28 Aprile 2024 - 09:51

Genzano. Bongianni (M5S): “Ridurre gli orari del gioco per tutelare giovani ed anziani”

E’ stata approvato all’unanimità, nel corso dell’ultimo consiglio comunale di Genzano, l’atto di indirizzo politico presentato in aula dalla consigliera comunale di maggioranza, Silvia Bongianni, che ha portato all’attenzione del

07 Agosto 2017

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E’ stata approvato all’unanimità, nel corso dell’ultimo consiglio comunale di Genzano, l’atto di indirizzo politico presentato in aula dalla consigliera comunale di maggioranza, Silvia Bongianni, che ha portato all’attenzione del consesso un documento finalizzato a contrastare il fenomeno del gioco alle slot machine, centrando un tema tanto caro ai 5 Stelle, che già negli anni passati avevano portato avanti una campagna di sensibilizzazione in tal senso.

 

Documento che ha poi trovato il via libera dell’intera platea consiliare, stabilendo, di fatto, che per tutte le sale da gioco e gli apparecchi di intrattenimento e svago con vincita di denaro presenti nel territorio comunale vengano adottate tutte le azioni che si rendono necessarie per il raggiungimento dell’obiettivo di disincentivare l’utilizzo degli apparecchi di gioco d’azzardo e al fine di evitare effetti pregiudizievoli per la sicurezza urbana, la viabilità, l’inquinamento acustico e la quiete.

 

 

Prendendo la parola la consigliera dei 5 Stelle ha rammentato come “il Gioco d’Azzardo Patologico (GAP) viene definito come un disturbo progressivo caratterizzato dalla continua perdita di controllo in situazioni di gioco, dal pensiero fisso di giocare e di reperire il denaro per continuare a farlo, dal pensiero irrazionale e dalla reiterazione del comportamento a dispetto delle conseguenze che quello produce. Una dipendenza patologica con conseguenze sanitarie e sociali che necessita di diagnosi, cura e riabilitazione. La fruizione del gioco diventa quotidiana o intensiva, e l’andamento della malattia è spesso cronico, caratterizzato da alti costi, anche con debiti. Nell’ultima edizione del Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM-5) – ha ricordato Silvia Bongianni – il Disturbo da gioco d’azzardo è stato inserito tra i Disturbi senza sostanze all’interno della nuova categoria diagnostica dei Disturbi da dipendenza e correlati all’uso di sostanze. Per la prima volta, quindi, tale patologia è stata riconosciuta come dipendenza.

Secondo alcuni dati in Italia ci sono 15 milioni di giocatori abituali e 3 milioni di cittadini a rischio patologico. Il gioco d’azzardo legale corrisponde al 12% della spesa delle famiglie italiane e sono necessari circa 6 miliardi di euro all’anno per gli interventi a supporto dei giocatori patologici, senza considerare i costi esterni che ricadono su famiglie e servizi sociali dei Comuni.

Il GAP – ha ricordato l’esponente di maggioranza – coinvolge circa un milione di persone in Italia e, principalmente, le fasce della popolazione più deboli quali i disoccupati, i giovani, i pensionati, gli indigenti, come riportano i dati forniti dal Rapporto EURISPES 2013. Non può non far riflettere, come riassunto da un’indagine condotta in Italia e promossa dalla Società Italiana Medici Pediatri e dall’Osservatorio nazionale sulla salute dell’infanzia e dell’adolescenza (Paidòss), che 1,2 milioni di ragazzi sotto i 18 anni gioca d’azzardo e spende la “paghetta” tra lotterie e bingo. Tra i 7 e i 9 anni sono coinvolti – seppur in forme più lievi – 400mila ragazzini, ossia 1 su 4, mentre tra i 10 e 17 anni aumenta il numero e il livello delle giocate e il fenomeno riguarderebbe ben 800mila adolescenti, ossia 1 su 5, a cui si aggiunge il triste fatto che un genitore su tre non è al corrente delle scommesse dei figli”.

 

 

I dati epidemiologici del GAP (terza solo dopo la dipendenza da fumo e da alcool) – si legge nella delibera approvata – hanno già da tempo indotto i servizi sanitari di alcune ASL a formare delle task force specializzate presso i Servizi per le Dipendenze patologiche, dove i malati possono rivolgersi per ricevere assistenza ed avviare un percorso di recupero”.

 

Visto che il Comune è l’ente locale che rappresenta la propria comunità e ne cura gli interessi e promuove lo sviluppo l’amministrazione comunale può adottare provvedimenti non solo a tutela della salute pubblica, ma anche, più in generale, del benessere individuale e collettivo della popolazione locale, in forza dell’art. 118 della Costituzione che introduce il principio di sussidiarietà, senza contare che rientra tra i compiti del Comune contribuire, per quanto possibile, al contrasto dei fenomeni di patologia sociale connessi al gioco compulsivo, dal momento che la moltiplicazione incontrollata delle possibilità di accesso al gioco “a denaro” costituisce di per sé accrescimento del rischio di diffusione dei fenomeni di dipendenza, con note conseguenze pregiudizievoli sulla vita personale e familiare dei cittadini (anche di minore età).

 

 

Tra le possibilità d’intervento, considerato che il Sindaco è competente, tra l’altro, a coordinare gli orari degli esercizi commerciali, dei pubblici esercizi e dei servizi pubblici, sulla base degli indirizzi espressi dal Consiglio comunale, è al vaglio la possibilità di introdurre limiti di orario, da far coincidere soprattutto con gli orari riuscita dalle scuole, cercando di limitare drasticamente la possibilità che i più giovani possano farvi ricorso.

“L’obiettivo – ha ricordato ancora una volta Silvia Bongianni – è quello di ridurre la possibilità di utilizzo da parte delle fasce più fragili della cittadinanza (giovani e anziani), prestando particolare attenzione agli orari di entrata ed uscita dalle scuole e alle fasce orarie di tempo libero”.

PressGiochi