19 Maggio 2024 - 13:54

Stabilità. Baretta “Occorre ridurre i giochi; la battaglia all’illegalità ha portato ad un aumento dell’offerta”

“E’ necessaria una riforma organica del settore che prenda in considerazione le proposte di legge ferme nei due rami del Parlamento, a valle della presentazione dei contenuti della legge delega.

12 Dicembre 2015

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“E’ necessaria una riforma organica del settore che prenda in considerazione le proposte di legge ferme nei due rami del Parlamento, a valle della presentazione dei contenuti della legge delega. l’emendamento del Governo presentato e diffuso ai commissari rappresenta la posizione ufficiale del Governo fino al momento in cui verrà portata in Commissione una proposta diversa”.

 

Lo ha dichiarato il sottosegretario Baretta intervenendo in Commissione Bilancio in fase di discussione dell’emendamento sui giochi proposto dal Governo alla legge di Stabilità.

 

Soffermandosi sulle condizioni e necessità cui attenersi nella futura e imminente riforma, Baretta ha sottolineato in primo luogo l’intenzione del Governo di coinvolgere gli enti locali per trovare una soluzione condivisa considerato che, definito il quadro complessivo, le decisioni a livello di territorio devono essere prese dal soggetto che lo conosce approfonditamente, auspicando dunque l’intervento della Conferenza unificata. “E’ fondamentale – ha proseguito Baretta – ridurre l’offerta, preso atto che la battaglia contro l’illegalità ha portato a un aumento dell’offerta di gioco, e l’orientamento volto a limitare la pubblicità.

 

Da quando è iniziato il contrasto al gioco illegale è cambiata la percezione sociale e politica del fenomeno del gioco d’azzardo. Lo Stato debba mettere in conto una riduzione delle entrate derivanti dal gioco nel medio periodo, in un’ottica di tutela dei suoi cittadini e, in particolare, dei minori. Il tema in discussione merita un approfondimento, che contempli un esame anche sugli aspetti concernenti la tracciabilità delle giocate e la tutela della privacy”.

 

Federico Ginato del Pd, nel rispondere al parere del sottosegretario, ha ricordato che “l’emendamento spiega che lo Stato deve regolamentare il settore del gioco ma non può né deve incentivarlo, agendo secondo un principio di legalità, ma anche nel rispetto dei regolamenti emanati dagli enti locali; in secondo luogo, negli anni c’è stato un inopportuno eccesso di offerta e pertanto prevede una drastica riduzione dei dispositivi di gioco, che porterà all’eliminazione di almeno 108 mila apparecchi; in terzo luogo, prevede la riduzione della pubblicità nel settore; in ultimo istituisce per la prima volta un Fondo per la cura del gioco d’azzardo patologico che si auspica possa portare ad una migliore finalizzazione delle risorse rispetto al passato.

 

 Paglia (Sel): “Sulla pubblicità si tratta di un ‘non divieto’

“Dopo il lungo dibattito parlamentare svoltosi in materia all’interno del disegno di legge di delega fiscale,- ha dichiarato Giovanni Paglia del Sel – era stato preso l’impegno di non far confluire le disposizioni all’interno del disegno di legge di stabilità. Pur comprendendo l’opportunità di intervenire con celerità sul tema, non ritengo corretto l’intervento proposto dal Governo soprattutto in relazione al tema della pubblicità e del contrasto al gioco minorile. Riguardo alla pubblicità, essa non è stata vietata ma semplicemente ridotta, peraltro non in maniera sostanziale, prevedendosi di fatto una sostituzione dei dispositivi. Non è soddisfacente neanche la soluzione individuata rispetto agli enti locali, non dandosi alcuna potestà regolatoria ai sindaci e prevedendosi un regolamento nazionale che non potrà tenere conto delle specificità locali che invece permarranno.

C’è un unico modo – continua Paglia sulla questione pubblicità – di introdurre il divieto di pubblicità e cioè prevedere tale divieto sia per la forma diretta sia per quella indiretta. Al contrario, analizzando le varie deroghe previste dall’emendamento presentato, credo che, in sostanza, quello che viene introdotto è in realtà un «non divieto». Su tale scelta occorrerebbe un accordo di tutto il Parlamento analogamente a quanto avvenuto per il divieto di pubblicità per i tabacchi, anche se occorre ammettere come non vi sia stato un rilevante crollo dei consumi di tali prodotti. Mi stupisco, in ogni caso, del parere contrario dei relatori e del Governo su una serie di emendamenti che affrontano una questione che, apparentemente, sembrava essere condivisa.

 

 

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