28 Aprile 2024 - 08:53

Nel gioco, umanità ed aggregazione anziché proibizionismo potrebbero essere la strada giusta

Gaming: ciò che bisogna sapere e quanto la sua tecnologia serve per il sociale   Nessuno di noi, comprese le associazioni di settore, può ergersi a giudice oppure sostituirsi allo

13 Settembre 2016

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Gaming: ciò che bisogna sapere e quanto la sua tecnologia serve per il sociale

 

Nessuno di noi, comprese le associazioni di settore, può ergersi a giudice oppure sostituirsi allo Stato ed alle sue leggi, però alcune forme di riflessione possono essere esternate e sottoposte a chi le vorrà recepire per far conoscere meglio il mondo del gioco d’azzardo, il “suo” divertimento (per il quale è stato creato) e la “psicologia” dei suoi giocatori, anche di quelli che “rasentano” il gioco problematico. Si vuole in queste righe ricollegarci al proibizionismo tanto in vigore avverso il settore ludico e far pensare, a chi lo impone, con la testa “di chi subisce” queste proibizioni.

 

Si deve partire assolutamente dal punto che la libertà dell’individuo di giocare nei migliori casino online è un dogma che dovrebbe essere rispettato da tutti e che la libertà di ognuno non deve naturalmente ledere la libertà degli altri. Questo dovrebbe essere il fulcro attorno al quale ruotano tutte le altre riflessioni e bisogna prendere anche atto che tutte le restrizioni che vengono operate ai danni del gioco pubblico sono state messe in essere “a tutela del cittadino e del territorio” e si spera sinceramente che questo sia il principio e la buona fede che hanno spinto tanti Sindaci a regolamentare il gioco per il proprio territorio.

 

Però, a fronte delle linee intraprese dai vari Sindaci del nostro Bel Paese, si vuole anche sottoporre un paragone, od esempio che dir si voglia, tra il gioco ed il fumo, due dipendenze “difficili e che comportano conseguenze”. I consumi dei tabacchi sono crollati non perché esiste il divieto di fumare nei cinema o nei ristoranti oppure nei mezzi di trasporto, ma perché sono state messe in atto mirate, attente e scrupolose campagne di prevenzione che hanno spiegato i vantaggi della non dipendenza ai più.

 

I fumatori continueranno ad esserci, ma sono sempre meno maleducati che in un passato recente dove l’epidemia del fumo passivo costringeva a fumare anche chi non voleva assolutamente: ma i “restanti fumatori” sono sotto una sorta di “protezione” e sono rispettati dalle norme in essere. In pratica, si può convivere anche con chi decide di farsi del male da solo. Nella fattispecie del gioco d’azzardo, non si capisce perché non si debba seguire la logica del tabacco, ma il settore del gioco viene trattato come “demoniaco e roba da appestati”.

 

La politica di prevenzione della dipendenza al gioco è un argomento ed una tematica assai delicata che deve avere come obbiettivo i singoli, ma senza lederne la libertà e la libertà è di tutti. Però, non ci possono essere risultati immediati come chi “frequenta” il proibizionismo vorrebbe: ci vuole un tempo lungo e sopratutto occorre lavorare molto sulla prevenzione partendo dalle scuole, ma non con il terrorismo ideologico del male da evitare, bensì rendendosi conto di questo fenomeno ed essendo consapevoli di ciò che questo comporta sui singoli e sulla società.

 

Si è nell’epoca digitale ed, onestamente, credere che limitare gli orari di apertura delle sale da gioco possa servire a produrre meno dipendenza è veramente illusorio: chi potrà impedire di riversarsi sull’online per vivere il momento di gioco che si desidera? Si vivrà solo in modo più fobico e solitario mentre negli ambienti pubblici dedicati al gioco vi sono altre persone, altri giochi e distrazioni e sopratutto vi si troverà l’umanità che è ancora un sentimento” che fa ruotare il mondo”: l’individuo tendenzialmente è portato ad aggregarsi piuttosto che ad isolarsi.

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