un respiro sempre più transnazionale, che ne rende particolarmente complesso il contrasto da parte delle Stato e delle forze, dell’ordine, complessità che risulta ancora più accentuata quando la criminalità intacca «sotto la superficie» interi segmenti della rete della filiera legale;

la criminalità ha operato enormi investimenti nel comparto online attraverso: la realizzazione di siti abusivi per l’offerta di gioco e di scommesse online riconducibili a società di diritto estero sotto la propria influenza; con interventi sulle piattaforme di gioco legali attraverso soggetti partners in possesso di specifiche competenze tecniche che implementano le piattaforme e rendono impossibile la tracciabilità dei flussi finanziari delle giocate;

negli ultimi tempi si registra un interesse prevalente, da parte delle associazioni criminali, per il gioco online e la maggiore concentrazione dei fatti delittuosi accertati in materia di gioco d’azzardo da remoto emerge nei territori ad alta concentrazione mafiosa; l’azzardo, ora in particolare quello online, è uno dei più importanti canali di riciclaggio di capitali sporchi e questo è confermato anche dai dati del rapporto di Federconsumatori: nei territori ad alto tasso di criminalità organizzata la quantità di giocato online è abnorme. Nelle province di Benevento, Crotone, Reggio Calabria, Messina, Siracusa e Palermo si giocano somme triple o quadruple rispetto a Modena, Bergamo, Firenze, Trieste, Padova e Verona; negli enti locali che hanno o hanno avuto decreti di scioglimento per infiltrazioni e condizionamenti di tipo mafioso, i numeri sono impressionanti;

il sistema dei controlli è composto dall’insieme delle realtà che sono deputate a svolgere ordinariamente funzioni di controllo sia in materia di pubblica sicurezza sia in materia fiscale e si compone, quindi, delle tre forze di polizia a competenza generale (polizia di Stato, Arma dei carabinieri, Guardia di finanza), dell’Adm e delle forze della polizia locale; a riguardo si rileva che per garantire un’uniforme esecuzione dei controlli su tutti gli operatori del settore e le attività svolte, a prescindere dal luogo di svolgimento dell’attività, sarebbe auspicabile un efficace coordinamento a cura di una delle predette forze dell’ordine ed una idonea pianificazione, imponendo per legge una periodicità minima nei controlli;

nella relazione di apertura del Libro Blu, l’Agenzia delle dogane e dei monopoli (Adm) ha fornito anche una stima sulla raccolta complessiva attesa per il 2022, stima che descrive un nuovo record imputabile, secondo l’Agenzia stessa, alla repressione del gioco illegale; «Risultati eccellenti sono stati conseguiti nel settore del Gioco Pubblico – si legge nella relazione del Direttore Generale – dove l’innalzamento dei livelli di controllo e dell’azione di contrasto all’illegalità realizzato nel corso del 2021 in stretto coordinamento col CoPReGI (il Comitato per la Prevenzione e la Repressione del Gioco Illegale) ha reso possibile un cospicuo aumento della raccolta. Secondo stime preliminari, nel 2022 tale aumento dovrebbe attestarsi intorno al 30 per cento, per un controvalore complessivo di circa 135-140 miliardi di euro, record assoluto nella storia dell’Agenzia»;

la predetta tesi dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, sostenuta invero anche dai grandi operatori dell’azzardo, ossia che l’ampliamento dei confini del gioco legale avrebbe rappresentato uno schermo contro l’illegalità, si è da tempo dimostrata priva di fondamento poiché, come confermato nel rapporto, le mafie sono in grado di «tenere insieme legale e illegale» facendo sistema fra loro;

