17 Maggio 2024 - 12:37

Eurispes. Rapporto Italia 2016: il 28% degli italiani perde al gioco

In aumento la percentuale di chi dichiara di avere esperienza di amici o parenti a cui è capitato di chiedere denaro in prestito ad un usuraio (16,9%, +6); ricorrere alla

28 Gennaio 2016

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In aumento la percentuale di chi dichiara di avere esperienza di amici o parenti a cui è capitato di chiedere denaro in prestito ad un usuraio (16,9%, +6); ricorrere alla Caritas o ad altre associazioni per disporre di aiuto (22,9%, +2,7); perdere importanti somme di denaro al gioco (28,7%, +13,4).

Per l’Eurispes che oggi ha pubblicato il Rapporto Italia 2016 dal titolo ‘La sindrome del Palio’, gli indicatori sociali di disagio maggiormente presenti tra gli italiani sono quello dell’usura, del rifugiarsi nel gioco d’azzardo e rivolgersi alla Caritas.

 

“L’Italia – spiega il Presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara – è infatti rallentata da una diffusa e radicata sindrome del Palio di Siena la cui regola principale è quella di impedire all’avversario di vincere, prima ancora di impegnarsi a vincere in prima persona. Sempre senese era l’anima nel XIII Canto che dice a Dante: «Fui molto più lieta delle sfortuna altrui che della mia fortuna».

“Altri due ganci, secondo il Presidente dell’Eurispes, continuano a frenare l’Italia e ad impedirle di valorizzare al meglio le proprie enormi risorse. Il primo, la burocrazia e la iperproduzione di norme, leggi e disposizioni. Un freno che trattiene la crescita e mortifica spesso la volontà e l’ingegno degli spiriti migliori.

Il secondo aspetto riguarda la incapacità della società italiana di “fare sistema”. Non più la società liquida descritta da Bauman, ma una società “evanescente” nella quale ognuno pensa a se stesso e che non riesce ad elaborare un progetto complessivo. Sembra che il nostro Paese faccia di tutto per negare il proprio valore e che a noi manchino il gusto e il piacere di sentirci italiani, sottovalutando e non facendo gran conto né di quelle prerogative nelle quali non siamo inferiori agli altri né di quei concittadini che abbiano conseguito risultati di eccellenza”.

 

“Secondo diversi indicatori nazionali e internazionali – prosegue il Presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara – la crisi che ha segnato gli ultimi dieci anni della vita del nostro Paese sembra – almeno per ciò che riguarda l’economia – giunta al termine di un percorso che, comunque, lascia dietro di sé cumuli di macerie e che ha provocato profonde trasformazioni negli assetti sociali, territoriali, produttivi ed economici nazionali.

 

Il Rapporto Italia di quest’anno indica chiaramente che i segnali di una ripresa ci sono e non sono solo economici. Non ricompattare attorno a quest’onda positiva il Paese sarebbe imperdonabile.

La complessità non ammette sconti e ci sfida in una partita nuova nella quale si vince solo se si è capaci di giocare in squadra”.

 

Segnali di ripresa dall’Italia del 2016: aumentano gli ottimisti sull’andamento dell’economia

Raddoppia il numero di chi ritiene stabile la situazione economica dell’Italia nel corso dell’anno appena passato (dal 14,6% di inizio 2015 al 30,3% del 2016), si dimezza il valore di chi indica un netto (dal 58,4% al 23,3%) peggioramento. Aumentano gli ottimisti che indicano un lieve (dall’1,5% al 16,2%) o un netto miglioramento (dall’0,0% all’1,1%).

In sintesi, si evidenzia una ripresa della fiducia generale e il lento abbandono del clima di forte pessimismo che ha caratterizzato gli ultimi anni. Il 2016 sembra riproporre lo stesso andamento registrato, appena prima dell’inizio della crisi, nel 2007, anno in cui il giudizio dei cittadini si mitigava particolarmente all’interno del periodo 2004-2007 e indicava nel complesso una visione stabile dell’economia.

