29 Aprile 2024 - 08:50

Gioco online. Giovanni Carboni: “Decreto punitivo con gli italiani. Gli esteri abbandoneranno l’Italia”

“Le nuove condizioni di accesso alla concessione – previste nel decreto di riordino del gioco a distanza – rovesciano l’indirizzo adottato a partire dal 2006, anno del primo bando che

11 Marzo 2024

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“Le nuove condizioni di accesso alla concessione – previste nel decreto di riordino del gioco a distanza – rovesciano l’indirizzo adottato a partire dal 2006, anno del primo bando che ha assegnato concessioni per il gioco a distanza. Finora la legislazione del gioco e dei bandi costituivano un invito ad operare legalmente in Italia e hanno favorito l’inclusione e l’accesso dei soggetti interessati. Il modello interpretato dalle nuove norme favorisce i grandi operatori dominanti e intensifica il processo di concentrazione. Porta alla espulsione di almeno due terzi degli attuali operatori. Gli operatori stranieri sfileranno l’Italia dal portafoglio dei propri mercati serviti. Una parte degli operatori italiani, medio-piccole aziende, cercherà altre forme per continuare ad occuparsi di ciò che sanno fare, sostituendo la fonte di reddito perduta. Saranno attratti dal circuito illegale”.

Lo afferma a PressGiochi MAG Giovanni Carboni, esperto di gioco online oltre che fondatore di EGLA, European Gambling Lawyers and Advisor, con il quale mettiamo in rassegna le caratteristiche previste dal Legislatore per riformare il mercato del gioco online.

Quale crede sia l’aspetto più critico del testo e che dovrebbe esser rivisto?

“Un aspetto critico di carattere tecnico e generale, sul piano legislativo, è costituito dalla contraddizione tra l’impegno dell’articolo 4, comma 3, “alla stabilità delle regole della concessione”, in particolare “con riferimento alla disciplina fiscale” e l’esigenza dichiarata dalla legge delega di armonizzare complessivamente le regole e la fiscalità su tutti i canali di gioco. Il superamento di questo aspetto critico comporterebbe però la definizione congiunta della legislazione riguardante il gioco su tutti i canali e quindi il differimento del progetto di riordino del gioco a distanza”.

Condivide le stime fatte dal Governo in merito al numero di concessioni che verranno rilasciate? Quali sono le sue previsioni in merito?

“Le stime non sono condivisibili e l’analisi di impatto della regolamentazione (AIR) che accompagna lo schema di decreto legislativo, al paragrafo 4.2 (Effetti sulle PMI), suscita perplessità. Dice che “l’incidenza sul margine netto degli investimenti va dal 3,22% del concessionario più grande e raggiunge circa il 20% [circa 6 volte di più] per i concessionari molto più piccoli. In questa forbice ci sono 46 concessionari che diventano 52 se l’incidenza arriva al 30% [circa 9 volte di più]”. Invece, sulla base dei dati dell’ADM del 2023, anche riferendosi alle singole concessioni e non all’aggregato di concessioni che appartengono alla stessa Società o Gruppo, ipotizzando una crescita futura del mercato coerente con quella degli ultimi anni e l’invarianza delle quote di mercato tra gli operatori rimasti, l’investimento di 7 milioni dell’una tantum impatta, per lo 0,13%, cioè niente, sul margine netto del concessionario più grande e circa 80 volte di più (non 6) sul quarantaseiesimo concessionario e, addirittura, circa 140 volte di più (non 9) sul cinquantaduesimo concessionario. Sembra ottimistico prevedere l’assegnazione di 50 concessioni. È più probabile che saranno 30. Questo numero sarà raggiunto solo grazie alla presumibile richiesta di 3-5 concessioni a testa da parte dei 3-4 operatori più grandi. Perciò metà delle concessioni saranno in capo a 4 portatori di interessi. Gli operatori indipendenti potrebbero essere in totale meno di 20, circa 70 meno degli attuali”.

Una importante parte del mercato denuncia il costo troppo alto delle concessioni a scapito delle piccole e medie imprese. Pur superando questo ostacolo, crede che quella parte del mercato riuscirebbe a sostenere gli investimenti in innovazione tecnologica e tutela del giocatore previsti dalla norma?

“Gran parte degli operatori che acquisiranno le nuove concessioni dovranno sopportare un oneroso ammortamento dell’investimento nell’una tantum, oltre agli altri investimenti, che costituirà una sorta di tassa aggiuntiva, rispetto ai più grandi. Alcuni concessionari attuali stanno cercando forme di aggregazione che gli consentano di sopportare i costi. Sono operazioni molto difficili e credo che pochissimi di questi tentativi avranno successo, due o tre al massimo. Tenuto conto che i grandi operatori che erano una volta italiani sono ora di proprietà di gruppi stranieri, è bizzarro che il nuovo bando sia così punitivo per gli operatori italiani”.

 

Leggi il resto dell’intervista a Giovanni Carboni su PressGiochi MAG

 

 

Cristina Doganini – PressGiochi MAG