occorre evidenziare, peraltro, come in capo all’Agenzia delle dogane e dei monopoli coesistano la funzione di ente pubblico che sottoscrive contratti di concessione con le società aggiudicatrici delle relative concessioni statali, e quella di autorità regolatoria, con i compiti di legge di controllare l’osservanza degli adempimenti cui i concessionari sono tenuti, nonché di comminare le relative sanzioni; nel contempo ad essa è stata affidata anche la mission di espandere il mercato, con logiche che poco hanno a che fare con le originarie finalità di tutela sociale; un embricarsi di interessi spesso in conflitto istituzionale tra loro;

l’obiettivo di Adm di garantire gli introiti al sistema rischia di porsi in contrasto con il necessario potere sanzionatorio quale argine all’infiltrazione della criminalità organizzata; emblematico appare il contenuto dei contratti di concessione statale nei quali appare evidente l’elemento del profitto a discapito della tutela dei soggetti maggiormente vulnerabili e di ogni altro elemento fondativo della riserva statale;

secondo un approfondimento pubblicato dal Sole 24 ore, l’11 ottobre 2022, sono 18,4 milioni le persone in Italia che giocano d’azzardo almeno una volta all’anno, pari al 36 per cento della popolazione maggiorenne e un milione e mezzo di questi giocatori ha un «profilo problematico», fatica a gestire il tempo da dedicare al gioco e a controllare quanto spende, alterando spesso i comportamenti familiari e sociali anche a causa di situazioni di sovra-indebitamento e di usura;

in relazione a quest’ultimo aspetto è da sottolineare che nel binomio azzardo-usura esiste da un lato un’ampia popolazione vittima del reato di usura a causa dell’azzardo, dall’altro lato, vi sono molte vittime dell’usura che iniziano a giocare d’azzardo nelle «speranza» di risalire la china: ciò significa che c’è un legame stretto, consistente e durevole tra i due problemi;

il disturbo da gioco d’azzardo (Dga) è una patologia che ha in comune con la dipendenza da sostanze il comportamento compulsivo che produce effetti sulle relazioni sociali o sulla salute seriamente invalidanti; è una patologia in espansione i cui dati sono però non sufficientemente accertati poiché non esiste una rilevazione sistematica dei pazienti in trattamento presso i servizi pubblici per le dipendenze; si ritiene che i pazienti in cura sono solo una minima parte delle persone che ne soffrono poiché la maggioranza non ha consapevolezza del problema o non si rivolge ai servizi del territorio; tali sofferenze vanno peraltro riconosciute, con effetto moltiplicatore, anche nelle famiglie, a carico dei conviventi, in molti casi minori;

il gioco d’azzardo può assumere la connotazione di un vero e proprio disturbo psichiatrico, così come ufficialmente riconosciuto dall’American Psychiatric Association (Apa) nel 1980; quindi, il disturbo da gioco d’azzardo è a tutti gli effetti una dipendenza patologica «sine substantia» e in ambito clinico si manifesta spesso in comorbilità con altre patologie quali la depressione, l’ipomania, il disturbo bipolare, l’impulsività, l’abuso di sostanze (alcol, tabacco, sostanze psicoattive illegali), disturbi di personalità (antisociale, narcisistico, istrionico, borderline), il deficit dell’attenzione con iperattività, il disturbo da attacchi di panico con o senza agorafobia e altri disturbi fisici associati allo stress (ulcera peptica, ipertensione arteriosa, e altro);

dopo che in una prima fase il legislatore si è sostanzialmente occupato di «liberalizzare» di fatto il gioco d’azzardo, dall’anno 2012 è iniziato anche un percorso, seppur lento, di consapevolezza, anche «normativa», delle gravissime conseguenze che il gioco d’azzardo andava determinando nel tessuto sociale e sanitario del nostro Paese; in tale anno, infatti, con il cosiddetto «decreto Balduzzi» il gioco d’azzardo patologico viene conosciuto come patologia e per la prima volta viene inserito nei livelli essenziali di assistenza (Lea), (riconoscendo al soggetto affetto il diritto alla cura presso il sistema sanitario pubblico;

