19 Maggio 2024 - 08:56

Corte dei Conti: entrate in calo anche a causa della chiusura dei luoghi di gioco

Le entrate complessive si sono ridotte del 6,4 per cento, meno della flessione registrata dal prodotto nominale. La pressione fiscale è cresciuta di 0,7 punti collocandosi al 43,1 per cento.

28 Maggio 2021

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Le entrate complessive si sono ridotte del 6,4 per cento, meno della flessione registrata dal prodotto nominale. La pressione fiscale è cresciuta di 0,7 punti collocandosi al 43,1 per cento. Al netto degli interessi, le spese sono cresciute del 10 per cento (78 miliardi), con un aumento delle erogazioni correnti (6,7 per cento; 50 miliardi) e soprattutto di quelle in conto capitale (45,6 per cento; 28 miliardi).

Il calo delle entrate correnti (-6,4 per cento; -53,4 miliardi) è dovuto soprattutto alle entrate tributarie (-6,7 per cento; -34 miliardi) e in particolare da quelle indirette (-11,2 per cento; -28,9 miliardi) a causa di contenimenti significativi dell’Iva, delle accise sugli olii minerali, dell’Irap (oggetto peraltro di parziale abolizione temporanea) e dell’imposta su lotto e lotterie (per la chiusura dei luoghi di gioco); le imposte dirette hanno registrato un decremento più contenuto (-2,1 per cento; -5,5 miliardi) scontando soprattutto una flessione del gettito dell’Irpef. Inferiore alla media anche la variazione dei contributi sociali (-5,6 per cento; -13,6 miliardi), anche per effetto di alcuni rinnovi contrattuali nel settore pubblico. Anche il complesso delle altre entrate correnti si è ridotto, del 6,8 per cento, nonostante il favorevole andamento degli utili di gestione della Banca d’Italia – legato all’espansione del bilancio della Banca centrale determinata dal programma di acquisto dei titoli pubblici da parte dell’Eurosistema – e dei dividendi distribuiti da società partecipate.

 

Lo scrive la Corte dei Conti presentando oggi il Rapporto 2021 sul Coordinamento della finanza pubblica.

 

“Crescono – continua la Corte –  nel 2021 le imposte indirette (+19,1 miliardi) passando dal 13,9 per cento al 14,3 per cento del prodotto, livello che si conferma nel triennio successivo. Un incremento che riguarda in particolare quelle sugli affari e sui giochi”.

PressGiochi