19 Maggio 2024 - 03:06

Catanzaro: l’Asp presenta i primi risultati del progetto per il contrasto della ludopatia

Nella giornata di oggi, l’Asp di Catanzaro, ha presentato nella sede del Ser.D, i risultati della prima fase del progetto “Gap”, un progetto promosso dalla Regione per contrastare la ludopatia.

06 Settembre 2021

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Nella giornata di oggi, l’Asp di Catanzaro, ha presentato nella sede del Ser.D, i risultati della prima fase del progetto “Gap”, un progetto promosso dalla Regione per contrastare la ludopatia. Il progetto coinvolge varie realtà locali come enti, famiglie, scuole e si articola in diverse fasi di prevenzione e cura della dipendenza da gioco d’azzardo.

Al progetto hanno preso parte il direttore del Dipartimento di Salute Mentale e delle Dipendenze dell’Asp di Catanzaro, Rossella Manfredi, il referente scientifico del progetto e direttore facente funzione del Ser.D. di Catanzaro Giulia Audino, ma anche i rappresentanti delle tre comunità terapeutiche – Centro Calabrese di Solidarietà, Malgrado Tutto, Progetto Sud – e della Cooperativa Sociale Zarapoti.

Nel corso dell’incontro, Giulia Audino ha spiegato: “Nell’anno 2019/2020 nel Ser.D. di Catanzaro-Soverato e Lamezia sono stati presi in carico circa 150 pazienti con dipendenza dal gioco d’azzardo primaria e codipendenza. Di questi hanno aderito al progetto 2017 una percentuale pari al 30 per cento circa: 18 pazienti a Soverato; 15 a Catanzaro e 12 a Lamezia”. Per alcuni di loro sono stati attivati anche programmi semiresidenziale o residenziali nelle diverse comunità terapeutiche che partecipano al progetto. Dalla valutazione del dato si evince che il 70% dei pazienti ha avuto ritenzione al trattamento. Il 25% ha mantenuto lo stato di “free dal gioco”. Si è rilevato nei pazienti una migliore cura del sé ed un cambiamento nello stile di vita sia in termini relazionali che emotivo-comportamentali”.

“Il coinvolgimento – ha concluso Audino – trattamentale delle famiglie è stato complesso ed ha rilevato delle criticità poiché l’accesso al servizio è ostacolato non solo in termini di stigma, ma soprattutto perché il comportamento del giocatore non veniva considerato dalle famiglie una malattia. Importante anche l’intervento su strada che si è rivelato un favorevole strumento di aggancio. Siamo convinti che rafforzare gli interventi in rete può essere un modello d’intervento efficace”.

 

 

PressGiochi