in attuazione del predetto «decreto Balduzzi» è stato predisposto un piano d’azione nazionale in cui si prevede di: contenere i messaggi pubblicitari; divulgare avvertimenti sul rischio di dipendenza e le reali possibilità di vincita; vietare anche solo l’ingresso nelle aree di gioco ai minori di 18 anni; intensificare i controlli nel rispetto delle norme; predisporre una progressiva riallocazione dei punti di gioco e di raccolta tenendo in considerazione la presenza di aree sensibili ed infine costituire un osservatorio al fine di valutare le misure idonee per contrastare sia la diffusione del gioco d’azzardo che la dipendenza a suddetti giochi;

a seguito della forte pressione ovvero iniziativa del gruppo parlamentare firmatario della presente mozione che sul tema ha condotto costantemente una battaglia distintiva, dall’anno 2015 diversi interventi legislativi sono andati nella direzione di ridurre le offerte di gioco e di rafforzare la prevenzione, cura e riabilitazione dei soggetti affetti da disturbo da gioco d’azzardo (Dga); più in particolare:

a) con la legge di stabilità 2015, sono stati destinati 50 milioni di euro annui, a decorrere dal 2015, per la prevenzione, cura e riabilitazione dei soggetti affetti da dipendenza da gioco d’azzardo (Dga);

b) con la successiva legge di stabilità 2016 è stato introdotto un aumento del prelievo erariale unico (Preu) sulle new slot pari al 17,5 per cento delle somme giocate e la percentuale destinata alle vincite (payout) è stata fissata al 70 per cento mentre per gli apparecchi Vlt il Preu è stato fissato al 5,5 per cento a decorrere dal 1° gennaio 2016; è stato previsto di ridurre, dal 2017, del 30 per cento il numero delle New Slot attive; in tema di pubblicità di marchi o giochi con vincite in denaro è stato introdotto il divieto della pubblicità: «che incoraggi il gioco eccessivo o incontrollato; che neghi che il gioco possa comportare dei rischi; che presenti o suggerisca che il gioco costituisca una fonte di guadagno o di sostentamento alternativa al lavoro, piuttosto che una semplice forma di intrattenimento e di divertimento; che induca a ritenere che l’esperienza, la competenza o l’abilità del giocatore permetta di ridurre o eliminare l’incertezza della vincita o consenta di vincere sistematicamente; che induca a ritenere che il gioco contribuisca ad accrescere la propria autostima, considerazione sociale e successo interpersonale; che contenga dichiarazioni infondate sulla possibilità di vincita o sul rendimento che i giocatori possono aspettarsi di ottenere dal gioco […]» è stato poi attribuito al Ministero della salute, coadiuvato dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, il compito di organizzare e divulgare, presso gli istituti scolastici, campagne di informazione e sensibilizzazione sui potenziali rischi del gioco d’azzardo; è stato creato il fondo per il gioco d’azzardo patologico al fine di garantire attività di prevenzione, cura e riabilitazione ai soggetti affetti da dipendenza da gioco d’azzardo;

c) con un successivo intervento normativo del 2017 (decreto-legge n. 50 del 2017), attraverso una significativa riduzione dell’offerta di gioco e del numero dei punti vendita dei giochi pubblici e con un innalzamento degli standard qualitativi, è stato stabilito che la riduzione del numero dei nulla osta degli apparecchi new Slot, prevista nella legge di Stabilità 2016, debba avvenire in due fasi: la prima a 345.000 nulla osta deve avvenire entro il 31 dicembre 2017, mentre, la seconda a 265.000 nulla osta deve avvenire antro il 30 aprile 2018; la conferenza unificata, ha poi previsto, entro tre anni, il dimezzamento dei punti vendita del gioco d’azzardo: le Awp potranno essere presenti in 18.000 punti vendita e 35.000 esercizi otterranno la certificazione per la vendita;

