28 Aprile 2024 - 23:07

Paolo Di Nunno, noi siamo con te!

Vicenda da paradosso kafkiano, quella in cui si trova coinvolto il “piccolo” Lecco, che si è meritato la promozione in serie B dopo il doppio confronto col Foggia, ma poi

03 Luglio 2023

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Vicenda da paradosso kafkiano, quella in cui si trova coinvolto il “piccolo” Lecco, che si è meritato la promozione in serie B dopo il doppio confronto col Foggia, ma poi si è visto negare il titolo per una questione meramente burocratica. La cittadina lombarda non ha uno stadio adeguato alla seconda categoria professionistica e il patron Paolo Di Nunno – nostra vecchia e cara conoscenza essendo ormai, per età ed esperienza, uno dei guru del settore AWP e ancora attivamente impegnato nella EVG – si è dato subito da fare per trovare uno stadio alternativo, rivolgendosi prima al Novara e poi al Monza (chiaramente, serve prima l’ok delle società sportive locali, poi quello del comune e infine del prefetto), dove però ha trovato le porte sbarrate. Alla fine ha puntato su Padova (che dista 225km da Lecco, mica uno scherzo). Il problema è stato che il prefetto della città veneta ha dato il benestare con qualche ora di ritardo rispetto ai rigidi tempi imposti dalla federazione (la mezzanotte del 20 giugno). Niente più che un vizio di forma, rispetto al quale, però, la FIGC, attraverso la Commissione Criteri Infrastrutturali e Sportivi-Organizzativi, è stato irremovibile.

Ora, c’è pur sempre la possibilità di un ricorso, ma su quali basi? Purtroppo la regola non ammette deroghe. Sebbene il Lecco abbia ottenuto la promozione soltanto due giorni prima della scadenza dei termini (21 giugno), qualcuno dice che Di Nunno e i suoi avrebbero dovuto pensarci prima a cercarsi un altro stadio, proprio tenendo conto che una cosa del genere non si ottiene in quattro e quattr’otto. D’altra parte, c’è pure il “giallo” di una richiesta di deroga, inviata tramite PEC il 16 giugno, per la presentazione della domanda di iscrizione alla B, che non avrebbe mai ricevuto risposta.

Alla resa dei conti, per quanto paradossale, per il Lecco sarebbe più facile rientrare dalla porta di servizio ottenendo la proroga per l’adeguamento del proprio stadio, il Rigamonti-Ceppi, (di cui Di Nunno ha promesso di farsi carico totalmente, per un totale di circa 7/800 milioni) piuttosto che ottenere il “perdono” per il ritardo nella presentazione della documentazione sul trasferimento a Padova.

Nel primo caso, chi è dell’ambiente sa bene che, negli anni, di proroghe la federazione ne ha date a bizzeffe a destra e a manca, anche di lunga durata. Perciò non sarebbe uno scandalo se accettasse le richieste del Lecco.

Così dovrà essere, perché la squadra di Paolo Di Nunno non potrebbe più iscriversi neanche alla serie C (tempi scaduti!) e dovrebbe così ripartire dalla serie D. Ma a quel punto ha già detto che mollerà tutto.

Noi, per quel poco o nulla che conta, siamo dalla sua parte, non per simpatia ma perché il Lecco è una società sana, senza debiti, dal passato anche glorioso. Forse dà fastidio il fatto che sia una realtà troppo piccola? Ricordiamoci allora che in B ci sono stati persino il Castel Di Sangro e il Gallipoli! Forse dà fastidio il personaggio Di Nunno, perché ritenuto poco affidabile? Se così fosse, ce ne sarebbero tanti, e anche di più importanti, di presidenti da mettere alla sbarra.

In definitiva, escludendo a priori ogni forma di complotto, riteniamo che la FIGC abbia agito, come altre volte, con il paraocchi, severa con i piccoli ma sin troppo accondiscendete con i forti.

Ora speriamo che la situazione si ribalti e che nasca un bel derby fra i due rami del lago di Como. Di Nunno, la squadra e la città se lo meritano!

 

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