 

Ripartono i consumi, anche quelli superflui

Le risorse destinate ai regali vengono tagliate nel 75,3% dei casi (-6,8% rispetto al 2015). Si riduce il numero di chi: risparmia sui pasti fuori casa (66,2%; -14,6%); si rivolge a punti più economici come grandi magazzini, mercatini, outlet (76%; -8,5%) o discount (63,2%; -7,7%); cambia marca di un prodotto alimentare se più conveniente (68%; – 13,7%); risparmia su viaggi e vacanze (67%; -7,7%), estetista/parrucchiere (65,9%; -14,8%) o articoli tecnologici (69,4%; -10,7%); usa di più i mezzi pubblici per risparmiare sulla benzina (39,4%; -2,2%) o si rivolge al mercato dell’usato (29,3%; -14,9%). È diminuita anche la quota di chi avendo animali domestici ha risparmiato sulle spese a loro dedicate (25,9%; -23,6%); in calo i tagli sulle spese per la baby sitter (48,2%; – 5,3%), quelli per aiuto nelle pulizie/domestici (37,2%; -23,6%); mentre il 37,8% ha ridotto le spese relative alla badante. Ad aumentare invece è il taglio delle spese mediche che nel 2016 raggiunge quota 34,2%, contro il 32,3% del 2015.

 

La dotazione tecnologica degli italiani

Il computer portatile sorpassa (64,5%) quello fisso (54,7%). Lo smartphone si conferma lo strumento tecnologico più diffuso nel nostro Paese: ne ha uno il 75,7% degli italiani (erano il 67% nel 2015). Sono invece meno della metà i possessori di tablet/ipad (43,3%, in crescita rispetto al 36,8% del 2015), abbonamento alla Tv a pagamento (42,1%, rispetto 36% del 2015). Poco meno di un terzo ha una consolle per videogiochi (31,3%); il 27,5% una smart Tv.  Nonostante le nuove modalità di fruizione dei contenuti televisivi, quella tradizionale, in tempo reale sul mezzo televisivo, rimane la più diffusa. Il mezzo utilizzato principalmente dagli italiani per comunicare con parenti/amici è ancora la telefonata, con una percentuale del 66% (-6,4% rispetto al 2015). L’unica vera alternativa numericamente rilevante è WhatsApp, con il 29,3% (+11% rispetto al 2015).

 

Tutti con il telefonino: smartphone o no, ne ha uno il 93,1% degli italiani dai 18 anni in su

L’utilizzo più frequente resta chiamare ed essere chiamati (99,3%), seguono inviare e ricevere sms (85,1%). Moltissimi comunicano tramite WhatsApp o altre applicazioni di messaggistica (75,2%), fanno foto e filmati (69%) e li inviano e ricevono (68%), navigano su Internet (66,8%). La maggioranza usa le applicazioni (54,2%) ed i Social Network (51,1%).

 

Navigare su Internet è ormai un dato di fatto per la maggior parte della popolazione (l’81,5%)

Gli italiani usano la Rete soprattutto per cercare informazioni di loro interesse (97,8%) e inviare e ricevere e-mail (85,8%); per navigare sui Social Network (68,9%), guardare filmati su YouTube (66,8%), controllare il proprio conto bancario (65,1%), fare acquisti (55%). Con l’e-commerce si acquistano soprattutto biglietti ferroviari/aerei (85,3%), viaggi (69%), biglietti per cinema/concerti/teatro/mostre (67,4%; +20,5%), apparecchiature tecnologiche (66,2%; +10,7%), capi di abbigliamento (61,4%: +8,7%), coupon su gruppi d’acquisto (39,4%), trattamenti estetici e per il benessere (26,8%), visite mediche (25,3%; +8,6%), corsi (23,7%; +9%) e pranzi/cene/aperitivi (22,5%; +10,9%). Meno frequente anche se in crescita l’acquisto di prodotti alimentari (19,3%; +13,2%). Un rilevante 27% di chi usa Internet afferma di aver sentito violata la propria privacy perché qualcuno ha pubblicato online foto in cui era presente; il 21,2% perché qualcuno lo ha contattato online in modo insistente.

 

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