d) con la legge di bilancio 2018 è stato poi stabilito che le regioni possono trasferire i punti vendita del gioco pubblico in seguito all’adeguamento delle proprie leggi;

e) con il cosiddetto «decreto Dignità» (decreto-legge n. 87 del 2018) è stato introdotto il divieto totale di pubblicità e sponsorizzazione, effettuate in qualsiasi forma e su qualunque mezzo, di giochi o scommesse dove sono previste vincite in denaro, ad esclusione delle lotterie nazionali ad estrazione differita, delle manifestazioni di sorte locali e di loghi su cui è riportata la dicitura sul gioco sicuro e responsabile; è stata poi introdotta una più corretta indicazione della frequenza di vincita delle lotterie istantanee che escluda dal computo le micro-vincite irrisorie; per gli anni 2018-2023 è stato previsto un Preu con aliquota crescente per le somme giocate nelle slot machine; l’affissione della scritta «questo gioco nuoce alla salute» su tagliandi delle lotterie istantanee, nelle sale da gioco e sugli apparecchi Awp e Vlt; l’accesso agli apparecchi Awp e Vlt può avvenire solo con le tessere sanitarie per impedire l’accesso ai minori e per consentire ai consumatori di individuare più facilmente i locali privi di slot machine è stato istituito il marchio «No Slot»;

f) la legge di bilancio 2019 ha previsto poi alcune misure per facilitare i controlli e dunque l’applicazione delle norme degli enti locali che impongono gli orari di funzionamento degli apparecchi Awp e Vlt presenti sul loro territorio e a tale scopo l’Agenzia delle entrate ha sviluppato un’applicazione che monitora la distribuzione dei punti vendita dei giochi pubblici sul territorio e l’offerta degli stessi a livello nazionale, regionale, provinciale e comunale; dal 1° gennaio 2019 è previsto un aumento del Preu per gli apparecchi Awp e Vlt rispettivamente dell’1,35 per cento e 1,25 per cento; viene, inoltre, ridotto il payout: per gli apparecchi Awp è del 68 per cento, mentre per le Vlt è dell’84 per cento;

g) con la legge di bilancio 2020, è stato ulteriormente modificato il Preu sugli apparecchi Awp e Vlt dal 1° gennaio 2020:

le misure adottate sopra riportate non sono tuttavia esaustive degli interventi, diffusamente proposti negli anni dal gruppo parlamentare firmatario della presente mozione, che pure dovrebbero essere realizzati per garantire una piena tutela della salute, a prevenire i disturbi da gioco d’azzardo (D.g.a.) ed il gioco d’azzardo minorile, come ad esempio il monitoraggio puntuale e dettagliato dell’evoluzione della raccolta, la pubblicazione gratuita dei dati aggregati quotidiani (per tipologia di gioco, per comuni), l’introduzione di una tessera obbligatoria per tutti i giochi, l’introduzione di massimali individuali in relazione al reddito dichiarato e di più efficaci meccanismi di auto esclusione del gioco, la diminuzione dei limiti massimi di giocata e di vincita, l’aumento della durata delle partite negli apparecchi elettronici, disincentivi ai consumi per le forme a minor tempo di latenza e maggior ripetitività, l’obbligo di formazione, di base e continua, per coloro che operano nel settore, le caratteristiche minime che devono possedere le sale e gli altri luoghi in cui si offre gioco, il divieto di raccogliere gioco su competizioni sportive dilettantistiche e/o riservate a minori di anni 18, introduzione del divieto penale di erogare denaro o altri valori economici, a titolo di prestito, bonus o premialità; distanze minime dei locali da gioco dai luoghi sensibili;

