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Riforma Rai. Approvato odg per il divieto assoluto agli spot dell’azzardo su tutto il sistema radiotelevisivo

Divieto, assoluto di trasmissione di spot che incentivano in qualunque modo il gioco d’azzardo e che quindi potrebbero potenzialmente contribuire ad allargare una piaga sociale del nostro Paese. L’emendamento presentato

31 Luglio 2015

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Divieto, assoluto di trasmissione di spot che incentivano in qualunque modo il gioco d’azzardo e che quindi potrebbero potenzialmente contribuire ad allargare una piaga sociale del nostro Paese.

L’emendamento presentato dal sen. Crosio della Lega e trasformato in Odg è stato approvato ieri dall’Aula del Senato impegnata nella votazione degli emendamenti al dl per la Riforma della Rai.

 

“Con questo ordine del giorno – ha dichiarato Crosio – noi chiediamo che su tutte le televisioni che trasmettono sul territorio nazionale e su tutte le radio sia vietato fare pubblicità al gioco d’azzardo. Noi lo reputiamo un passo veramente importante, come si fece a suo tempo per il tabacco e come dovrebbe essere fatto anche per altre questioni.

Vorrei infatti ricordare all’Assemblea che in Italia esistono 400.000 apparecchi di intrattenimento in oltre 6.000 locali, frequentati da 15 milioni di giocatori abituali, tra cui 3 milioni di giocatori soggetti a rischio di gioco patologico e circa 800.0000 giocatori già patologici. Questa problematica, che nel nostro Paese sta dilagando in maniera esponenziale, determina un costo sanitario annuale per curare le persone dipendenti dalla patologia del gioco d’azzardo di circa 5 o 6 miliardi di euro. È una follia. In questo momento in cui lavorare è difficile, vediamo padri di famiglia dilapidare quel poco di stipendio che riescono a portare a casa davanti a queste maledette macchinette e io ritengo che questo tema debba accomunare tutta l’Assemblea.

Io accolgo la richiesta che fa il relatore, in quanto i miei emendamenti erano eccessivi perché chiedevano esclusivamente al servizio pubblico di applicare tale divieto; invece, con questo ordine giorno, sarebbe interessante chiedere un impegno a tutto il sistema radiotelevisivo, per impedire definitivamente di fare pubblicità a questa macchina infernale che è il gioco d’azzardo, che in un Paese civile non deve essere permesso”.

 

Testo dell’Ordine del Giorno:

Il Senato,

            in sede di esame del disegno di legge recante disposizioni per la “Riforma della Rai e del servizio pubblico radiotelevisivo”;

        premesso che:

            il perdurare della crisi economica è causa di pericolosi fenomeni di carattere sociale quali la diminuzione della propensione al risparmio e la ricerca di un facile arricchimento fondato sull’aleatorietà. Fra i vari giochi d’azzardo legali, in continua espansione, preoccupa la crescita dei videogiochi sempre più diffusi in tantissimi esercizi, a disposizione di qualsivoglia giocatore, senza alcuna limitazione o restrizione di sorta;             in Italia esistono 400.000 apparecchi da intrattenimento (slot-machine) e oltre 6.000 locali o agenzie autorizzati, frequentati da 15 milioni di giocatori abituali, tra cui 3 milioni di giocatori soggetti al rischio del gioco patologico e circa 800.000 giocatori già patologici. Secondo alcune stime, una quota dì queste, circa 120.000 persone, già soffre di dipendenza comportamentale da gioco d’azzardo patologico;

            dal 2003 a oggi la raccolta è aumentata di oltre il 500 per cento, passando da 15,5 a oltre 80 miliardi di euro. Secondo i dati AAMS il mercato dei giochi d’azzardo è suddiviso principalmente tra slot-machine (56,1 per cento), giochi online (16,3 per cento) e lotterie (12,7 per cento), oltre che lotto (8,5 per cento) e giochi di abilità a distanza con vincita in denaro (cosiddetto skill games) (7,7 per cento);

