Distanze, Tar Toscana: giusta la chiusura della sala se il luogo sensibile si vede a colpo d’occhio

Il Comune di Prato non si accorge della presentza di una scuola, e prima autorizza e poi – a distanza di mesi – impone la chiusura di una sala Vlt. Per il Tar Toscana – che ha esaminato la questione in sede cautelare – tuttavia “il provvedimento comunale sembra legittimo”, e la sala avrebbe dovuto accorgersi dell’esistenza della scuola a colpo d’occhio.

Tutto ha inizio nel dicembre del 2022, quando la Questura – che deve rilasciare la licenza di pubblica sicurezza – chiede al Comune se venganio rispettate le distanze minime dai luoghi sensibili. Il Comune dà parere favorevole “non rinvenendo – ricostruisce il Tar – nel caso di specie siti sensibili che fossero distanti meno di 500 metri, calcolati secondo il percorso pedonale più breve, alla luce di quanto previsto dall’art. 4 L.R. n. 57/2013”. A luglio però, lo stesso Comune intima alla sala – che comunque da quanto si apprende non aveva ancora aperto i battenti – di non riprendere l’attività. Vengono così disposti nuovi accertamenti e si scopre che effettivamente l’esercizio è troppo vicino a una scuola. A quel punto il Comune dispone la chiusura dell’attività.

Per il Tar il provvedimento è legittimo, il Comune sembra disporre pienamente dei poteri per adottarlo. Inoltre, a sorreggere l’atto “sembra essere sufficiente l’esistenza di siti sensibili a meno di 500 metri”. Inoltre, si legge ancora nelle motivazioni, “nel caso di specie, il provvedimento impugnato sembra reggersi autonomamente sulla presenza della scuola (…) peraltro preesistente all’insediamento dell’attività di parte ricorrente e certamente rilevabile ictu oculi”, a colpo d’occhio, appunto. Al momento non risulta fissata l’udienza di merito.

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