è necessario adattare il modello di contrasto al gioco d’azzardo fisico tenendo conto delle peculiarità del gioco online che ha diverse tipologie di giochi e registra un’età media più bassa che nel gioco fisico;

gli investimenti pubblicitari che ruotano attorno all’azzardo, soprattutto online, continuano ad essere significativi, in violazione del divieto; ciò anche perché una delibera dell’AgCom ha di fatto escluso una quantità di fattispecie dal perimetro applicativo di quello che doveva essere un «divieto totale»; si continua a promuovere un’offerta di facile accessibilità, interattività e varietà illimitata di giochi, anche attraverso «promozioni» ossia piccole somme che il gestore regala come incentivo a chi gioca per la prima volta;

nel rapporto di Federconsumatori si ribadisce come esista una relazione inversa fra la situazione socio-economica finanziaria e l’incremento della raccolta complessiva dei giochi d’azzardo e come, quindi, all’acutizzarsi della crisi (reale o percepita) corrisponda una crescita della propensione al gioco e una conseguente contrazione di altri consumi a danno di filiere a maggior assorbimento di manodopera; motore di questa dinamica, alimentata dalla crescente pubblicizzazione dei giochi d’azzardo legali, è l’idea illusoria di una vincita in grado di garantire la risoluzione «in un colpo solo» dei problemi economici correlati alla crisi;

il rapporto di Federconsumatori raffronta l’intero «investimento» in azzardo legale, che nel 2022 raggiunge i 136 miliardi, agli investimenti fatti in altri settori con la manovra finanziaria del Governo per il 2023, pari a 35 miliardi di euro; da tale raffronto appare certamente incredibile che la spesa per l’istruzione sia di 52 miliardi di euro;

il valore complessivo delle giocate supera il 7 per cento del Pil nazionale e, a titolo di comparazione, si evidenzia che il valore aggiunto generato dalle attività turistiche corrisponde al 6 per cento del Pil; 13 per cento se si considera l’intero indotto turistico comprensivo di voci come la ristorazione e i trasporti;

perplime che nonostante il nostro Paese sia agli ultimi posti per connessioni internet e banda larga, comunque si trovi, paradossalmente, nelle primissime posizioni nella classifica mondiale per diffusione dell’azzardo online;

in una recente indagine di Federconsumatori Modena su un campione di oltre mille ragazzi delle scuole superiori modenesi, è risultato che un terzo, quasi tutti minori, ha dimestichezza con l’azzardo: in ogni classe ci sono mediamente tre ragazzi (il 12 per cento del campione) che vedono l’azzardo al centro del proprio futuro; la questione dei giovani è una vera e propria emergenza poiché una serie di videogiochi, considerati innocui, predispongono all’azzardo fin dall’infanzia,

impegna il Governo:

1) ad adottare iniziative di competenza volte ad istituire, a livello nazionale, per tutti i punti di offerta di gioco, limiti minimi di distanza dai luoghi che risultino sensibili in relazione alla frequenza da parte di giovani, anziani, persone con vario tipo di difficoltà e categorie vulnerabili, quali ad esempio i luoghi di culto, di istruzione, di cura, di aggregazione e offerta culturale, uffici o sportelli dove sia possibile ottenere denaro, prevedendo la conservazione di eventuali limiti più stringenti adottati dalle amministrazioni locali (regioni, province autonome, comuni), ovvero la possibilità di adottare motivate ulteriori misure protettive, per tutte le tipologie di gioco, in ragione della situazione dei rispettivi territori;

2) ad adottare iniziative tecniche e normative finalizzate a garantire una piena tutela della salute e a prevenire i disturbi da gioco d’azzardo (D.g.a.) ed il gioco d’azzardo minorile, quali:

a) monitoraggio puntuale e dettagliato dell’evoluzione della raccolta, disponendo un piano per il suo progressivo contenimento;

b) pubblicazione gratuita dei dati sui volumi giornalieri di raccolta, aggregati per tipologia di gioco e territorio comunale, fatte salve le disposizioni in materia di tutela della privacy nei comuni molto piccoli, al fine di consentire la massima trasparenza e tutela sociale;

