L’allarme è stato lanciato da Acho Gerald Anji, direttore della Emerging Leaders Foundation-Africa: in Kenya l’esplosione del fanatismo calcistico e religioso sta avendo gravi ripercussioni sociali. La passione per il
L’allarme è stato lanciato da Acho Gerald Anji, direttore della Emerging Leaders Foundation-Africa: in Kenya l’esplosione del fanatismo calcistico e religioso sta avendo gravi ripercussioni sociali.
La passione per il calcio si è trasformata in una folle corsa alle scommesse, anche perché i giovani le vedono come una rapida fuga dalla povertà, e questo significa dare priorità alle ricchezze istantanee rispetto alle buone pratiche del vivere civile, che nell’insieme aiutano la società a crescere. Effettivamente, dal 2017 ad oggi i dati della raccolta di casino e betting online in Kenya è quasi raddoppiato, con una spesa procapite che supera i 4000 euro all’anno (fonte Statista),
Tuttavia, questo trend ha aumentato i tassi di dipendenza e ha contribuito in modo allarmante alla povertà e alla rottura delle relazioni sociali.
Allo stesso tempo – sostiene Acho – in Kenya e in molte altre parti dell’Africa è in crescita il fanatismo religioso, avvallando la vecchia teoria di Karl Marx della religione come “oppio dei popoli”.
Il fascino di un aldilà migliore a volte mette in ombra l’importanza pratica di migliorare l’esistenza terrena. Tanto che a Nairobi le chiese spuntano come “denti di leone”. Eppure, le vite di molto predicatori contrastano con quelle dei loro seguaci, i quali, infervorati dalla fede infusa in loro, non si chiedono come mai pastori che predicano il sacrificio terreno, spesso conducono vite opulente.
Per i governi è difficile regolamentare la proliferazione delle sette religiose, perché ciò inciderebbe sulla libertà di culto, e il clero stesso respinge ogni tentativo additandolo come “opera del diavolo”. Come quando da Odinga, moglie dell’ex primo ministro Raila Odinga, lanciò l’appello affinché il Consiglio nazionale delle chiese del Kenya abolisse i luoghi di culto non gestiti da teologi qualificati: le reazioni sono state così furiose che Ida dovette ritrattare la sua dichiarazione e scusarsi.
Eppure, la nazione non si è ancora ripresa dal “massacro di Shakaola”: la cosiddetta “setta del digiuno” – fondata da due pastori autoproclamati, Paul Mackenzie Nthenge e Ezekiel Odero – istigava i suoi seguaci a non mangiare e bere per diversi giorni, fino a provocare la morte di 110 persone. E c’è chi sostiene che alcune di esse siano state uccise deliberatamente per essere private dei loro beni.
Ovviamente, mettere sullo stesso piano il fanatismo sportivo e quello religioso è una forzatura bella e buona, ma è chiaro l’obiettivo di Acho di sollecitare azioni immediate da parte dei governi, affermando che “affrontare queste sfide richiede un approccio sfaccettato che coinvolga regolamenti sul gioco responsabile, un dialogo critico sulle pratiche religiose e la promozione di un pensiero innovativo e creativo tra i giovani.
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