Quaregna. Il sindaco Giordani plaude al distanziometro come disincentivo al gioco

«Non posso che accogliere con soddisfazione la sentenza del Tar del Piemonte, che ha promosso l’ordinanza anti-slot della mia collega Appendino di Torino».

Parola del sindaco di Quaregna Katia Giordani, protagonista nel 2010 di una battaglia vinta contro le slot machine installate in paese, che al culmine della crisi del tessile stavano impoverendo le persone in maggiore difficoltà economica.

«Nel maggio 2010, a Quaregna, si contavano 25 slot machine installate in quattro esercizi del paese – spiega Giordani –. Oggi ce ne sono solo 2, a debita distanza dai luoghi sensibili come scuole, case di riposo ed edifici di culto. La mia ordinanza ha stabilito semplicemente alcuni limiti, ai quali si sono affiancate le scelte responsabili degli esercenti» .

Per Giordani i due fattori, combinandosi assieme, hanno portato risultati impensabili: un Comune praticamente «slot-free», che probabilmente ha impedito a decine di persone di finire nella spirale del gioco compulsivo. «Non mi sono fermata a redigere un regolamento ferreo , con orari stabiliti e obbligo di distanza dai luoghi sensibili – conclude Giordani –. Nel 2011 mi sono opposta all’apertura di una sala giochi. I titolari degli esercizi dove ci sono le slot ribattono che rispettano la legge. Ricordo però che i bar non sono dei casinò, dove le persone sono consapevoli di andare a sfidare la sorte. Una persona responsabile e posata non si lascia abbindolare, ma i più deboli possono restare travolti molto facilmente».

Il sindaco ricorda che secondo le statistiche in media ogni piemontese spende 200 euro in un anno per il gioco d’azzardo. Numeri che secondo la Giordani dovrebbero far riflettere ogni amministratore.

PressGiochi