c) introduzione di una tessera obbligatoria per la fruizione dei servizi di gioco con vincita in denaro e assimilati, personale e non cedibile, corredata di chip e fotografia, rilasciata su richiesta dall’azienda sanitaria locale, collegata ai registri di autoesclusione e ai servizi digitali dell’Agenzia delle entrate, anche implementando, in via transitoria a tali scopi l’utilizzo della tessera sanitaria/codice fiscale, e associando ogni giocata o puntata alla tessera ovvero al codice fiscale, garantendo che l’acquisizione, la registrazione e conservazione dei dati così raccolti non possa essere attuata da soggetti privati, ma unicamente da forze dell’ordine, dalla magistratura, da soggetti pubblici preposti alla tutela della salute e dei cittadini e prevedendo rigorose sanzioni in caso di abusiva cessione;

d) introduzione di massimali individuali di tempo e di spesa in relazione al reddito dichiarato;

e) rafforzamento dei meccanismi di auto esclusione del gioco, anche sulla base di un registro nazionale, collegato alla tessera succitata, ai quali possono iscriversi i soggetti che chiedono di essere esclusi dalla partecipazione, in qualsiasi forma, ai giochi con vincita in denaro;

f) diminuzione dei limiti massimi di giocata e di vincita;

g) aumento della durata delle partite negli apparecchi elettronici;

h) aumento del tempo di latenza tra le giocate ed il loro esito, prevedendo disincentivi ai consumi per le forme a minor tempo di latenza e maggior ripetitività;

i) introduzione dell’obbligo di formazione di base e continua per concessionari, gestori, esercenti e personale addetto presso tali categorie;

l) previsione di caratteristiche minime che devono possedere le sale e gli altri luoghi in cui si offre il gioco;

m) certificazione di ogni singolo apparecchio, con passaggio ad apparecchi che consentono il gioco solo d’ambiente remoto, facenti parte di sistemi di gioco non alterabili;

n) divieto di raccogliere gioco su competizioni sportive dilettantistiche ovvero riservate a minori di anni 18;

o) introduzione del divieto, con rilevanza penale, di erogare denaro o altri valori economici, a titolo di prestito, bonus o premialità, a giocatori, con aggravante quando la violazione avvenga verso minorenni, giocatori problematici o da parte di soggetti titolari di punti gioco od operanti nell’offerta;

3) ad adottare iniziative di competenza volte a rendere effettivi l’inaccessibilità del gioco ai minori e il divieto di pubblicità, rimuovendo qualsiasi elemento che permette l’elusione dei predetti divieti, intervenendo sull’accertamento della reale identità del giocatore e della tracciabilità dei flussi di denaro e vietando qualsiasi possibilità di incentivo;

4) ad adoperarsi sul piano culturale, nelle scuole e verso i giovani, rimuovendo qualsiasi ambiguità sul gioco d’azzardo e chiarendo quali siano i gravissimi rischi connessi all’uso di videogiochi, al gaming e al gambling;

5) a salvaguardare ed anzi a rafforzare il monitoraggio e la libera circolazione dei dati di interesse sociale relativi ai fenomeni del gioco d’azzardo, inclusi i dati sui volumi di consumo, le informazioni sui volumi di offerta sul territorio, per tutte le tipologie di gioco, inclusi i dispositivi Awp e Vlt, nonché i dati sociosanitari ed epidemiologici;

6) a varare un piano per la riduzione ulteriore e progressiva della raccolta di azzardo, fissando dei limiti di tempo oltre che di spesa, ad iniziare dalle forme di azzardo più aggressive che offrono la possibilità di puntate in sequenze ravvicinate, riducendo i punti della rete di offerta, oggi troppo capillare e difficile da controllare, e favorendo il recupero delle forme di intrattenimento senza vincita in denaro;