            la compulsione da gioco colpisce maggiormente soggetti in condizioni economiche già critiche, che, nella speranza di migliorarle, finiscono per non essere più in grado nemmeno di acquistare i beni di prima necessità per se stessi o per la propria famiglia, tanto da finire per entrare nel circuito dell’assistenza sociale;

            il solo costo sanitario annuale per curare le persone dipendenti dai gioco patologico ammonta a 5-6 miliardi di euro, mentre il gettito erariale generato ammonta a 8 miliardi di euro;

            alcuni sociologi, che hanno affrontato il fenomeno del gioco come speranza di vincita, lo hanno classificato fra i comportamenti che creano dipendenza, seppur diversa da quella da alcool o droghe, ma sempre in grado di arrecare gravi danni ai giocatori, in termini economici e affettivi. Un dato desta sconcerto: il 66 per cento dei disoccupati gioca d’azzardo ed è alta l’incidenza di suicidi;

            è tempo di considerare la dipendenza dal gioco, alla stregua della dipendenza dal tabacco o dell’alcool, come un comportamento socialmente dannoso, il cui abuso porta alla dipendenza da gioco d’azzardo, vera e propria malattìa riconosciuta a livello internazionale dall’Organizzazione mondiale della sanità;

            se per arginare altri preoccupanti fenomeni sociali, come il fumo, si sono adottati alcuni accorgimenti riconosciuti da tutti come sacrosanti, come il divieto di pubblicità per le sigarette, è doveroso imporre per legge da parte di tutte le emittenti radiofoniche e televisive anche il divieto di qualsiasi comunicazione commerciale audiovisiva e radiofonica, diretta o indiretta, che induca all’acquisto di prodotti o alla partecipazione ad attività di gioco, quali lotterie, concorsi a premio, scommesse sportive, newlot o ad attività, anche online, comunque denominate finalizzate alla riscossione di somme di denaro, la cui vincita sia determinata esclusivamente dal caso;

            il gioco d’azzardo è vietato dal codice penale, ma è stato introdotto nel nostro Paese «il gioco con partecipazione a distanza», vale a dire la licenza, concessa a varie società per la gestione di apparecchi per il gioco online, con un considerevole aumento del fatturato per le società concessionarie. Non a caso, negli ultimi anni, l’industria del gioco d’azzardo è diventata una delle più importanti del Paese, tanto che slot-machine, poker, scommesse e giochi d’azzardo di diversa natura hanno inondato il mercato a ritmi sempre più frenetici, con notevole crescita dei giocatori, che coinvolge ogni gruppo sociale, compresi pensionati, casalinghe, giovani e facendo dell’Italia il primo Paese al mondo per spesa prò capite dedicata al gioco;

            non si può tollerare che le emittenti radiotelevisive perpetrino nel pubblicizzare forme di gioco cosiddetto compulsivo anche perchè, secondo i dati delia Consulta Nazionale Fondazioni Antiusura, il gioco d’azzardo è considerato la maggior causa di ricorso a debiti e/o usura in Italia e il principale costo sociale generato dall’aumento esponenziale del ricorso al gioco d’azzardo è il sovraindebitamento familiare e, anche per questo, la dipendenza dal gioco, ludopatia, è una delle principali cause di suicidio,

        impegna il Governo ad intervenire, con gli appositi strumenti normativi, anche apportando le opportune modifiche al Testo unico sui servizi media audiovisivi e radiofonici di cui al decreto legislativo 31 luglio 2005, n.177, introducendo il divieto assoluto di qualsiasi comunicazione commerciale audiovisiva e radiofonica, diretta o indiretta, che induca all’acquisto di prodotti o alla partecipazione ad attività di gioco, quali lotterie, concorsi a premio, scommesse sportive, newlot o attività, anche online, comunque denominate finalizzate alla riscossione di somme di denaro, la cui vincita sia determinata esclusivamente dal caso.

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