7) a dare piena applicazione alle indicazioni presenti nelle relazioni della Commissione bicamerale antimafia della XVII e della XVIII legislatura, con particolare riferimento alle misure antiriciclaggio e all’estensione a tutti partner contrattuali dei concessionari dei requisiti previsti dalla normativa antimafia, in analogia con la disciplina del subappalto di opere e forniture alla pubblica amministrazione, intendendosi per partner contrattuali tutti i soggetti coinvolti nella filiera (inclusi ad esempio produttori, distributori, installatori di apparecchiature e prodotti di qualsiasi natura, ovvero di servizi, incaricati di manutenzione, raccolta e versamenti degli incassi);

8) a prevedere il coordinamento e la pianificazione del sistema dei controlli sia in materia di pubblica sicurezza sia in materia fiscale, stabilendo tramite iniziative normative di rango primario una periodicità minima nei controlli e individuando percorsi formativi e di aggiornamento per il personale assegnato ai controlli;

9) ad adottare iniziative normative volte a ripensare il sistema delle sanzioni e delle condotte illecite, con la previsione di figure delittuose anche per le condotte oggi sanzionate a titolo di contravvenzione al fine di consentire la contestazione del reato di associazione a delinquere per tutte le condotte illecite nel settore dei giochi ed estendere l’applicazione delle intercettazioni telefoniche all’intero settore dei reati di giochi e scommessa, prescindendo dall’entità delle pene edittali;

10) ad adottare iniziative normative volte a rivedere il ruolo e i compiti dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, risolvendo il conflitto d’interesse insito nella funzione di pubblico che rilascia le concessioni e quella di autorità regolatoria e di vigilanza, sottraendole i compiti di controllare l’osservanza degli adempimenti cui i concessionari sono tenuti, nonché di comminare le relative sanzioni;

11) ad adottare iniziative di competenza volte a potenziare l’attività e gli strumenti di indagine, preventivi e repressivi, dei crimini nel settore, con particolare attenzione all’online, inclusi i fenomeni di reclutamento e promozione del gioco d’azzardo attraverso i social media e i servizi di messaggistica, valorizzando anche le competenze della polizia postale;

12) ad adottare iniziative di competenza volte a prevedere inoltre l’istituzione di controlli preventivi sul personale assunto dai soggetti della filiera dell’offerta autorizzata, anche istituendo appositi registri e criteri di ammissione (tra i quali: maggiore età, possedere la carta d’identità, avere l’iscrizione previdenziale e per gli infortuni) e di esclusione (tra i quali: aver subìto condanna per delitto; aver subìto condanna a pena restrittiva della libertà personale superiore a tre anni per delitto non colposo senza aver ottenuto la riabilitazione; aver subìto l’ammonizione o una misura di sicurezza personale; essere stato dichiarato delinquente abituale, professionale o per tendenza);

13) ad intervenire con una iniziativa normativa che preveda una «disciplina-quadro» sul gioco d’azzardo che affronti la materia nel complesso e superi la parcellizzazione normativa sul tema, costruendo un percorso che contrasti la crescita del fenomeno, a partire dal contrasto alle organizzazioni criminali e alla proliferazione smisurata di giochi, fisici e online;

14) a definire un diverso modello organizzativo dei giochi pubblici fondato sulla gestione diretta dei servizi da parte dello Stato, ovvero su un regime concessorio e autorizzatorio che si ponga in maniera efficace come garanzia in materia di tutela della fede, dell’ordine e della sicurezza pubblici, e che garantisca la massima tutela degli interessi pubblici generali in tema di salute e la miglior prevenzione dei fenomeni di illegalità, inclusi il gioco d’azzardo minorile ed il riciclaggio di proventi di attività criminose, tenendo conto di quanto riportato nella deliberazione della Corte dei conti 30 dicembre 2021, n. 23, e nella relazione conclusiva di mandato dell’Osservatorio per il contrasto della diffusione del gioco d’azzardo e il fenomeno della dipendenza grave, del 2 dicembre 2022.

 

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